Scurzolengo è paese in collina di 1000 abitanti, più
di trent’anni fa 1650.
Oltre 750 persone sono emigrate a Torino (70
famiglie), Milano, Genova, in America. Gli immigrati sono 300, in prevalenza
veneti. Molte sono le case vuote; i mezzadri se ne vanno per scarso reddito
economico.
Il Credo religioso, dichiarato dal Parroco, è
soddisfacente anche se discreto. La frequenza alla Chiesa è raddoppiata in
confronto a quella degli anni precedenti. I giovani di questi ultimi periodi
sono migliori. I veneti non frequentano. Sono definiti, duramente dal Parroco,
impostori, bestemmiatori, falsi.
A mia domanda: proprio tutti? Certo che no, ci sono
famiglie buone. E’ vero però che preferisco l’indifferenza dei piemontesi
locali alle virtù dei veneti. I nostri rovinano i veneti con l’indifferenza; i
veneti rovinano i nostri con la loro immoralità.
I vecchi sono quelli che sono. Scurzolengo è patria
di Vigna[1], e
permangono negli anziani le tradizioni ideologiche diffuse da quel socialista,
che ha stampato il suo marchio nell’ultimo ventennio dell’ottocento e nei primi
anni di questo secolo. Un certo Manzone ospitava Vigna in paese, in carrozza lo
accompagnava per i centri abitati della zona per la propaganda, dando esca al
diffondersi del socialismo. In Scurzolengo il latifondo era diviso tra la
Parrocchia e alcune famiglie signorili. La Parrocchia possedeva, allora, 118
giornate di terreno[2].
I vecchi signori non davano esempio di costumatezza, anzi tenevano condotta
cattiva ed erano irreligiosi, lontani dalla Chiesa e dalla giustizia. Bisogna,
quindi, considerare il socialismo di Scurzolengo come una reazione alla
situazione del tempo, nel triste contrasto della miseria diffusa e del
benessere riservato a pochi. I vecchi socialisti, per reazione al fascismo,
divennero comunisti.
Per tanto tempo la situazione religiosa fu
caratterizzata da indifferenza, ostilità, anticlericalismo; tale contesto, in
parte, rimane tuttora. Oggi non vi è più lotta contro il prete; la deferenza
caratterizza i rapporti tra i social comunisti di Scurzolengo e il loro Parroco[3].
L’amministrazione comunale è sempre stata
appannaggio dei social comunisti. Nelle ultime elezioni amministrative ha vinto
la Democrazia Cristiana per un voto (392 contro 391). La vittoria è dovuta al
lavoro intenso, continuo, capillare.
Le sepolture civili sono state 12 in tredici anni. Nel
segno del mutamento di certe posizioni e dell’evoluzione del tempo sta questo
fatto: l’ultimo acceso comunista quest’anno è morto avendo ricevuto i
Sacramenti; i funerali sono stati solenni.
I famigliari dei social comunisti frequentano la
Chiesa, tranne alcuni. Il 10% delle donne sono lontane dalla Chiesa, gli uomini
e i giovani di più.
La gioventù è poca e non vi sono giovani che diano
scandalo. L’immoralità è fra i coniugati e tra i veneti. Si lavora al dì di
festa.
La popolazione scolastica comprende 45 elementi per
5 classi. Nell’asilo infantile ci sono 25 bambini.
Per divertirsi ci sono due osterie e il Circolo
Coltivatori Diretti – Donne Rurali. Sulla televisione il giudizio del Parroco è
negativo.
L’Azione Cattolica non esiste. Organizzare i giovani
è prematuro; le ragazze sono troppo frivole. Il Sacerdote intrattiene i ragazzi
prima dei Vespri e fa loro Catechismo. Vi sono due Compagnie religiose, anche a
esse impartisce istruzione riguardante la religione.
In un prossimo avvenire si potrà organizzare un
piccolo gruppo di uomini di Azione Cattolica; un più nutrito gruppo di donne e
ragazzi.
Non da tutti i democristiani è dato buon esempio.
Molti di essi non frequentano la Chiesa o la frequentano poco.
Il Parroco ritiene di potere svolgere un utile
lavoro intervenendo personalmente in ogni attività e organizzazione. Infatti,
egli è Amministratore della Cantina Sociale, Segretario della Mutua Comunale
Coltivatori Diretti. E’ nel Circolo Coltivatori Diretti, nel Gruppo delle Donne
Rurali. Ritiene che questi rapporti personali e continui siano utili e che gli
permettano di suggerire, consigliare e indirizzare proficuamente.
La presenza anche di un
solo ramo dell’Azione Cattolica organizzato nella Parrocchia di Scurzolengo
rappresenterà, certamente, un evento di notevole significato.
[1] Annibale
Vigna (1862-1924). Tra Ottocento e Novecento guidò il Partito Socialista
autonomo astigiano. Giurista, deputato, fu sindaco di Asti.
[2] Una giornata
piemontese equivale a 3810 m² (un quadrato di circa 62 metri di lato)
[3] Monsignor
Spandre, Vescovo di Asti dal 12 giugno 1909 al 1932, soleva dire che le
Parrocchie più disgraziate della Diocesi erano quelle di Corsione, Migliandolo,
Scurzolengo (da documento).
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