lunedì 28 settembre 2015
domenica 27 settembre 2015
Variglie
Variglie è frazione a 4 Km da Asti. Manca un
concentrico se si eccettuano le poche case del piano; le cascine sono sparse in
zona collinare. La popolazione di 600 abitanti ha perso in 15 anni 100 unità.
A una discreta emigrazione si equipara un’immigrazione
di veneti e meridionali nell’ordine di 60-70 unità. All’arrivo dei nuovi
immigrati il parroco va a visitarli, ma essi frequentano scarsamente e si
allontanano facilmente. Sono bestemmiatori e di bassa moralità; anche una
famiglia di ferraresi è completamente lontana.
Il comunismo è in diminuzione, almeno secondo le
votazioni elettorali: da 120 voti comunisti a 40 voti (contributo certo dei
veneti), 20 voti ai socialisti, 61 voti i contadini. Vi è comunismo locale con
cellula.
In campo religioso c’è un grande indifferentismo, l’interesse
materiale è sempre anteposto all’interesse spirituale. E’assurdo che gente
buona non frequenta la Chiesa. Perché? Non si sa. Una ventina di persone sono completamente
assenti; la saltuarietà della frequenza è la nota predominante. D’altra parte
la vicinanza di Asti non permette un controllo esatto della fedeltà degli
abitanti di Variglie alla Chiesa.
La gioventù è costituita da una cinquantina tra ragazzi
e ragazze che in media frequentano. Sono quasi tutti operai e impiegati i
maschi; operaie alla SACLA’[1] e
commesse le ragazze.
Sul piano morale non c’è molto da dire. La leggerezza,
la superficialità, l’amore agli svaghi e al divertimento sono le caratteristiche
della gioventù d’oggi, che è nella massima parte, fatte le debite eccezioni,
incapace di formulare programmi, a pensare a sacrifici. E’abitudine che le
giovani vadano fuori con i giovani (in moto scooter) a divertirsi (ballo,cinematografo).
L’indisciplina alle direttive della Chiesa è basata,
secondo il parroco, sull’interesse individuale, sull’opportunismo politico e
sulla sete di divertimento.
L’Azione Cattolica, non ha mordente; non vogliono
iscriversi, non rispondono all’invito, non vogliono saperne.
Gli Uomini Cattolici iscritti sono 20, le Donne
Cattoliche 18; le giovani non si iscrivono.
La presenza alle adunanze invernali di associazione è
del 50%. D’inverno venir via di casa è difficile, in famiglie ridotte quasi
sempre ai soli coniugi. Il marito non lascia la moglie sola.
Diffusa è la vendita di Famiglia Cristiana (70 copie).
Nessun esperimento particolare in campo di Azione
Cattolica.
E’ presente il circolo Enal combattenti, neutro, non
ha collocazione politico-religiosa. Il controllo dei programmi alla TV
parrocchiale ha determinato l’allontanamento dei giovani all’Enal. Venti sono
le televisioni private. Il giorno della festa si va a ballare. Il Parroco fa
notare che sarebbe meglio ballare in paese anziché andare fuori.
Lo stato
economico è buono. Se avessero meno denaro sarebbero certamente più legati
alla casa e alla Chiesa.
sabato 26 settembre 2015
Vaglierano
La frazione si divide in Vaglierano alto e stazione di
Vaglierano. La parte alta, 290 abitanti (80 famiglie), è quasi esclusivamente rurale.
La stazione, 250 abitanti (60 famiglie) è abitata da operai, ferrovieri,
commercianti, artigiani, pensionati. Qualche piccola industria. Un’industria
vinicola che aveva affittato un grosso fabbricato si è trasferita a Canale,
perché in Asti è troppo alta la pressione fiscale.
La frequenza alla Chiesa è buona, con bassissima
percentuale di assenti nel paese alto; alla stazione più assenti, più
socialisti, più ferrovieri, più pensionati.
