Ecco, ci risiamo! Il richiamo alla politica attiva
astigiana ha nuova forma. E’ quello che ho pensato ieri sera, dopo la riunione
della Giunta diocesana, quando chi mi ha proposto in direzione D.C. si è
prestato ad accompagnarmi lungo strade e colline, che a suo dire conosce molto
bene.
Già da subito, appena partiti destinazione
Castagnole Monferrato, iniziano da parte del mio interlocutore citazioni e
asserzioni che lo impegnano in un appassionato ragionamento. Cerco di
riassumere, non assicurando la precisione di ogni affermazione.
Il comunismo rispetta la religione?
Come no. Anche troppo! Infatti, Lenin dice: “Il
comunista deve essere nemico della religione”. Stalin dice: “Il Partito
Comunista non può essere neutrale riguardo alla religione e svolge una
propaganda contro la religione” - “L’attività
antireligiosa è un dovere per ogni iscritto al Partito Comunista”.
Tempi passati questi, oggi il comunismo è cambiato.
Prendiamo il comunismo di oggi. Nella Jugoslavia
rossa del maresciallo Tito...
Ma il comunismo italiano è diverso e rispetta la
religione.
Palmiro Togliatti e
Luigi Longo
non fanno altro che ricordare Carlo Marx e la sua dottrina. Carlo Marx è il
fondatore della dottrina del materialismo che non ammette Dio e combatte la
religione. Il socialismo è fratello del comunismo poiché anche di questo è
maestro. Questa è la realtà: il social comunismo è materialista, è ateo, è
tiranno, è violento, è dittatura.
L’argomento è interessante ma non posso e non sono
capace di interloquire. Un suggerimento per cambiare discorso è la notizia
apparsa oggi sui giornali: sul set di Brescello si
gira il quarto episodio di don Camillo e Peppone. Poche
battute sul tema e Castagnole è alle porte. Il Vicario aspetta.
Il Comune di Castagnole Monferrato, di 1200 abitanti,
si estende in collina tra concentrico e più frazioni. La Parrocchia perde una
frazione, Valvinera, che fa capo a Refrancore.
Il Vicario distingue senso religioso da pratica
religiosa; per certi parrocchiani perdere una Messa non è ragione di alcuno
scrupolo. I praticanti sono valutati nel 50%, gli altri sono presenti
saltuariamente o non si presentano ai Sacramenti se non per matrimoni,
battesimi e altro.
L’emigrazione è discreta e gli immigrati (200) sono
in maggioranza veneti, poi siciliani, calabresi, napoletani. I veneti
frequentano la Chiesa a differenza degli altri. Tra i meridionali vi sono
adulti senza Comunione e senza Cresima.
Il social comunismo è diffuso. Alle elezioni
politiche del 1958 i comunisti hanno preso 357 voti, i socialisti 117, Saragat
87, la Democrazia Cristiana 530 (nel conteggio sono compresi i voti di parte
dei Valenzani che è Parrocchia). Il comunismo il Parroco lo interpreta come
anticlericalismo. I comunisti, che non conoscono Marx e la sua dottrina, vedono
nella Chiesa un’alleata di una classe privilegiata. Criticano le pecche dei
cattolici, e traggono argomento e materia di propaganda ostile da ogni
occasione e da ogni intervento che non collimi con i loro interessi. D’altra
parte ciò è favorito da un’acrimonia profonda di tutti, anche dei Coltivatori
Diretti, contro la politica rurale e in particolare vinicola del governo.
Vi sono comunisti convinti, ma in numero assai
limitato; i famigliari dei comunisti attivisti non frequentano la Chiesa. In
tutti gli altri v’è un’aperta contraddizione con se stessi e con la loro
condotta: non si oppongono a che i famigliari, per la massima parte dei casi,
frequentino la Chiesa e i Sacramenti; i bimbi partecipano all’oratorio e fanno
solennemente la Prima Comunione. Un solo comunista non accetta la benedizione
della casa; dal dopoguerra ci sono state 5-6 sepolture civili, e pare abbiano
vergogna di farle. In tutta la loro condotta v’è rispetto umano, questa volta
salutare, che tutti i cattolici possono approvare.
Tutta la gioventù passa dall’oratorio. Il Circolo
Cattolico non comporta una tessera, ma obbliga con la frequenza al Circolo alla
frequenza alle funzioni religiose.
La gioventù maschile e femminile è scadente sul
piano morale. Sono sempre in affannosa ricerca del piacere materiale, mangiare,
divertirsi. Per la festa del paese, in questo mese, hanno ingaggiato Nicola
Arigliano, cantante di canzoni per una sera, al prezzo di 350.000 lire. L’anno
scorso hanno organizzato una sfilata di moda. Il Vicario non sa più se i
giovani credono ancora nel Paradiso.
I giovani non trovano a sposarsi in paese perché le
ragazze vogliono andare in città. Sono 80-90 i giovani da sposare, contro 40
ragazze. Il ballo è ancora il divertimento preferito.
Anche fra i maritati vi è un livello medio di morale
e due casi di convivenza.
Lo stato economico è buono; spendono e si divertono.
Sembrerebbe che l’acrimonia, di cui si è parlato, sia provocata dal non poter
guadagnare di più per spendere di più. Il Vicario teme che si vada verso un
periodo di disagio economico; egli basa il suo giudizio sul fatto di un aumento
di terreni incolti e di prezzi antieconomici.
La popolazione scolastica è di 80 scolari in 6
classi.
Una ventina di televisioni, due bar, il Circolo Enal
e il Circolo Combattenti, la cantina sociale, sono punto di ritrovo degli
abitanti. Vi è un ospizio dei vecchi.
L’Azione Cattolica non è sentita; non vogliono impegnarsi.
Giovani e Uomini Cattolici sono passivi per tutto.
L’anno scorso, subito dopo un corso di esercitazioni
per il “mondo migliore”, dal Vicario fu inviato un questionario in cui si
domandava:
Vorresti iscriverti all’Azione Cattolica? Poche sono
state le risposte positive.
Fareste la Comunione quotidiana? Nessuna risposta e
un commento raccolto: è impossibile vivere senza peccato mortale.
E’ più attiva la Gioventù Femminile per l’opera di
due brave dirigenti. Le Donne Cattoliche
non hanno elementi qualificati.
Quattro sono le Messe festive. La sede di Azione
Cattolica è con televisione e sala per divertimento.
Il Parroco è favorevole sulla possibilità di
riunione del Clero per Azione Cattolica. Egli indica due nomi da tenere
presenti: Marelli Stefano e Costelli Pia.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza
Generale per la costituzione e la funzionalità della Giunta parrocchiale; sulla
vitalità delle associazioni e sull’impegno di lavoro, mezzo di acquisto dei
giovani, unito a un’opera continua e spicciola, personale di convinzione. Ho
altresì riferito sulla Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della
Salvezza”.