domenica 14 febbraio 2016

Stazione Portacomaro


La popolazione è di 860 anime. Portacomaro Stazione ha un centro (360 abitanti), case sparse e gruppi di fabbricati molto lontani (Poggio, Avidani). Il territorio è diviso in zona pianeggiante e fascia collinare. E’ presente qualche piccola industria locale (falegnameria, vini).
Tutti i giovani lavorano in città (manovalanza, impiegati, ferrovia). Pochissimi sono quelli che lavorano la terra (4-6 in tutto). Anche le ragazze sono commesse, impiegate, camiciaie, in Asti.
Oltre un centinaio sono gli immigrati: veneti in maggioranza (buoni) e due famiglie meridionali.
La religiosità è formale e senza convinzione. In località Avidani regna l’anticlericalismo, in antitesi alle tante famiglie buone della Parrocchia. La moralità della gioventù è discutibile; al Parroco preoccupano più le ragazze. Le donne delle passate associazioni parrocchiali hanno sposato comunisti e hanno fatto parlare di sé. Molte di loro, fidanzandosi, hanno rotto ogni rapporto.
Pare vi siano 40 iscritti al Partito Comunista. Nelle ultime elezioni 62 voti sono andati ai comunisti, 73 ai socialisti, su 617 votanti.
Nonostante vi siano numerose famiglie benestanti, il benessere economico è medio. Nel concentrico ci sono due bar e una società agricola operaia, con 100 iscritti. Si moltiplicano le televisioni pubbliche e private.
La televisione offre occasione a uscire da casa, non essendo presente in ciascuna famiglia. Così ogni iniziativa naufraga, anche sul piano pastorale. La proposta di una “Scola Cantorum” è naufragata. 
Il Parroco ritiene che l’Azione Cattolica, come impostazione di lavoro, sia tuttora valida. Teme la negatività dell’ambiente chiuso dell’associazione, intesa come gruppo a sé, isolato, di prescelti. I parrocchiani che non sono nelle associazioni potrebbero pensare che non interessi loro. La Gioventù Femminile non è costante. Gli Uomini Cattolici (30 iscritti) sono presenti in 6-7 alle adunanze; non è concepito l’apostolato. Su 40 iscritte, tutte anziane, le Donne Cattoliche sono presenti in 12-13.
Secondo il Parroco occorre parlare di meno e agire di più, senza accennare troppo la distinzione di gruppi. Chiede un rapporto più frequente tra Centro e Parrocchia, è di parere favorevole per un incontro tra Centro diocesano e Clero diocesano, o eventualmente per una giornata del Clero per l’Azione Cattolica.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale, in particolare sulla funzionalità della Giunta parrocchiale e sull’attuazione della Campagna annuale con le iniziative ritenute idonee, sul tema “Messaggio della Salvezza”.

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