La popolazione fondamentalmente è buona, dice il
parroco. Alla stazione si celebrano due messe festive con sacerdote permanente.
I Vespri sono discretamente frequentati. Ogni giovedì messa dei fanciulli.
Nelle ultime elezioni politiche 12 voti sono andati
ai social comunisti, 40 ai liberali.
Vaglierano paese è patria di Dellarissa, socialista,
che fu sindaco di Asti e sindaco di Vaglierano quando era comune indipendente.
Fu Dellarissa ad annettere Vaglierano ad Asti. Dellarissa morì senza Sacramenti
ed ebbe sepoltura civile. Unica sepoltura civile in Vaglierano fu di un altro
Dellarissa, parente del primo.
Da due o tre anni si è costituita la sezione del
Partito Liberale con televisione.
Senza poter quantificare l’emigrazione è discreta. Gli
immigrati sono di 5 nuclei famigliari, veneti buoni.
La gioventù è senza caratteristiche speciali; evadono
per divertimenti. La motoretta è per il parroco la rovina dei tempi moderni. E’
certo un giudizio di estremo coraggio.
Un solo uomo è tesserato Azione Cattolica, le donne
sono 24. Due sono le effettive della Gioventù Femminile, nessuno della Gioventù
Maschile. Nulla di fatto.
Gli uomini, fra i più fedeli alla Chiesa, non
vogliono saperne della tessera. I giovani in genere sono indifferenti, oltre a tanta
ignoranza.
La popolazione scolastica conta 17 bambini in paese;
più numerosi alla stazione.
Nessuna possibilità di ripresa al momento. Il
parroco è anziano e stanco.
venerdì 25 settembre 2015
Revignano
Revignano è una frazione di Asti (7 Km). Poche case
costituiscono il concentrico, poi fabbricati e cascinali sparsi. La zona è di
pianura, rurale. Palucco (105 famiglie) e Bramairate (40 famiglie) sono borghi
che completano la frazione. In Revignano, concentrico e dintorni, dimorano 105 famiglie
sulle 250 complessive per un totale di 800 abitanti
L’emigrazione è scarsa. Gli immigrati si dividono tra
40 famiglie venete e sarde e 8 famiglie meridionali.
Le famiglie buone venete si contano sulle dita: ragazze
madri, madri che giustificano il comportamento delle figlie, immoralità.
I meridionali frequentano poco la Chiesa, ma il senso
religioso è freddo per tanti. Giocano forse alcuni fattori: la distanza dalla
Chiesa, le strade d’inverno impraticabili. In ogni modo l’indifferentismo e
l’ignoranza restano il fondamento di tale freddezza. I bambini, per esempio del
Palucco, che devono percorrere poco meno 2 Km per giungere alla Chiesa
Parrocchiale, non vanno a Messa alla
domenica: “pericoli della strada”. A scuola vanno tutti i giorni e percorrono
la stessa strada. Il Parroco così deve svolgere le lezioni di Catechismo
direttamente nelle scuole.
Bramairate ha la sua messa festiva nella Cappella.
Bramairate e i suoi abitanti sono molto freddi.
Sulla percentuale della frequenza alla Chiesa non si
possono formulare dati precisi perché molti sfuggono al controllo, essendo
soliti recarsi ad Asti. Più facile valutare nel 15% e forse qualcosa di più il
numero dei lontani dalla Chiesa.
Vi sono molti giovani e uomini che lavorano come
operai e manovali edili. Si conta un certo numero di social comunisti. Nelle
ultime elezioni (camera deputati) il P.C.I. ha ottenuto 89 voti e il P.S.I. 75, forse dovuti a un certo afflusso
di elettori provenienti dalla città e da Torino. Non risulta vi siano in luogo
comunisti attivi, né cellule. Anche il Partito dei Contadini è presente con 45
voti. Si sospetta che i veneti siano in gran parte comunisti. Tempo fa il giornale
“l’Unità” veniva portato direttamente a casa degli iscritti; oggi pare sospesa
tale distribuzione.
