sabato 27 febbraio 2016

Quattordio


Quattordio è in zona di bassa collina con popolazione di 1300 abitanti, divisi tra concentrico e frazione Serra (76 famiglie a tre chilometri).
L’emigrazione è nulla perché tutta la collettività disponibile è assorbita dalla grande fabbrica di vernici[1], esistente in paese, che dà lavoro a 350 operai. Gli immigrati, 40 famiglie venete e 5 siciliane, sul piano morale lasciano a desiderare. Gli uomini non frequentano la Chiesa e sono tutti rossi. Sono quasi tutti salariati e i padroni li fanno lavorare di domenica. Le donne frequentano abbastanza.
La fabbrica esistente è una vera fortuna per il paese. I padroni[2]  sono buoni, frequentano la Chiesa e danno buon esempio. La moralità in fabbrica è buona. La buona morale fra gli operai è ritenuta il presupposto della fortuna della fabbrica. Due operai sono stati licenziati per cattiva condotta.
Alle elezioni politiche il Partito Comunista ha ottenuto 140 voti, i socialisti 200. Un certo numero di comunisti (7-8) sono scaldati. Una certa corrente è liberale e diversi comunisti fanno Pasqua.
La religiosità è condizionata. Il 30% della popolazione è lontana dalla Chiesa. Il Parroco non conosce la causa vera della distanza, a suo giudizio non si potrà mai conoscere. L’interesse condiziona ogni atto della loro esistenza, limitando lo stile di vita cristiana. Ostili non lo sono, l’ignoranza è il denominatore comune e fondamento di tanti atteggiamenti e tante ribellioni alla parola di Dio. Non ci sono sepolture civili.
Il Parroco accenna alle oblazioni di comunisti arrabbiati. Ha distribuito buste per le offerte alla Chiesa nell’intero paese: tutte sono ritornate, meno tre.
Quattro sono gli abbonamenti al giornale politico “Unità”. Non si può sapere quante altre copie sono distribuite perché il postino è un comunista.
La gioventù va ai balli nei paesi vicini. È’ difficile valutare la gioventù, sia maschile sia femminile, sul piano morale. Nella gioventù femminile 5-6 ragazze sono più emancipate e libere.
Nell’Azione Cattolica manca la Gioventù Maschile, per difficoltà di accudirla. In futuro potrebbe essere costituita in gruppetti di una decina di elementi. La Gioventù femminile (18) e gli Uomini Cattolici (20) frequentano a percentuale variabile. Le Donne Cattoliche (53) frequentano poco. L’attività è invernale, ma non vi è stata alcuna particolare iniziativa o esperienza in campo di Azione Cattolica. La Giunta parrocchiale è costituita, anche se non è funzionante e non è aggregata.
Le conferenze di categorie sono rese difficili dai turni di lavoro e dal loro alternarsi. Più utile è il contatto spicciolo ma è necessario avere un collaboratore, afferma il Parroco. L’assistenza e la guida dei giovani è un impegno troppo grave e troppo importante per essere ignorato, o sottovalutato.
Ho riferito le raccomandazioni della Presidenza Generale, sulla funzionalità della Giunta parrocchiale, sull’impegno di lavoro degli associati, sull’unità di azione, e sull’attuazione della campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.





[1] INVES s.a.s - Industria nazionale vernici e smalti   
[2] Ing. Fracchia e ing. Pettazzi, leader della INVES da loro fondata nel 1935

