La Parrocchia è di collina e la popolazione è di
1100 abitanti circa (concentrico 300). Numerose sono le frazioni, distanti fino
a sei chilometri: Val Montasca, Sabbionera, Camicia Madonna, Ramello,
Valgrande, Tiglione (stazione), Valbeinasca, più altre piccole borgate.
La caratteristica principale della Parrocchia è
costituita da questo enorme decentramento della popolazione che ha influito e
influisce su ogni iniziativa parrocchiale. Lo dimostra che, per mancanza di
lavoro, sono state ritirate le Suore che dirigevano il laboratorio femminile,
ove non erano riuscite a riunire più di dieci ragazze. Così l’Asilo frequentato
da non più di dieci bambini in una popolazione di oltre 1000 abitanti; così il
ricovero per vecchi, ora in ricostruzione, che fu per mancanza di assistenza
svuotato dai suoi pochi inquilini.
L’emigrazione a Torino è discreta. Trent’anni fa la
popolazione era di 1500-1600 abitanti.
Le persone immigrate sono 200, tra veneti e
meridionali. I veneti, sul piano religioso, sono migliori dei meridionali. Le
famiglie del sud non hanno alcuna base catechistica, sono in buona parte
analfabeti, non hanno alcun fervore religioso. In maggioranza gli immigrati
sono mezzadri, altri garzoni e salariati.
La religiosità della popolazione è definita dal
Parroco mediocre. E’ difficile giudicare il sentimento religioso sull’indice di
frequenza alla Messa per il grande decentramento dei fedeli riguardo alla Chiesa
parrocchiale. Una parte, fra i più lontani, frequenta la Chiesa della Madonna,
altri vanno a Repergo, Montegrosso, Isola. Val Montasca ha la Messa festiva.
Nel prossimo avvenire si attuerà il progetto di
costruzione di una Chiesa anche alla Stazione, la più fredda e indifferente fra
tutte le frazioni.
Anche il numero dei lontani dalla Chiesa il Parroco
non sa o non vuole precisare; pare però che siano parecchi. La bestemmia è
ancora d’uso e il riposo festivo non è rispettato.
V’è qualche ostile alla Chiesa, tra cui il maestro
Ottaviano, comunista e ateo dichiarato, che fa scuola a Piea. Oltre al maestro
c’è qualche comunista del luogo, non attivo. Molti sono saragatiani.
Il Partito dei Contadini[1] è
capeggiato dallo scottiano Cavalier Bosia[2],
uomo quanto mai equilibrato e buono sul piano religioso. Il Parroco non giudica
male i contadinisti, anzi molto velatamente fa comprendere che non approva la
lotta contro il Partito dei Contadini.
Non si può dire bene dei socialisti saragatiani,
eredi del socialismo di un tempo, schiettamente anticlericale.
I comunisti nelle passate elezioni politiche del
1958 hanno avuto 40-50 voti.
La Democrazia Cristiana ha la maggioranza, anche se
nelle amministrative i monarchici si sono uniti con i comunisti e ad altri
elementi di sinistra. Il Sindaco attuale è un monarchico: nella Giunta comunale
vi sono liberali e saragatiani.
E’ ibridismo che caratterizza una situazione locale
particolare, che lascia intravedere un gioco d’interessi di gruppi o personali e
una realtà di antagonismi e divisioni. Sono fatti che dal colloquio non sono
espressamente emersi.
La gioventù è scarsa perché emigrata. Il Parroco
giudica che non più di 40-50 sia la totalità della gioventù dai 15 ai 25 anni.
Sembra troppo poca per una popolazione di oltre 1000 abitanti. L’indifferenza
religiosa è caratteristica della gioventù.
I giovani di Val Montasca frequentano la Chiesa come quelli
delle località finitime (Messa festiva locale), frequentano meno e
saltuariamente i giovani della frazione Tiglione. V’è qualche ragazzo che non
frequenta per niente. Le ragazze frequentano regolarmente. Una giovane s’è
fatta Suora contro la irriducibile ostilità del padre.
Sul piano morale il Parroco si dichiara abbastanza
contento, giudicando la gioventù maschile non molto in ribasso e la gioventù
femminile migliore e abbastanza a posto, salvo qualche rara eccezione.
Egli sostiene che non è il ballo il pericolo
maggiore per la gioventù, ma il continuo allontanamento dal paese, in compagnia
o meno, motorizzati, verso luoghi o verso amicizie che possono influire sulla
moralità in modo determinante.
In Vigliano c’è il circolo Enal e una trattoria con
televisione. La televisione è in tutte le frazioni.
La popolazione scolastica è di 50-60 alunni.
E’ in progetto di attuazione l’organizzazione di un
Oratorio. Il Parroco sostiene e giustamente che l’Oratorio è la premessa sicura
per influenzare e raccogliere le forze giovanili.
L’Azione Cattolica è costituita in alcuni rami, ma
sulla carta.
Le Donne Cattoliche (50) hanno scarsa o nessuna
attività. Quando c’erano le Suore si faceva qualche adunanza. La Gioventù
Maschile non è stata più tesserata. Gli Uomini mancano.
Dagli uomini l’Azione Cattolica è considerata come
associazione parapolitica. Hanno paura che sia a carattere politico e non
vogliono qualificarsi, anche perché appartengono a diversi partiti. Il rispetto
umano[3] è
poi la causa principale. I giovani sono quello che sono, e manca chi di essi si
cura.
Il Parroco giudica l’Azione Cattolica utilissima se
fatta bene. Per farla bene c’è bisogno di una Sede, di aiuto, e uno sforzo enorme
di impegno e sacrifici.
Elementi segnalati per
bontà: Tartaglino Giuseppina, Tartaglino Wilma.
[1] Alessandro
Scotti (1889 –1974) è stato un politico italiano, piccolo proprietario terriero
e fondatore del Partito dei Contadini d'Italia insieme al fratello Giacomo. Si
presenta alle elezioni del 1958 coi monarchici con esito negativo, e a seguito
della perdita del seggio si ritira a vita privata
[2] Senatore
Giuseppe Bosia leader dell’ala pro - Movimento Comunità del Partito dei
Contadini
[3] Eccessiva considerazione per ciò che gli altri pensano o dicono di noi