giovedì 11 febbraio 2016

Scurzolengo


Scurzolengo è paese in collina di 1000 abitanti, più di trent’anni fa 1650.
Oltre 750 persone sono emigrate a Torino (70 famiglie), Milano, Genova, in America. Gli immigrati sono 300, in prevalenza veneti. Molte sono le case vuote; i mezzadri se ne vanno per scarso reddito economico.
Il Credo religioso, dichiarato dal Parroco, è soddisfacente anche se discreto. La frequenza alla Chiesa è raddoppiata in confronto a quella degli anni precedenti. I giovani di questi ultimi periodi sono migliori. I veneti non frequentano. Sono definiti, duramente dal Parroco, impostori, bestemmiatori, falsi.
A mia domanda: proprio tutti? Certo che no, ci sono famiglie buone. E’ vero però che preferisco l’indifferenza dei piemontesi locali alle virtù dei veneti. I nostri rovinano i veneti con l’indifferenza; i veneti rovinano i nostri con la loro immoralità.
I vecchi sono quelli che sono. Scurzolengo è patria di Vigna[1], e permangono negli anziani le tradizioni ideologiche diffuse da quel socialista, che ha stampato il suo marchio nell’ultimo ventennio dell’ottocento e nei primi anni di questo secolo. Un certo Manzone ospitava Vigna in paese, in carrozza lo accompagnava per i centri abitati della zona per la propaganda, dando esca al diffondersi del socialismo. In Scurzolengo il latifondo era diviso tra la Parrocchia e alcune famiglie signorili. La Parrocchia possedeva, allora, 118 giornate di terreno[2]. I vecchi signori non davano esempio di costumatezza, anzi tenevano condotta cattiva ed erano irreligiosi, lontani dalla Chiesa e dalla giustizia. Bisogna, quindi, considerare il socialismo di Scurzolengo come una reazione alla situazione del tempo, nel triste contrasto della miseria diffusa e del benessere riservato a pochi. I vecchi socialisti, per reazione al fascismo, divennero comunisti.
Per tanto tempo la situazione religiosa fu caratterizzata da indifferenza, ostilità, anticlericalismo; tale contesto, in parte, rimane tuttora. Oggi non vi è più lotta contro il prete; la deferenza caratterizza i rapporti tra i social comunisti di Scurzolengo e il loro Parroco[3].
L’amministrazione comunale è sempre stata appannaggio dei social comunisti. Nelle ultime elezioni amministrative ha vinto la Democrazia Cristiana per un voto (392 contro 391). La vittoria è dovuta al lavoro intenso, continuo, capillare.
Le sepolture civili sono state 12 in tredici anni. Nel segno del mutamento di certe posizioni e dell’evoluzione del tempo sta questo fatto: l’ultimo acceso comunista quest’anno è morto avendo ricevuto i Sacramenti; i funerali sono stati solenni.
I famigliari dei social comunisti frequentano la Chiesa, tranne alcuni. Il 10% delle donne sono lontane dalla Chiesa, gli uomini e i giovani di più.
La gioventù è poca e non vi sono giovani che diano scandalo. L’immoralità è fra i coniugati e tra i veneti. Si lavora al dì di festa.
La popolazione scolastica comprende 45 elementi per 5 classi. Nell’asilo infantile ci sono 25 bambini.
Per divertirsi ci sono due osterie e il Circolo Coltivatori Diretti – Donne Rurali. Sulla televisione il giudizio del Parroco è negativo.
L’Azione Cattolica non esiste. Organizzare i giovani è prematuro; le ragazze sono troppo frivole. Il Sacerdote intrattiene i ragazzi prima dei Vespri e fa loro Catechismo. Vi sono due Compagnie religiose, anche a esse impartisce istruzione riguardante la religione.
In un prossimo avvenire si potrà organizzare un piccolo gruppo di uomini di Azione Cattolica; un più nutrito gruppo di donne e ragazzi.
Non da tutti i democristiani è dato buon esempio. Molti di essi non frequentano la Chiesa o la frequentano poco.
Il Parroco ritiene di potere svolgere un utile lavoro intervenendo personalmente in ogni attività e organizzazione. Infatti, egli è Amministratore della Cantina Sociale, Segretario della Mutua Comunale Coltivatori Diretti. E’ nel Circolo Coltivatori Diretti, nel Gruppo delle Donne Rurali. Ritiene che questi rapporti personali e continui siano utili e che gli permettano di suggerire, consigliare e indirizzare proficuamente.
La presenza anche di un solo ramo dell’Azione Cattolica organizzato nella Parrocchia di Scurzolengo rappresenterà, certamente, un evento di notevole significato.


[1] Annibale Vigna (1862-1924). Tra Ottocento e Novecento guidò il Partito Socialista autonomo astigiano. Giurista, deputato, fu sindaco di Asti.    
[2] Una giornata piemontese equivale a 3810 m² (un quadrato di circa 62 metri di lato)
[3] Monsignor Spandre, Vescovo di Asti dal 12 giugno 1909 al 1932, soleva dire che le Parrocchie più disgraziate della Diocesi erano quelle di Corsione, Migliandolo, Scurzolengo (da documento).

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