giovedì 25 febbraio 2016

Quarto d'Asti


Il concentrico è a Quarto Piano, dove si è trasferita la canonica, e a Quarto Alto, dove esiste la vecchia Chiesa parrocchiale. Completano il territorio, oltre a cascine sparse, le borgate di Valfea e Valterza.     
La popolazione è di 1400 anime con fluttuazione continua dovuta a un’immigrazione cospicua, dalla residenza transitoria. Stabili sono 60 famiglie meridionali e 15-20 famiglie venete, per complessive 350 unità e forse più. Dei meridionali tre nuclei familiari frequentano la Chiesa; dieci famiglie venete sono discrete.
La religiosità è scadente e scaduta. Nei sobborghi vivono le poche famiglie sane.
Nel 1938, anno in cui l’attuale Parroco fece il suo ingresso, quasi nessuno andava in Chiesa. Oggi, circa 100 uomini fanno Pasqua, su 400 individui.
In questi ultimi anni, per l’estendersi della coltura della terra a orto, coltivazione di maggior rendimento economico, la frequenza degli uomini alla Chiesa è diminuita. L’interesse e il desiderio di guadagni sono il male principale, oltre il rispetto umano[1], fondato sulla quasi completa mancanza d’istruzione.
Il social comunismo è diffuso; alle ultime elezioni politiche ha ottenuto 600 voti contro i 400 dei democratici cristiani. Quarto era la roccaforte di Vigna[2]. Tutti o quasi tutti, in parte anche in campo cattolico, rispettano la memoria del socialista Vigna.
Il Parroco parla di un convinto social comunismo: sono prova le 4-5 sepolture civili l’anno e l’impossibilità di convincerli ad accettare la sepoltura religiosa.
Il comunismo in Quarto fu attivo anche sotto il fascismo: anticlericalismo oltre che indifferentismo. I famigliari dei comunisti non frequentano la Chiesa, però non vi sono casi di matrimoni civili, essendo tutti celebrati con rito religioso. I figli sono battezzati, fanno la Prima Comunione e ricevono la Cresima; poi rompono la frequenza alla Chiesa, immettendosi nella scia tradizionale dei padri.
Prima della venuta di questo Parroco vi furono bimbi non battezzati, che divenuti padri hanno fatto battezzare i propri figli. Non si è mai riusciti a convincere questi non battezzati a ricevere il Sacramento; il rifiuto è stato giustificato con il richiamo alla volontà, che doveva e deve essere rispettata, dei vecchi.
Una statistica approssimativa del Parroco stabilisce che il 15-20% della popolazione frequenta regolarmente la Chiesa, il 30% la frequenta solo nelle solennità principali, il rimanente non frequenta. Tutti sono deferenti con il Parroco, ma indifferenti completamente a ogni sua preoccupazione e sollecitazione.
Sempre in maggior numero ragazzi e ragazze vanno a lavorare fuori. Tre corriere al mattino li trasportano in città, al lavoro. Ritornano alla sera e si distribuiscono nei locali pubblici. Nei giorni di festa si applicano a eventuali lavori in campagna o negli orti. Il lavoro è anche festivo.
Il ballo è il divertimento più diffuso e frequente. A quanto pare il cinema parrocchiale resta chiuso durante le feste da ballo.
Il Parroco, con preghiera paterna, ha chiesto alle ragazze di uscire e andare con proprietà di vestire; le ragazze hanno reagito allontanandosi. Poi v’è la questione dei più piccoli: se si sospende la televisione in canonica, vanno all’albergo, piccoli e grandi. Della gioventù, in genere, la morale è bassa; per certi aspetti il livello più basso è delle ragazze.
Le condizioni economiche sono medie, vi sono però numerose famiglie benestanti.  
L’Azione Cattolica ha le quattro associazioni parrocchiali. Gli Uomini Cattolici (10) e le Donne Cattoliche (27) hanno adunanze nel periodo invernale, ma con scarsa assiduità; frequenza discreta per la Gioventù Maschile (9 seniores) e Gioventù Femminile (15). La Giunta parrocchiale, costituita e aggregata, è scarsamente funzionante. L’indifferentismo e l’ostilità ad accettare impegni da parte dei giovani sono questioni rilevanti, oltre al problema del ballo (incompatibilità tra ballo e tessera).
Dal Parroco è giudicata utile una maggior frequenza d’incontri; è utile soprattutto una riunione dei Parroci delle ventine di Asti, perché hanno, nel campo dell’Azione Cattolica, particolari problemi da discutere, differenti da quelli delle Parrocchie della Diocesi.
Sono state riferite le raccomandazioni della Presidenza Generale sulla necessità dello spirito unitario dell’Azione Cattolica, sulla funzionalità della Giunta parrocchiale e sull’attuazione della Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”, con le iniziative che saranno ritenute più utili sul piano parrocchiale.


[1] Eccessiva considerazione per ciò che gli altri pensano o dicono di noi, condizionando il nostro comportamento.
[2] Annibale Vigna (1862-1924). Tra Ottocento e Novecento guidò il Partito Socialista autonomo astigiano. Giurista, deputato, fu sindaco di Asti.      

lunedì 22 febbraio 2016

Piepasso


Il paese, di pianura, accoglie 260 abitanti. Anni fa, molti nuclei familiari sono emigrati in America, soprattutto in California e Argentina; attualmente l’emigrazione è nulla. Sono arrivate due famiglie di brava gente, una veneta e una bresciana.
Il senso religioso è buono. Quattro sono i giovani dai Salesiani, uno in Noviziato. Quattro sono le Suore del paese. Sul piano morale nulla da eccepire.
L’ex prete e deputato Ercole è nativo di Piepasso[1]. Ha fatto costruire le scuole, e per “suo interessamento” nel 1886 è stata costruita la Parrocchia. A quell’epoca fu Parroco D. Biagio Ercole.
Socialisti e comunisti, di tradizione, sono una trentina. Alcuni di loro non vanno in Chiesa; al contrario le loro mogli frequentano.
Le condizioni economiche sono buone. Sono in 23 gli uomini che vanno in fabbrica a Quattordio.
In paese il ritrovo è nel dopolavoro e tre sono le televisioni private.
L’Azione Cattolica è presente con Uomini e Donne. La Gioventù Femminile non ha più tesserate da due anni; per il Parroco ciò è conseguenza dei tempi di don Ardito. Egli ritiene opportuno non ricostruire l’associazione e non ha detto per ora, né per quando. Il Parroco è l’unico giudice in tali casi. La difficoltà per l’inquadramento dei giovani è dovuta al lavoro “fuori” e per i turni di lavoro notturno. Uomini e Donne frequentano. Non vi sono iniziative ed esperienze particolari dell’Azione Cattolica. La Giunta parrocchiale non è costituita.
E’ stato riferito al Parroco sulle raccomandazioni della Presidenza Generale in merito alla costituzione e funzionalità della Giunta parrocchiale e sull’attuazione della Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.