Popolazione scolastica: 80 in tre scuole, Revignano,
Palucco, Bramairate.
Nella Parrocchia si possono calcolare
complessivamente 50 giovani e 50 ragazze dai 15 ai 22 anni. Un gruppetto
frequenta; gli altri preferiscono recarsi ad Asti.
Il ballo è in ribasso, non tanto perché è diminuita
la passione quanto per il costo dei divertimenti. Più comoda è la televisione.
Delle ragazze una ventina vanno alla Facis[1],
ambiente operaio di moralità discussa. Su tale argomento il Parroco ha avuto
uno scambio di idee con il direttore della Facis stessa.
Gioventù in complesso senza ideali, frivola, amante
dei divertimenti, però cattiva il Parroco non può definirla. Forse più bassa ancora
è la moralità dei coniugati.
In Revignano c’è un’osteria (sospetta di convegni
illeciti) e un circolo. Al Palucco c’è una trattoria, un caffè, l’Enal, il Circolo
giovani (divisione dall’Enal). Una trattoria anche a Bramairate.
In Azione Cattolica gli uomini (12) frequentano, le donne
(40) hanno fatto niente e la Gioventù femminile e maschile non è organizzata. I
giovani e le giovani non si possono più avere oltre i 15 anni; non accettano
impegni e non vogliono legami. Queste le ragioni di carattere generale. La Giunta
Parrocchiale, sulla carta, non funziona. Lega di perseveranza: 4-5 volte
all’anno.
Come Azione Cattolica nessuna esperienza apostolica è
stata attuata. Per ora non si vede alcuna possibilità di nuovi sviluppi dell’Azione
Cattolica.
Riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale
riguardo alla funzionalità della Giunta Parrocchiale, sulla necessità dell’Azione
Cattolica parrocchiale, sulla necessità dell’unità di azione, e sull’attuazione
della campagna annuale 1960 - 61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.
giovedì 24 settembre 2015
Revigliasco
Parrocchia di collina. Rurale.
La popolazione è di 1100 residenti complessivi tra concentrico,
frazioni e case sparse.
La situazione economica è buona. In paese il mercato
dei prodotti principali (uva, ciliegie, ortaggi) è fonte di discreta e cospicua
entrata.
I revigliaschesi sono forti lavoratori, però le esigenze del lavoro superano le esigenze
della Fede e dei doveri dei cristiani. Il lavoro è anche festivo.
Il senso religioso è tradizionale, con notevole
indifferentismo. Esiste anche anticlericalismo. Il circolo “Vittorio Alfieri”
locale è costituito a parere del Parroco con finalità anticlericali. Pochi sono
i comunisti e socialisti attivi.
Si sono insediati 150 immigrati, tra veneti e meridionali; alcuni
tra questi ultimi sono senza prima comunione.
Quindici famiglie non frequentano la Chiesa comprese
le donne e i Vespri sono in genere poco frequentati.
Il Catechismo è frequentato dai bimbi del concentrico
e delle cascine. Per ottenere la presenza al Catechismo, fatto dopo la scuola,
dei bimbi lontani viene distribuita, di propria iniziativa, la minestra.
Fino a che i bimbi sono chierichetti si può fare di
essi quello che si vuole. Dopo si allontanano rapidamente, attratti e sottratti
dall’esempio dei più grandi.
La vita morale dei
giovani è compromessa, specie dei
maschi. La ragione è da imputarsi all’esempio dei più anziani, alla vicinanza della città con le sue
seduzioni, alla motorizzazione, e alla maggiore disponibilità di danaro.
L’Azione Cattolica è solo sulla carta, senza
attività. Il Parroco lo ha riconosciuto schiettamente. Mancano gli uomini e
quelli che vi sono non frequentano. Insomma, per l’Azione Cattolica l’indifferentismo
è generale e non è possibile, per il Parroco, fare di più per ora.
