Castiglione è frazione di Asti, in fascia collinare.
Fino al 1935 era Comune, poi il paese fu aggregato ad Asti, distante 5
chilometri. Al momento la popolazione è di 750 abitanti.
L’emigrazione, che in passato era scarsa, in questo
periodo tende ad aumentare. L’immigrazione è di veneti e meridionali.
Vi è indifferenza religiosa ed esiste anticlericalismo
per la presenza di comunisti. Nelle ultime elezioni ai comunisti sono andati 50
voti, oltre a quelli socialisti. Soltanto nelle elezioni amministrative ha
vinto la Democrazia Cristiana. La propaganda dei singoli elementi comunisti è
spicciola, personale, subdola.
Vi sono famiglie buone, ma soltanto per sé; non
tanto buone da lanciarsi decisamente nell’azione apostolica, superando il
rispetto umano[1]
e il timore della critica. Una sola famiglia di veneti frequenta la Chiesa; gli
altri sono peggiori dei nostri lontani. Anche i meridionali frequentano poco.
Il Parroco sospetta azioni di propaganda comunista nell’ambiente degli
immigrati, propaganda sicuramente proficua. Egli ritiene che la percentuale
degli assenti permanenti dalla Chiesa sia piuttosto alta; dare un giudizio è
difficile perché, in parte, vanno alle funzioni domenicali di val Cassera, in
parte a Portacomaro o ad Asti.
Le donne dei comunisti frequentano in parte; i figli
sono battezzati e fanno la Prima Comunione e la Cresima. I genitori
accompagnano i figli dalle Suore Stefanine dell’asilo; non rifiutano la
benedizione delle case, anzi ci tengono molto. E’ contraddizione forse solo
apparente. Più che un atteggiamento voluto, è espressione di un comunismo di
maniera. Vi è deferenza dei comunisti verso il Parroco.
Le condizioni economiche sono medie. Si lavora anche
la domenica. La gioventù abbandona il lavoro di campagna. I ragazzi lavorano in
città, prevalentemente come manovali edili; le fanciulle, in parte, vanno alla
Sisa. Se si sposano, vanno ad abitare in città.
Il numero della popolazione scolastica è di 34 alunni,
di cui parecchi immigrati. Una decina di ragazzi studia ad Asti.
Vi sono elementi buoni nella gioventù, sia maschile
sia femminile, però la nota generale è la grande leggerezza di carattere. Sono
frivoli, tendono soprattutto al divertimento che forma regola della loro vita.
Non vi è, secondo il Parroco, una preoccupante crisi sul piano morale della
gioventù della Parrocchia. Non è a conoscenza di fatti scandalosi. Il ballo è
il divertimento preferito.
Nella Parrocchia vi sono 4 casi di conviventi.
In paese esiste un albergo, il dopolavoro, dieci
televisioni, fra pubbliche e private. Sulla TV il giudizio del Parroco è
negativo.
Di Azione Cattolica esistono tutti i 4 rami, con
pochi elementi per ogni associazione: Unione Uomini (8), Unione donne (12),
Gioventù Maschile (8), Gioventù Femminile (9). Tutti si lamentano delle
tessere; le tessere sono pagate dai soci, non dal Parroco. Le adunanze del
periodo invernale - primaverile sono poco frequentate. La Gioventù Maschile
frequenta più della Gioventù Femminile e s’interessa maggiormente. Le ragazze
dicono: se ci mettiamo nell’Azione Cattolica, non possiamo più andare a
ballare. Il significato e la ragione dell’A.C. è ancora inteso soltanto come
tesseramento, specie per i giovani. Uomini e Donne vorrebbero fare, ma hanno
rispetto umano e temono il giudizio degli altri. La Giunta parrocchiale non è
costituita, annullando così la collaborazione in senso apostolico. Talora i
genitori sollevano obbiezioni all’appartenenza dei giovani all’Azione Cattolica
(devono lavorare, studiare). La sede è in canonica.
Ho riferito sulla raccomandazione della Presidenza
Generale, sulla costituzione e funzionalità della Giunta parrocchiale,
sull’impegno di lavoro dei Soci e in particolare sull’attuazione della Campagna
annuale 1960-61 sul tema: “Messaggio della Salvezza”.
[1] Eccessiva
considerazione per ciò che gli altri pensano o dicono di noi, condizionando il
nostro comportamento.
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