[1] Paolo Ercole (1822-1895), laureato in Giurisprudenza e Teologia, fu avvocato, ecclesiastico, deputato del Parlamento dell’Unità d’Italia.

sabato 20 febbraio 2016

Accorneri


Accorneri, paese di media collina, è frazione di Viarigi. Il concentrico è limitato da molte cascine sparse e borgate, per complessivi 600 abitanti.
Lo stato economico è buono. Una decina di giovani e uomini lavora in fabbrica a Quattordio. Due sono le famiglie venete immigrate.
I parrocchiani sul piano religioso “sono a modo loro”mentre sul piano umano sono “boni viri”[1]. Sono digiuni di tutto, specie in religione. Il 60% dei fedeli frequenta la Chiesa, il 10% è assente. Il restante 30% ha presenza saltuaria, limitata a qualche occasione o a qualche festività.
Politicamente il 65% della popolazione è socialista. Le ultime elezioni furono vinte però dalla Democrazia Cristiana dopo una prevalenza durata molti anni degli avversari.
Da tre anni non si fanno sepolture civili. Il più convinto socialista, fautore in passato della sepoltura civile, ha avuto quest’anno, consenziente in punto di morte, solenne funerale religioso. Dieci sono i più scalmanati, ma vi è deferenza di tutti verso il Parroco. I giovani sono indifferenti.
Il Parroco non è ancora riuscito a rendersi conto della situazione morale. In frazione ci sono due famiglie di conviventi. I ragazzi dai 16 ai 23 anni sono 7-8 in tutto, non hanno formazione. Una ventina sono le ragazze (buone) dai 12 ai 30 anni; in genere sposandosi vanno via. Un buon elemento si è trasferito in Asti in via Cesare Battisti (Ida Accornero). Le nascite sono in diminuzione e come popolazione scolastica sono 35 gli alunni per 5 classi.
Sulla televisione il Parroco dà parere negativo. In frazione ci sono un dopolavoro (rosso) e una trattoria.
L’Azione Cattolica è presente con i 4 rami. La Gioventù Femminile ha 5 effettive, sempre presenti (adunanza settimanale). Con la Gioventù Maschile si attua qualche mezza giornata di ritiro, riuscendo abbastanza bene. Con le Donne Cattoliche ogni 15 giorni si fa la conferenza sul testo. Per gli Uomini Cattolici c’è difficoltà per il tesseramento dovuto a una molteplicità di tessere nella stessa famiglia. Per le bambine il Parroco si fa portare settimanalmente 10 lire: abitudine al senso di sacrificio.
La Giunta parrocchiale è costituita e aggregata. E’ stata al Parroco molto utile, specie in rapporto al problema della Chiesa nuova e delle opere parrocchiali comprendenti anche la sede di Azione Cattolica. Il Parroco con iniziativa coraggiosissima, in ambiente difficile, ha costruito la Chiesa nuova, con le opere annesse e la canonica; è tuttora oberato da un carico finanziario notevole, con tutte le preoccupazioni conseguenti.
E’ stato riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale sulla funzionalità della Giunta parrocchiale, sull’impegno di lavoro, sull’azione unitaria e sull’attuazione della Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.



[1] Uomini perbene

giovedì 18 febbraio 2016

Castagnole Monferrato


Ecco, ci risiamo! Il richiamo alla politica attiva astigiana ha nuova forma. E’ quello che ho pensato ieri sera, dopo la riunione della Giunta diocesana, quando chi mi ha proposto in direzione D.C. si è prestato ad accompagnarmi lungo strade e colline, che a suo dire conosce molto bene.
Già da subito, appena partiti destinazione Castagnole Monferrato, iniziano da parte del mio interlocutore citazioni e asserzioni che lo impegnano in un appassionato ragionamento. Cerco di riassumere, non assicurando la precisione di ogni affermazione.
Il comunismo rispetta la religione?
Come no. Anche troppo! Infatti, Lenin dice: “Il comunista deve essere nemico della religione”. Stalin dice: “Il Partito Comunista non può essere neutrale riguardo alla religione e svolge una propaganda contro la religione”[1] - “L’attività antireligiosa è un dovere per ogni iscritto al Partito Comunista”.[2]
Tempi passati questi, oggi il comunismo è cambiato.
Prendiamo il comunismo di oggi. Nella Jugoslavia rossa del maresciallo Tito...[3] 
Ma il comunismo italiano è diverso e rispetta la religione.
Palmiro Togliatti[4] e Luigi Longo[5] non fanno altro che ricordare Carlo Marx e la sua dottrina. Carlo Marx è il fondatore della dottrina del materialismo che non ammette Dio e combatte la religione. Il socialismo è fratello del comunismo poiché anche di questo è maestro. Questa è la realtà: il social comunismo è materialista, è ateo, è tiranno, è violento, è dittatura.
L’argomento è interessante ma non posso e non sono capace di interloquire. Un suggerimento per cambiare discorso è la notizia apparsa oggi sui giornali: sul set di Brescello[6] si gira il quarto episodio di don Camillo e Peppone[7]. Poche battute sul tema e Castagnole è alle porte. Il Vicario aspetta.   

