La popolazione è di 860 anime. Portacomaro Stazione
ha un centro (360 abitanti), case sparse e gruppi di fabbricati molto lontani
(Poggio, Avidani). Il territorio è diviso in zona pianeggiante e fascia
collinare. E’ presente qualche piccola industria locale (falegnameria, vini).
Tutti i giovani lavorano in città (manovalanza,
impiegati, ferrovia). Pochissimi sono quelli che lavorano la terra (4-6 in
tutto). Anche le ragazze sono commesse, impiegate, camiciaie, in Asti.
Oltre un centinaio sono gli immigrati: veneti in
maggioranza (buoni) e due famiglie meridionali.
La religiosità è formale e senza convinzione. In
località Avidani regna l’anticlericalismo, in antitesi alle tante famiglie
buone della Parrocchia. La moralità della gioventù è discutibile; al Parroco
preoccupano più le ragazze. Le donne delle passate associazioni parrocchiali
hanno sposato comunisti e hanno fatto parlare di sé. Molte di loro,
fidanzandosi, hanno rotto ogni rapporto.
Pare vi siano 40 iscritti al Partito Comunista. Nelle
ultime elezioni 62 voti sono andati ai comunisti, 73 ai socialisti, su 617
votanti.
Nonostante vi siano numerose famiglie benestanti, il
benessere economico è medio. Nel concentrico ci sono due bar e una società
agricola operaia, con 100 iscritti. Si moltiplicano le televisioni pubbliche e
private.
La televisione offre occasione a uscire da casa, non
essendo presente in ciascuna famiglia. Così ogni iniziativa naufraga, anche sul
piano pastorale. La proposta di una “Scola Cantorum” è naufragata.
Il Parroco ritiene che l’Azione Cattolica, come impostazione di lavoro, sia tuttora valida. Teme la negatività dell’ambiente chiuso dell’associazione, intesa come gruppo a sé, isolato, di prescelti. I parrocchiani che non sono nelle associazioni potrebbero pensare che non interessi loro. La Gioventù Femminile non è costante. Gli Uomini Cattolici (30 iscritti) sono presenti in 6-7 alle adunanze; non è concepito l’apostolato. Su 40 iscritte, tutte anziane, le Donne Cattoliche sono presenti in 12-13.
Il Parroco ritiene che l’Azione Cattolica, come impostazione di lavoro, sia tuttora valida. Teme la negatività dell’ambiente chiuso dell’associazione, intesa come gruppo a sé, isolato, di prescelti. I parrocchiani che non sono nelle associazioni potrebbero pensare che non interessi loro. La Gioventù Femminile non è costante. Gli Uomini Cattolici (30 iscritti) sono presenti in 6-7 alle adunanze; non è concepito l’apostolato. Su 40 iscritte, tutte anziane, le Donne Cattoliche sono presenti in 12-13.
Secondo il Parroco occorre parlare di meno e agire
di più, senza accennare troppo la distinzione di gruppi. Chiede un rapporto più
frequente tra Centro e Parrocchia, è di parere favorevole per un incontro tra
Centro diocesano e Clero diocesano, o eventualmente per una giornata del Clero
per l’Azione Cattolica.
Ho riferito sulle
raccomandazioni della Presidenza Generale, in particolare sulla funzionalità
della Giunta parrocchiale e sull’attuazione della Campagna annuale con le
iniziative ritenute idonee, sul tema “Messaggio della Salvezza”.
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