Il Parroco conosce casi limite di genitori che
rimproverano i figli che pregano.
Sono presenti le Suore Domenicane.
Sono a disposizione il salone e i locali nell’asilo,
ma non c’è televisione perché il Parroco è contrario alla TV.
Sono esposte al Parroco le conclusioni del Convegno
Nazionale dei Presidenti Diocesani e la raccomandazione della Presidenza
Nazionale, particolarmente in rapporto alla campagna annuale 1960 -61 sul tema
“Messaggio della Salvezza”.
Antignano
Il paese, di media collina, conta 1200 residenti, divisi tra concentrico (500) e due frazioni: Gonella e Perosini.
In venti anni la popolazione è diminuita di 400
unità per emigrazione interna. Hanno compensato 150 immigrati che in gran parte
sono praticanti e non comunisti (per fortuna).
La religiosità è tradizionalistica. E’ più viva
nelle frazioni, nel concentrico c’è più indifferentismo.
Si lavora anche nei giorni festivi e due locali
pubblici sono sempre aperti.
Incomincia a esservi la conta delle televisioni in
paese, ad ora venticinque. Con l’estendersi della TV il divertimento del ballo
è in diminuzione.
La gioventù maschile e femminile è sbandata. La
morale è ancor più scaduta nelle giovani. Non vi sono suore in paese, anche se
sono ritenute di notevole importanza per la gioventù femminile.
L’asilo è in costruzione.
Non vi è sede di Azione Cattolica. L’Unione Donne è
costituita mentre l’Unione Uomini si è sciolta per ragioni del pagamento
tessera (ragione apparente, evidentemente).
Si è organizzata la Gioventù Femminile per qualche
tempo ma è stato un lampo, fino a sciogliersi per mancanza di volontà. In
compenso la lega di Perseveranza[1] da
buoni risultati.
[1] La lega
di Perseveranza costituisce un punto di aggregazione spirituale
martedì 22 settembre 2015
Celle Enomondo
La puntualità è una mia fissazione, la chiedo e la
rispetto. Guardo ancora l’ora, segno di una irritabilità iniziale, ma tutto
rientra nella normalità quando all’angolo spunta chi aspettavo. Subito un
allargare le braccia e una smorfia sul volto come per dire: abbi pazienza, è
colpa mia.
Pochi convenevoli, una stretta di mano, una mia
espressione: andiamo a messa; saliamo sul “maggiolino” e partiamo dalla piazzetta
del seminario destinazione Celle Enomondo.
Il compagno è giovane, divertente, un piacere
ascoltarlo, e quei pochi chilometri a sud- ovest di Asti sono stati di
piacevole conversazione; unico momento di apprensione è la salita di Antignano,
sono mesi ancora freddi e in prima mattina le strade sono viscide, ma
quest’auto va dappertutto, e via.
Celle si vede immersa nel brullo della stagione e il
ferro dei vigneti; la parrocchia è di collina, rurale. Appena in tempo, la
messa inizia nella chiesa di San Rocco e il parroco, che conosce tutti, ci
osserva come forestieri poi capisce e mi riconosce, un piccolo sorriso. A
funzione ultimata ci ospita in canonica.
Il colloquio è da subito amichevole e confidenziale
e non servono le domande ciclostilate perché siamo accontentati subito in
tutto.
Celle, concentrico e cascine sparse, conta oggi 650 anime. In otto anni c’è stata una diminuzione della popolazione di 100 unità, diminuzione per emigrazione in prevalenza a Torino. Non ci sono immigrati.
La religiosità è tradizionale con diffuso
indifferentismo e rispetto umano, per
quanto il senso religioso si sia, sempre per dichiarazione del Vicario,
risvegliato in questi ultimi anni. Il 15% della popolazione non adempie al Precetto
Pasquale: alla pari, uomini e donne.