Il Comune di Castagnole Monferrato, di 1200 abitanti, si estende in collina tra concentrico e più frazioni. La Parrocchia perde una frazione, Valvinera, che fa capo a Refrancore.
Il Vicario distingue senso religioso da pratica religiosa; per certi parrocchiani perdere una Messa non è ragione di alcuno scrupolo. I praticanti sono valutati nel 50%, gli altri sono presenti saltuariamente o non si presentano ai Sacramenti se non per matrimoni, battesimi e altro.
L’emigrazione è discreta e gli immigrati (200) sono in maggioranza veneti, poi siciliani, calabresi, napoletani. I veneti frequentano la Chiesa a differenza degli altri. Tra i meridionali vi sono adulti senza Comunione e senza Cresima.
Il social comunismo è diffuso. Alle elezioni politiche del 1958 i comunisti hanno preso 357 voti, i socialisti 117, Saragat 87, la Democrazia Cristiana 530 (nel conteggio sono compresi i voti di parte dei Valenzani che è Parrocchia). Il comunismo il Parroco lo interpreta come anticlericalismo. I comunisti, che non conoscono Marx e la sua dottrina, vedono nella Chiesa un’alleata di una classe privilegiata. Criticano le pecche dei cattolici, e traggono argomento e materia di propaganda ostile da ogni occasione e da ogni intervento che non collimi con i loro interessi. D’altra parte ciò è favorito da un’acrimonia profonda di tutti, anche dei Coltivatori Diretti, contro la politica rurale e in particolare vinicola del governo.
Vi sono comunisti convinti, ma in numero assai limitato; i famigliari dei comunisti attivisti non frequentano la Chiesa. In tutti gli altri v’è un’aperta contraddizione con se stessi e con la loro condotta: non si oppongono a che i famigliari, per la massima parte dei casi, frequentino la Chiesa e i Sacramenti; i bimbi partecipano all’oratorio e fanno solennemente la Prima Comunione. Un solo comunista non accetta la benedizione della casa; dal dopoguerra ci sono state 5-6 sepolture civili, e pare abbiano vergogna di farle. In tutta la loro condotta v’è rispetto umano, questa volta salutare, che tutti i cattolici possono approvare.
Tutta la gioventù passa dall’oratorio. Il Circolo Cattolico non comporta una tessera, ma obbliga con la frequenza al Circolo alla frequenza alle funzioni religiose.
La gioventù maschile e femminile è scadente sul piano morale. Sono sempre in affannosa ricerca del piacere materiale, mangiare, divertirsi. Per la festa del paese, in questo mese, hanno ingaggiato Nicola Arigliano, cantante di canzoni per una sera, al prezzo di 350.000 lire. L’anno scorso hanno organizzato una sfilata di moda. Il Vicario non sa più se i giovani credono ancora nel Paradiso.
I giovani non trovano a sposarsi in paese perché le ragazze vogliono andare in città. Sono 80-90 i giovani da sposare, contro 40 ragazze. Il ballo è ancora il divertimento preferito.
Anche fra i maritati vi è un livello medio di morale e due casi di convivenza.
Lo stato economico è buono; spendono e si divertono. Sembrerebbe che l’acrimonia, di cui si è parlato, sia provocata dal non poter guadagnare di più per spendere di più. Il Vicario teme che si vada verso un periodo di disagio economico; egli basa il suo giudizio sul fatto di un aumento di terreni incolti e di prezzi antieconomici.
La popolazione scolastica è di 80 scolari in 6 classi.
Una ventina di televisioni, due bar, il Circolo Enal e il Circolo Combattenti, la cantina sociale, sono punto di ritrovo degli abitanti. Vi è un ospizio dei vecchi.
L’Azione Cattolica non è sentita; non vogliono impegnarsi. Giovani e Uomini Cattolici sono passivi per tutto.
L’anno scorso, subito dopo un corso di esercitazioni per il “mondo migliore”, dal Vicario fu inviato un questionario in cui si domandava:
Vorresti iscriverti all’Azione Cattolica? Poche sono state le risposte positive.
Fareste la Comunione quotidiana? Nessuna risposta e un commento raccolto: è impossibile vivere senza peccato mortale.
E’ più attiva la Gioventù Femminile per l’opera di due brave dirigenti. Le Donne Cattoliche non hanno elementi qualificati.
Quattro sono le Messe festive. La sede di Azione Cattolica è con televisione e sala per divertimento.
Il Parroco è favorevole sulla possibilità di riunione del Clero per Azione Cattolica. Egli indica due nomi da tenere presenti: Marelli Stefano e Costelli Pia.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale per la costituzione e la funzionalità della Giunta parrocchiale; sulla vitalità delle associazioni e sull’impegno di lavoro, mezzo di acquisto dei giovani, unito a un’opera continua e spicciola, personale di convinzione. Ho altresì riferito sulla Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.     




[1] Dal suo libro: Waprosy, Lenisme – pag.102
[2] Statuto del Partito comunista russo, art.13
[3] Josip Broz (1892-1980) Dal 1939 Segretario generale de Partito Comunista jugoslavo 
[4] Segretario del Partito Comunista d’Italia
[5] Esponente del P.C.I.
[6] Piccolo paese della Bassa emiliana
[7] Don Camillo è un personaggio letterario creato da Giovannino Guareschi (1908-1968), opposto all'antagonista amico-nemico Peppone 

