Per i ragazzi degli anni sessanta la società
italiana ha una copertura autoritaria, clericale, classista, che avvolge e
immobilizza il paese e che deve essere radicalmente trasformato. Il 1968 altro non è che quest'esplosione a livello
mondiale delle volontà e dei bisogni di una nuova generazione[1]
La moderna società è un mondo nuovo. In questo mondo
nuovo il processo di crescita determina conseguenze notevoli all’attività
pastorale. Le parrocchie rurali e
quelle urbane sono in difficoltà; il sopore del cristiano è evidente e l’Azione
Cattolica tramite le Giunte Parrocchiali sono preposte ad attuare il grande
risveglio.
Le difficoltà tra parrocchie rurali e cittadine sono
differenti e necessitano di uno studio separato. Quelle più in sofferenza sono
le rurali: spopolamento dei paesi e specialmente della popolazione giovane, immigrazione dal sud, parrocchie con parroci
anziani e stanchi, metodi e iniziative senza calore e entusiasmo, divisioni e
contrasti in seno alle comunità paesane, grave problema morale della gioventù
maschile e femminile, socialismo e comunismo sempre più diffuso.
Siamo negli anni sessanta e certi problemi che oggi
fanno sorridere erano presi in seria considerazione a tal punto che il Vescovo
pretendeva l’osservanza delle norme stabilite. Parlo delle disposizioni sulla
televisione, ma esisteva il problema del ballo e del dopo ballo, il problema
del cinema e addirittura la motoretta era considerata un congegno del diavolo.
La Presidenza di Giunta di Azione Cattolica aveva
concordato con l’Unione Donne e l’Unione Uomini in collaborazione con la
Gioventù Femminile e la Gioventù Maschile un ciclo di visite nelle parrocchie
rurali della Diocesi al fine di avere cognizione e valutare le difficoltà,
monitorando l’efficacia delle associazioni parrocchiali. Il resoconto di queste
visite è l’essenza di questa pubblicazione, a domanda il parroco rispondeva con
naturalezza e semplicità senza nascondere e nascondersi.
Il parroco di campagna, figura che in cinquant’anni
si è modificata, così come si è trasformato l’ambiente in cui operava, ma che
ha lasciato nella sua versione “tradizionale” una variegata scia di personaggi
e testimonianze letterarie, a volte trasfigurati dall’invenzione creativa, a
volte innervati in un’esperienza di fede degli autori.[2]
Alberto Marello
Alberto Marello
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