Le condizioni economiche sono definite medie. Esiste
una cantina sociale, una sede della casa madre delle Suore Stefanine, il
Circolo dei Combattenti (che rimane aperto durante le funzioni), il ballo.
La gioventù è in massima parte rurale. Impara “mondanità”
dalla televisione (due tv pubbliche).
I Cellesi trasferitisi a Torino, nei ritorni periodici
in paese, portano le novità della grande città con tutti i richiami per una
vita di maggiore, almeno apparente, comodità e maggiore libertà.
Esiste un locale di Azione Cattolica con
televisione.
Ah! Azione Cattolica, esclama il Vicario e poi …
Giovanotto, rivolgendosi al mio amico, la vedo avvolto nel pastrano e
intirizzito, non si faccia problemi, si accosti alla stufa con la sedia. E così
è stato.
Evidentemente è un prender fiato, l’Azione Cattolica
è un problema.
Non vi sono effettive della Gioventù Femminile. Le
madri fanno opposizione all’appartenenza delle figlie all’Azione Cattolica. Le
accompagnano al ballo e pagano volentieri, ma non hanno denari per la Tessera.
Gli uomini sono indifferenti; anche gli iscritti lavorano al dì di festa e non
frequentano le funzioni domenicali per il lavoro. Ignoranza religiosa.
La Giunta Parrocchiale è costituita pro forma. Non
costituita, non aggregata. Gli iscritti e i simpatizzanti sono fermati dalle
critiche e dal rispetto umano.
Dal Vicario sono ritenute utili le adunanze
associative d’inverno, le lezioni sul testo, le filmine commentate.
Da parte nostra sono state esposte le
raccomandazioni della Presidenza Generale per la funzionalità della Giunta Parrocchiale,
per l’attività delle varie associazioni, per l’azione d’istruzione religiosa e
per l’impegno assegnato all’Azione Cattolica con la campagna annuale 1960-61
sul tema “Messaggio della Salvezza”, per cui fin d’ora si devono studiare le
varie iniziative locali d’attuazione.
lunedì 21 settembre 2015
Messaggio della salvezza
[1]Esiste
una situazione di crisi e difficoltà per la vita cattolica. E’ un momento in
cui c’è difficoltà a essere cristiani sul serio. L’uomo è preso nel vortice di
una vita che sta cambiando la mentalità e il costume.
Non vi è adeguata
accelerazione dello spirito.
La vita è attratta da
interessi diversissimi. Qualcosa crolla: le vecchie cose crollano, vengono le
nuove cose.
La civiltà moderna non
riesce più a salvare l’uomo, ma a conformarlo a certe linee di questa civiltà
(Andrè Gide[2]
- Jean-Paul Sartre[3]
- André Malraux[4]).
Manca l’animo cristiano.
Non si può pretendere un cristianesimo su misura.
Bisogna che a questa situazione si ponga riparo. Bisogna catechizzare o tentare
di evangelizzare su alcuni principi e verità. Evangelizzare deve essere inteso
come esigenza numero uno, perché la gente riconfermi quei principi che sono e
devono rimanere la base della vita.
Attesa - Redenzione - Salvezza
La liturgia rinnova ogni anno l’attesa, la
redenzione e la santificazione.
Il popolo ebreo ha atteso per secoli. Anche noi,
uomini stanchi e sfiduciati, abbiamo in tutti i tempi avuto, e abbiamo ancora,
il nostro dramma che nasce lontano, lontano.
Tutti hanno le loro angosce.
Il poeta (Pietro Metastasio[5])
ha detto:
Se a ciascun l’interno affanno / si leggesse in
fronte scritto / quanti mai che invidia fanno / ci farebbero pietà.