domenica 14 febbraio 2016

Stazione Portacomaro


La popolazione è di 860 anime. Portacomaro Stazione ha un centro (360 abitanti), case sparse e gruppi di fabbricati molto lontani (Poggio, Avidani). Il territorio è diviso in zona pianeggiante e fascia collinare. E’ presente qualche piccola industria locale (falegnameria, vini).
Tutti i giovani lavorano in città (manovalanza, impiegati, ferrovia). Pochissimi sono quelli che lavorano la terra (4-6 in tutto). Anche le ragazze sono commesse, impiegate, camiciaie, in Asti.
Oltre un centinaio sono gli immigrati: veneti in maggioranza (buoni) e due famiglie meridionali.
La religiosità è formale e senza convinzione. In località Avidani regna l’anticlericalismo, in antitesi alle tante famiglie buone della Parrocchia. La moralità della gioventù è discutibile; al Parroco preoccupano più le ragazze. Le donne delle passate associazioni parrocchiali hanno sposato comunisti e hanno fatto parlare di sé. Molte di loro, fidanzandosi, hanno rotto ogni rapporto.
Pare vi siano 40 iscritti al Partito Comunista. Nelle ultime elezioni 62 voti sono andati ai comunisti, 73 ai socialisti, su 617 votanti.
Nonostante vi siano numerose famiglie benestanti, il benessere economico è medio. Nel concentrico ci sono due bar e una società agricola operaia, con 100 iscritti. Si moltiplicano le televisioni pubbliche e private.
La televisione offre occasione a uscire da casa, non essendo presente in ciascuna famiglia. Così ogni iniziativa naufraga, anche sul piano pastorale. La proposta di una “Scola Cantorum” è naufragata. 
Il Parroco ritiene che l’Azione Cattolica, come impostazione di lavoro, sia tuttora valida. Teme la negatività dell’ambiente chiuso dell’associazione, intesa come gruppo a sé, isolato, di prescelti. I parrocchiani che non sono nelle associazioni potrebbero pensare che non interessi loro. La Gioventù Femminile non è costante. Gli Uomini Cattolici (30 iscritti) sono presenti in 6-7 alle adunanze; non è concepito l’apostolato. Su 40 iscritte, tutte anziane, le Donne Cattoliche sono presenti in 12-13.
Secondo il Parroco occorre parlare di meno e agire di più, senza accennare troppo la distinzione di gruppi. Chiede un rapporto più frequente tra Centro e Parrocchia, è di parere favorevole per un incontro tra Centro diocesano e Clero diocesano, o eventualmente per una giornata del Clero per l’Azione Cattolica.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale, in particolare sulla funzionalità della Giunta parrocchiale e sull’attuazione della Campagna annuale con le iniziative ritenute idonee, sul tema “Messaggio della Salvezza”.

giovedì 11 febbraio 2016

Scurzolengo


Scurzolengo è paese in collina di 1000 abitanti, più di trent’anni fa 1650.
Oltre 750 persone sono emigrate a Torino (70 famiglie), Milano, Genova, in America. Gli immigrati sono 300, in prevalenza veneti. Molte sono le case vuote; i mezzadri se ne vanno per scarso reddito economico.
Il Credo religioso, dichiarato dal Parroco, è soddisfacente anche se discreto. La frequenza alla Chiesa è raddoppiata in confronto a quella degli anni precedenti. I giovani di questi ultimi periodi sono migliori. I veneti non frequentano. Sono definiti, duramente dal Parroco, impostori, bestemmiatori, falsi.
A mia domanda: proprio tutti? Certo che no, ci sono famiglie buone. E’ vero però che preferisco l’indifferenza dei piemontesi locali alle virtù dei veneti. I nostri rovinano i veneti con l’indifferenza; i veneti rovinano i nostri con la loro immoralità.
I vecchi sono quelli che sono. Scurzolengo è patria di Vigna[1], e permangono negli anziani le tradizioni ideologiche diffuse da quel socialista, che ha stampato il suo marchio nell’ultimo ventennio dell’ottocento e nei primi anni di questo secolo. Un certo Manzone ospitava Vigna in paese, in carrozza lo accompagnava per i centri abitati della zona per la propaganda, dando esca al diffondersi del socialismo. In Scurzolengo il latifondo era diviso tra la Parrocchia e alcune famiglie signorili. La Parrocchia possedeva, allora, 118 giornate di terreno[2]. I vecchi signori non davano esempio di costumatezza, anzi tenevano condotta cattiva ed erano irreligiosi, lontani dalla Chiesa e dalla giustizia. Bisogna, quindi, considerare il socialismo di Scurzolengo come una reazione alla situazione del tempo, nel triste contrasto della miseria diffusa e del benessere riservato a pochi. I vecchi socialisti, per reazione al fascismo, divennero comunisti.
Per tanto tempo la situazione religiosa fu caratterizzata da indifferenza, ostilità, anticlericalismo; tale contesto, in parte, rimane tuttora. Oggi non vi è più lotta contro il prete; la deferenza caratterizza i rapporti tra i social comunisti di Scurzolengo e il loro Parroco[3].
L’amministrazione comunale è sempre stata appannaggio dei social comunisti. Nelle ultime elezioni amministrative ha vinto la Democrazia Cristiana per un voto (392 contro 391). La vittoria è dovuta al lavoro intenso, continuo, capillare.
Le sepolture civili sono state 12 in tredici anni. Nel segno del mutamento di certe posizioni e dell’evoluzione del tempo sta questo fatto: l’ultimo acceso comunista quest’anno è morto avendo ricevuto i Sacramenti; i funerali sono stati solenni.
I famigliari dei social comunisti frequentano la Chiesa, tranne alcuni. Il 10% delle donne sono lontane dalla Chiesa, gli uomini e i giovani di più.
La gioventù è poca e non vi sono giovani che diano scandalo. L’immoralità è fra i coniugati e tra i veneti. Si lavora al dì di festa.
La popolazione scolastica comprende 45 elementi per 5 classi. Nell’asilo infantile ci sono 25 bambini.
Per divertirsi ci sono due osterie e il Circolo Coltivatori Diretti – Donne Rurali. Sulla televisione il giudizio del Parroco è negativo.
L’Azione Cattolica non esiste. Organizzare i giovani è prematuro; le ragazze sono troppo frivole. Il Sacerdote intrattiene i ragazzi prima dei Vespri e fa loro Catechismo. Vi sono due Compagnie religiose, anche a esse impartisce istruzione riguardante la religione.
In un prossimo avvenire si potrà organizzare un piccolo gruppo di uomini di Azione Cattolica; un più nutrito gruppo di donne e ragazzi.
Non da tutti i democristiani è dato buon esempio. Molti di essi non frequentano la Chiesa o la frequentano poco.
Il Parroco ritiene di potere svolgere un utile lavoro intervenendo personalmente in ogni attività e organizzazione. Infatti, egli è Amministratore della Cantina Sociale, Segretario della Mutua Comunale Coltivatori Diretti. E’ nel Circolo Coltivatori Diretti, nel Gruppo delle Donne Rurali. Ritiene che questi rapporti personali e continui siano utili e che gli permettano di suggerire, consigliare e indirizzare proficuamente.
La presenza anche di un solo ramo dell’Azione Cattolica organizzato nella Parrocchia di Scurzolengo rappresenterà, certamente, un evento di notevole significato.


