domenica 7 febbraio 2016

Castiglione


Castiglione è frazione di Asti, in fascia collinare. Fino al 1935 era Comune, poi il paese fu aggregato ad Asti, distante 5 chilometri. Al momento la popolazione è di 750 abitanti.
L’emigrazione, che in passato era scarsa, in questo periodo tende ad aumentare. L’immigrazione è di veneti e meridionali.
Vi è indifferenza religiosa ed esiste anticlericalismo per la presenza di comunisti. Nelle ultime elezioni ai comunisti sono andati 50 voti, oltre a quelli socialisti. Soltanto nelle elezioni amministrative ha vinto la Democrazia Cristiana. La propaganda dei singoli elementi comunisti è spicciola, personale, subdola.
Vi sono famiglie buone, ma soltanto per sé; non tanto buone da lanciarsi decisamente nell’azione apostolica, superando il rispetto umano[1] e il timore della critica. Una sola famiglia di veneti frequenta la Chiesa; gli altri sono peggiori dei nostri lontani. Anche i meridionali frequentano poco. Il Parroco sospetta azioni di propaganda comunista nell’ambiente degli immigrati, propaganda sicuramente proficua. Egli ritiene che la percentuale degli assenti permanenti dalla Chiesa sia piuttosto alta; dare un giudizio è difficile perché, in parte, vanno alle funzioni domenicali di val Cassera, in parte a Portacomaro o ad Asti.
Le donne dei comunisti frequentano in parte; i figli sono battezzati e fanno la Prima Comunione e la Cresima. I genitori accompagnano i figli dalle Suore Stefanine dell’asilo; non rifiutano la benedizione delle case, anzi ci tengono molto. E’ contraddizione forse solo apparente. Più che un atteggiamento voluto, è espressione di un comunismo di maniera. Vi è deferenza dei comunisti verso il Parroco.
Le condizioni economiche sono medie. Si lavora anche la domenica. La gioventù abbandona il lavoro di campagna. I ragazzi lavorano in città, prevalentemente come manovali edili; le fanciulle, in parte, vanno alla Sisa. Se si sposano, vanno ad abitare in città.
Il numero della popolazione scolastica è di 34 alunni, di cui parecchi immigrati. Una decina di ragazzi studia ad Asti.
Vi sono elementi buoni nella gioventù, sia maschile sia femminile, però la nota generale è la grande leggerezza di carattere. Sono frivoli, tendono soprattutto al divertimento che forma regola della loro vita. Non vi è, secondo il Parroco, una preoccupante crisi sul piano morale della gioventù della Parrocchia. Non è a conoscenza di fatti scandalosi. Il ballo è il divertimento preferito.
Nella Parrocchia vi sono 4 casi di conviventi.
In paese esiste un albergo, il dopolavoro, dieci televisioni, fra pubbliche e private. Sulla TV il giudizio del Parroco è negativo.
Di Azione Cattolica esistono tutti i 4 rami, con pochi elementi per ogni associazione: Unione Uomini (8), Unione donne (12), Gioventù Maschile (8), Gioventù Femminile (9). Tutti si lamentano delle tessere; le tessere sono pagate dai soci, non dal Parroco. Le adunanze del periodo invernale - primaverile sono poco frequentate. La Gioventù Maschile frequenta più della Gioventù Femminile e s’interessa maggiormente. Le ragazze dicono: se ci mettiamo nell’Azione Cattolica, non possiamo più andare a ballare. Il significato e la ragione dell’A.C. è ancora inteso soltanto come tesseramento, specie per i giovani. Uomini e Donne vorrebbero fare, ma hanno rispetto umano e temono il giudizio degli altri. La Giunta parrocchiale non è costituita, annullando così la collaborazione in senso apostolico. Talora i genitori sollevano obbiezioni all’appartenenza dei giovani all’Azione Cattolica (devono lavorare, studiare). La sede è in canonica.
Ho riferito sulla raccomandazione della Presidenza Generale, sulla costituzione e funzionalità della Giunta parrocchiale, sull’impegno di lavoro dei Soci e in particolare sull’attuazione della Campagna annuale 1960-61 sul tema: “Messaggio della Salvezza”.





[1] Eccessiva considerazione per ciò che gli altri pensano o dicono di noi, condizionando il nostro comportamento.

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