Sant’Agostino: “Ci hai fatti per te, Signore, e il
nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”[6]
La civiltà moderna, che non ha più speranza perché
non conosce più i valori dell’umiltà, dell’amore, della carità, ci offre oggi
infinite tragedie, oggetto di una cronaca spaventosamente vuota e indifferente
data in pasto a tutti, grandi e piccini. Forse delitto maggiore non compie oggi
la civiltà, né mai insegnamento più terribilmente perverso è stato dato e si dà
oggi alla gioventù e agli uomini tutti, di questa svalutazione continua dei
valori fondamentali della vita, della morale, della dignità, dei destini umani.
Né vale appellarsi al principio della libertà, di tutte le libertà. La libertà
oggi non sazia più la mente e i cuori degli uomini: la libertà sta per
diventare un concetto, una parola vana. Non vi può essere libertà senza
speranza. Anche nei nostri drammi intimi, nelle nostre angosce intime è legge
che vi debba essere libertà di speranza, altrimenti tutto sarebbe buio di
disperazione e di morte. Solo con Dio vi è questa libertà di sperare, di
sperare nel bene, di sperare nella vita, di speranza nell’avvenire. La speranza
è attesa, attesa fervente, fiduciosa, sicura.
Il dramma dell’uomo di oggi, indifferente, spregiudicato,
lontano, scristianizzato, è il dramma di una speranza senza attesa. Dramma di
disperazione. La gioia dell’uomo di Dio è la speranza dell’attesa, dell’attesa
di Dio.
San Pietro ha detto: Gettate su di Lui tutte le
vostre preoccupazioni, Egli avrà cura di voi, Egli vi nutrirà[7].
Il tempo della
Redenzione presenta il Cristo Redentore agli uomini del nostro tempo. Se si
accetta come messaggio di salvezza, il colloquio avviene tra l’uomo e Dio,
all’istante.
Gualtiero Marello
[1] Nulla
senza il Vescovo – Gualtiero Marello
[2] Andrè
Gide (1869 - 1951) - scrittore francese premio Nobel nel 1947 per la letteratura
[3] Jean-Paul
Sartre (1905 -1980) filosofo, scrittore,
drammaturgo
[4] André
Malraux (1901 - 1976) scrittore e
politico francese
[5] Pseudonimo
di Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi 1698 -1782
[6] Questa celebre
affermazione, che apre le Confessioni di Sant'Agostino, esprime efficacemente
il bisogno insopprimibile che spinge l'uomo a cercare il volto di Dio.
[7] 1 Pietro
5:6-7
domenica 20 settembre 2015
Il cammino
Scriveva in una lettera
ai sacerdoti il Vescovo Giacomo Cannonero l’11 ottobre 1961:
… Miei cari Parroci! Il
vostro Vescovo vi prega, vi supplica - in nome di quell'obbedienza che
avete promessa nel giorno della vostra Ordinazione Sacerdotale - di
dare all'Azione Cattolica la massima importanza: essa deve
tenere il primo posto nel vostro ministero pastorale. Non vi sia più in Diocesi
una sola Parrocchia, per piccola che sia, per dispersa che sia, per vecchio o
malaticcio che sia il Parroco dove l’Azione Cattolica non esista![1]
Nello stesso anno la
Presidenza Nazionale di Azione Cattolica raccomandava la funzionalità della
Giunta Parrocchiale e dove possibile il suo monitoraggio. In più lanciava la
campagna annuale dal tema “Messaggio della Salvezza” da presentare a tutte le
parrocchie della Diocesi.
Due esortazioni che non
potevano essere inascoltate e che hanno spinto il Presidente della Giunta
diocesana e i suoi collaboratori ad una ricognizione capillare.
Si è creato uno schema,
un percorso, un metodo. Si è pensato al distretto territoriale diocesano, alla
sede della Vicaria foranea dalla quale si parte verso le parrocchie della
circoscrizione.