[1] Annibale Vigna (1862-1924). Tra Ottocento e Novecento guidò il Partito Socialista autonomo astigiano. Giurista, deputato, fu sindaco di Asti.    
[2] Una giornata piemontese equivale a 3810 m² (un quadrato di circa 62 metri di lato)
[3] Monsignor Spandre, Vescovo di Asti dal 12 giugno 1909 al 1932, soleva dire che le Parrocchie più disgraziate della Diocesi erano quelle di Corsione, Migliandolo, Scurzolengo (da documento).

lunedì 8 febbraio 2016

Migliandolo


Il paese di 600 abitanti, in zona collinare, è frazione di Portacomaro (5 Km). Metà dei residenti gravita sulla Parrocchia, una parte su Quarto e una parte su Castiglione con cui confina.
I fedeli che gravitano su Quarto, secondo il Parroco, non frequentano la Chiesa o la frequentano pochissimo (40 famiglie – 120 abitanti). Sono deferenti e rispettosi verso il Sacerdote, fanno offerte, ma non obbediscono. Si raccolgono i frutti del vuoto religioso del passato, in cui per ben due anni non furono fatte le Prime Comunioni.
Nelle ultime elezioni i Comunisti hanno preso 55 voti, i Socialisti 70, Saragat 36, la Democrazia Cristiana 110. La corrente politica di Saragat è ormai scomparsa, essendo il precedente apporto di 36 voti frutto di propaganda, poiché l’onorevole Romita, allora ministro, aveva fatto costruire un ponte. I comunisti non sono convinti; l’anticlericalismo è sordo, non apparente. Singolarmente, dice il Parroco, ogni comunista è un “bonus vir”[1]. In massa o riuniti si sentono forti e sono ostili. Sono ancora gli eredi della tradizione di Vigna[2], che ha lasciato molte tracce in queste terre; tradizione che si va estinguendo e non raccoglie più i richiami del passato. Vi sono donne comuniste e lontane dalla Chiesa. Un anno fa vi è stata una sepoltura civile.
Queste sono zone in cui non si vuole che il Parroco comandi. I commenti della gente sul Prete sono sempre i soliti: sta bene, fa niente, dice soltanto storie, noi invece dobbiamo lavorare. Religiosamente la situazione è quella che è. In confronto a quella del passato è migliorata.
La popolazione è costituita per un terzo da immigrati, specialmente veneti. I veneti si sono fin troppo ambientati e hanno imparato dai locali. Il loro linguaggio è vergogna dell’uomo e lavorano di festa. I meridionali non sono da meno. Un terzo della popolazione si vede a Messa solo a Pasqua e a Natale, se si vede; un terzo frequenta saltuariamente; un terzo frequenta regolarmente. Il Parroco dice che si è perduto il senso del bene e del male, conseguenza dell’ignoranza religiosa.
La gioventù l’avrebbe in mano l’Arciprete, fatta eccezione di alcuni giovani comunisti. Venti ragazzi vanno a lavorare fuori e di domenica lavorano la propria terra. 
Le ragazze da marito sono 4-5, le sposate emigrano.Sulla moralità delle giovani non può dire molto. 
Il Parroco trova molta difficoltà ad avvicinare gli uomini.
L’oratorio è nuovo ed è bello, con sale per riunioni e per divertimento, con televisione. Prima nessuno frequentava l’oratorio, ora si presenta qualcuno. Senza la televisione i ragazzi non frequentavano l’oratorio, né andavano in Chiesa. 
Il giudizio sui programmi televisivi è più negativo che positivo.
Il Parroco ha fatto sermoni sul Testo, pur non avendo Azione Cattolica. Vi hanno partecipato da 7 a 8 giovani. Qualche anno fa alla Messa festiva erano presenti pochissime persone, ora sono 50-60.
Il circolo ACLI raggiunge i 100 soci (circa 60 famiglie sulle 180 della Parrocchia). Sono gli elementi migliori. Durante l’inverno il Parroco fa riunioni, per gioventù maschile e femminile, per uomini e donne, con istruzione religiosa. Egli cura molto l’oratorio e i ragazzi. Con l’oratorio ha visto un aumento di 2000 comunioni in un anno.
In Paese c'è il Circolo Enal (comunista) e una trattoria. Tre sono le televisioni private e tre pubbliche. La popolazione scolastica conta 25 alunni per 5 classi. Le nascite sono da 6 a 7 l’anno.
L’Azione Cattolica non esiste. Nel prossimo futuro il Sacerdote vede alcune possibilità. Non ha trovato un uomo di fiducia e sulla gioventù non vi è da fare assegnamento perché, a un dato momento, se ne va.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale, specialmente per la micro - giunta e per l’attuazione, con le iniziative che riterranno idonee, della Campagna annuale dell’Azione Cattolica sul tema “Messaggio della Salvezza”.






[1] Un uomo buono.
[2] Tradizioni ideologiche diffuse dal socialista Annibale Vigna (1862-1924). Tra Ottocento e Novecento guidò il Partito Socialista autonomo astigiano. Giurista, deputato, fu sindaco di Asti.   

domenica 7 febbraio 2016

Castiglione


Castiglione è frazione di Asti, in fascia collinare. Fino al 1935 era Comune, poi il paese fu aggregato ad Asti, distante 5 chilometri. Al momento la popolazione è di 750 abitanti.
L’emigrazione, che in passato era scarsa, in questo periodo tende ad aumentare. L’immigrazione è di veneti e meridionali.
Vi è indifferenza religiosa ed esiste anticlericalismo per la presenza di comunisti. Nelle ultime elezioni ai comunisti sono andati 50 voti, oltre a quelli socialisti. Soltanto nelle elezioni amministrative ha vinto la Democrazia Cristiana. La propaganda dei singoli elementi comunisti è spicciola, personale, subdola.
Vi sono famiglie buone, ma soltanto per sé; non tanto buone da lanciarsi decisamente nell’azione apostolica, superando il rispetto umano[1] e il timore della critica. Una sola famiglia di veneti frequenta la Chiesa; gli altri sono peggiori dei nostri lontani. Anche i meridionali frequentano poco. Il Parroco sospetta azioni di propaganda comunista nell’ambiente degli immigrati, propaganda sicuramente proficua. Egli ritiene che la percentuale degli assenti permanenti dalla Chiesa sia piuttosto alta; dare un giudizio è difficile perché, in parte, vanno alle funzioni domenicali di val Cassera, in parte a Portacomaro o ad Asti.
Le donne dei comunisti frequentano in parte; i figli sono battezzati e fanno la Prima Comunione e la Cresima. I genitori accompagnano i figli dalle Suore Stefanine dell’asilo; non rifiutano la benedizione delle case, anzi ci tengono molto. E’ contraddizione forse solo apparente. Più che un atteggiamento voluto, è espressione di un comunismo di maniera. Vi è deferenza dei comunisti verso il Parroco.
Le condizioni economiche sono medie. Si lavora anche la domenica. La gioventù abbandona il lavoro di campagna. I ragazzi lavorano in città, prevalentemente come manovali edili; le fanciulle, in parte, vanno alla Sisa. Se si sposano, vanno ad abitare in città.
Il numero della popolazione scolastica è di 34 alunni, di cui parecchi immigrati. Una decina di ragazzi studia ad Asti.
Vi sono elementi buoni nella gioventù, sia maschile sia femminile, però la nota generale è la grande leggerezza di carattere. Sono frivoli, tendono soprattutto al divertimento che forma regola della loro vita. Non vi è, secondo il Parroco, una preoccupante crisi sul piano morale della gioventù della Parrocchia. Non è a conoscenza di fatti scandalosi. Il ballo è il divertimento preferito.
Nella Parrocchia vi sono 4 casi di conviventi.
In paese esiste un albergo, il dopolavoro, dieci televisioni, fra pubbliche e private. Sulla TV il giudizio del Parroco è negativo.
Di Azione Cattolica esistono tutti i 4 rami, con pochi elementi per ogni associazione: Unione Uomini (8), Unione donne (12), Gioventù Maschile (8), Gioventù Femminile (9). Tutti si lamentano delle tessere; le tessere sono pagate dai soci, non dal Parroco. Le adunanze del periodo invernale - primaverile sono poco frequentate. La Gioventù Maschile frequenta più della Gioventù Femminile e s’interessa maggiormente. Le ragazze dicono: se ci mettiamo nell’Azione Cattolica, non possiamo più andare a ballare. Il significato e la ragione dell’A.C. è ancora inteso soltanto come tesseramento, specie per i giovani. Uomini e Donne vorrebbero fare, ma hanno rispetto umano e temono il giudizio degli altri. La Giunta parrocchiale non è costituita, annullando così la collaborazione in senso apostolico. Talora i genitori sollevano obbiezioni all’appartenenza dei giovani all’Azione Cattolica (devono lavorare, studiare). La sede è in canonica.
Ho riferito sulla raccomandazione della Presidenza Generale, sulla costituzione e funzionalità della Giunta parrocchiale, sull’impegno di lavoro dei Soci e in particolare sull’attuazione della Campagna annuale 1960-61 sul tema: “Messaggio della Salvezza”.