Inizia così questo lungo
viaggio nel territorio astigiano, nei suoi paesi. In ogni paese nella canonica,
e conversare famigliarmente con il Parroco, ottenendo inediti frammenti di vita
paesana.
VICARIA DI CELLE
ENOMONDO
CELLE ENOMONDO
ANTIGNANO
REVIGLIASCO
REVIGNANO
VAGLIERANO
VARIGLIE
VICARIA DI SAN
DAMIANO
SAN DAMIANO S. COSMA E DAMIANO
SAN DAMIANO SAN VINCENZO
CISTERNA
SAN MARTINO ALFIERI
SAN MATTEO DI CISTERNA
SAN PIETRO DI SAN DAMIANO
VALGORZANO
VICARIA DI
VALFENERA
VALFENERA
CANTARANA
CELLARENGO
FERRERE
SAN MICHELE
VILLATA
VICARIA DI VILLANOVA
D'ASTI
VILLANOVA D'ASTI
SAN PIETRO DI VLLANOVA
SAVI DI VILLANOVA
DUSINO
ISOLABELLA
PALAZZO VALGORRERA
PRALORMO
SAN PAOLO SOLBRITO
SOLBRITO
VICARIA DI
MONTAFIA
MONTAFIA
BAGNASCO
CAPRIGLIO
MARETTO
ROATTO
VIALE
VICARIA DI SERRAVALLE
D'ASTI
SERRAVALLE D'ASTI
CASABIANCA
MOMBARONE
SESSANT
SETTIME
VICARIA DI
CAMERANO
CAMERANO
CASASCO
CHIUSANO
CINAGLIO
CORTAZZONE
SOGLIO
VICARIA DI MONTECHIARO
D'ASTI
MONTECHIARO D'ASTI
CORSIONE
CORTANZE
COSSOMBRATO
CUNICO
FRINCO
PIEA
S. CARLO DI VILLA S. SECONDO
VILLA SAN SECONDO
VICARIA DI PIOVA' MASSAIA
PIOVA' MASSAIA
ALBUGNANO
CASTELVERO
CERRETO
MONDONIO
PINO D'ASTI
VICARIA DI PORTACOMARO
PORTACOMARO
CALLIANETTO
CANIGLIE
CASTELL'ALFERO
CASTIGLIONE
MIGLIANDOLO
SCURZOLENGO
STAZIONE DI PORTACOMARO
VICARIA DI CASTAGNOLE
MONFERRATO
CASTAGNOLE MONFERRATO
ACCORNERI
PIEPASSO
QUARTO D'ASTI
QUATTORDIO
REFRANCORE
VALENZANI
VIARIGI
SAN CARLO DI VIARIGI
VICARIA DI ROCCA D'ARAZZO
ROCCA D'ARAZZO
AZZANO
CASTELLO D'ANNONE
CERRO TANARO
MASIO
ABBAZIA DI MASIO
ABBAZIA DI MASIO
MONTEMARZO
REDABUE
ROCCHETTA TANARO
S. CATERINA DI ROCCA D'ARAZZO
VICARIA DI MOMBERCELLI
MOMBERCELLI
BELVEGLIO
CASTELNUOVO CALCEA
MONTALDO SCARAMPI
MONTEGROSSO D'ASTI
NOCHE
SANTO STEFANO DI MONTEGROSSO
VALLUMIDA
VINCHIO
VICARIA DI
COSTIGLIOLE
COSTIGLIOLE
AGLIANO
BIONZO
BOGLIETTO DI COSTIGLIOLE
CALOSSO
RODOTIGLIA E PIANA DEL SALTO
ISOLA ALTA
ISOLA PIANA
MADONNA DI COSTIGLIOLE
MONGARDINO
MONGOVONE
MOTTA DI COSTIGLIOLE
REPERGO
SANT'ANNA DI COSTIGLIOLE
S.S. ANNUNZIATA DI COSTIGLIOLE
SAN MARZANOTTO
VIGLIANO D'ASTI
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