[1] Eccessiva considerazione per ciò che gli altri pensano o dicono di noi, condizionando il nostro comportamento.

giovedì 4 febbraio 2016

Castell'Alfero


Con popolazione di 1700 abitanti Castell’Alfero è divisa tra concentrico, piana e frazione Serra Perno (abitata quasi tutta da immigrati).
L'emigrazione dei giovani è verso Torino e Genova. L'insediamento di veneti e meridionali raggiunge le 500 unità. Frequentano poco la Chiesa, specialmente gli uomini, e sono di moralità discutibile. Il proverbio “non fare di tutta l’erba un fascio” è valido anche per gli immigrati, in Parrocchia vi sono molte famiglie buone.   
La religiosità è formale, c’è indifferentismo. Il 70% dei fedeli frequenta regolarmente la Messa, il resto di tanto in tanto e 40 persone sono lontane.
Nelle ultime elezioni politiche i comunisti hanno avuto 50 voti. Pochi sono i comunisti convinti, attivisti, abbonati al giornale politico “Unità” (3-4). Gli altri comunisti sono definiti dal Parroco “pecoroni”.
L’Arciprete giudica la gioventù un po’ sfasata, anche se tutti frequentano la Chiesa (eccezione per 4-5 ragazzi). Il ballo è in decadenza, è il tempo della televisione. Sul piano morale le ragazze sono ancora perbene; più discutibile è la moralità dei coniugati.
Il cinema, che prima era gestito sul piano industriale, è diventato cinema parrocchiale. Esiste ancora l'Enal, miscuglio di varie tendenze: Acli, Coltivatori Diretti. Nella piana di Castell'Alfero una fornace da lavoro a 127 operai; il pieno delle maestranze dovrebbe essere di 145.
C'è l'asilo sia nel paese sia nella piana. Gli scolari delle elementari superano il centinaio. Nella piana vi è la scuola media con 70 alunni, provenienti dai paesi vicini.
Il Parroco fa un breve accenno all’Azione Cattolica prima di allontanarsi per poter officiare la funzione di San Rocco. L'Azione Cattolica è in ribasso in tutti i suoi rami: sia come spirito di partecipazione, sia come impegno e adesioni. Prevale l'indifferenza.

L'indifferenza è un fatto questo che si rivela assai di frequente e viene da più parti denunciato: la perdita del mordente necessario per risvegliare nell’animo e nel cuore dei cattolici il senso del dovere e della responsabilità dei veri cristiani. Perché avviene ciò? E’ nell'evoluzione storica verso nuove forme di Apostolato, o si deve ricercare nella deficienza dei metodi attuali per difetto della volontà umana? Certo è che il fenomeno esiste e se lo afferma con sicurezza un anziano Parroco, che ha vissuto per oltre 50 anni i migliori tempi dell’Azione Cattolica, è perché tale fenomeno è vero e reale. D'altra parte lo affermano anche i Sacerdoti più giovani, che non hanno vissuto i vecchi e veri entusiasmi. Nel vecchio Sacerdote vi è il rimpianto accorato dei tempi passati; nei giovani il disagio dei tempi attuali e il desiderio di tempi nuovi.
Non vi è rottura tra le due epoche, né antitesi fra ciò che un’epoca rimpiange e l'altra auspica: la finalità è che l'Azione Cattolica viva, prosperi, abbia prestigio; sia veramente una forma, una testimonianza, una milizia per la Chiesa e per Dio. Come rendere l'Azione Cattolica nuovo punto di convergenza di tutte le migliori energie? E’ il problema di oggi, problema nostro, di tutti noi, di ciascuno di noi: problema di volontà tenace, di dedizione, d’idee chiare, d’impostazioni di lavoro non assurde ma chiare e lineari; di lavoro non personale, ma collegato e unitario; di testimonianza non isolata ma unitaria; di buon esempio, di sfruttamento di ogni buona volontà, di ogni buona disposizione, di ogni offerta di prova disinteressata e assoluta, lontana da ogni ambizione e arrivismo.   
Se tutto ciò sarà nel nostro bagaglio di partenza, qualche cosa si farà certamente. Non bisogna fare del numero la legge indispensabile dell'Azione Cattolica e identificare Azione Cattolica con tesseramento. E’ necessario creare un buon nucleo di Dirigenti, trovare iniziative e nuove forme d’impegno, perché l'impegno di lavoro per ciascuno di noi e per ciascuno dei nostri amici è condizione indispensabile. Tutto ciò non sarà facile, ma si riuscirà e si riuscirà bene.

martedì 2 febbraio 2016

Caniglie


Caniglie è frazione a 3 chilometri da Asti.
La Parrocchia è un insieme di case sparse; il gruppo più consistente è quello di Casa dei Coppi. Il numero mutevole degli abitanti (340) è dovuto ai facili spostamenti delle famiglie con conseguente variazione nella consistenza della Parrocchia. Si sono insediati una sessantina fra veneti e meridionali; di essi qualche famiglia è buona. Il 50% degli uomini immigrati non frequenta la Chiesa.
Il Parroco non può controllare la situazione religiosa di Casa dei Coppi, i cui abitanti, in preferenza, si recano ad Asti o alla Stazione di Portacomaro per maggior comodità, la domenica.
E’ presente qualche comunista, specie tra i veneti. Questi assimilano più facilmente le cose peggiori.
Nel periodo estivo e dei lavori, la percentuale di frequenza alla Chiesa non raggiunge il 50%. Nel periodo invernale è maggiore, ma la valutazione delle percentuali di frequenza presenta notevoli difficoltà per la particolare fisionomia della Parrocchia.
Molti ragazzi non si vedono la domenica in Chiesa; le ragazze frequentano. Il pomeriggio, i giovani di ambo i sessi non si vedono più, girano molto tra cinema e ballo. Superficialità e frivolità sono i mali della gioventù d’oggi, specie di chi anela a emanciparsi.
Il Parroco ha l’impressione che la religiosità in generale e dei giovani in particolare sia in declino. I ragazzi di oggi non si danno alcun pensiero della religione. Sono pochi i giovani buoni e convinti. 
Sono rappresentati tutti i rami di Azione Cattolica.