giovedì 25 febbraio 2016

Quarto d'Asti


Il concentrico è a Quarto Piano, dove si è trasferita la canonica, e a Quarto Alto, dove esiste la vecchia Chiesa parrocchiale. Completano il territorio, oltre a cascine sparse, le borgate di Valfea e Valterza.     
La popolazione è di 1400 anime con fluttuazione continua dovuta a un’immigrazione cospicua, dalla residenza transitoria. Stabili sono 60 famiglie meridionali e 15-20 famiglie venete, per complessive 350 unità e forse più. Dei meridionali tre nuclei familiari frequentano la Chiesa; dieci famiglie venete sono discrete.
La religiosità è scadente e scaduta. Nei sobborghi vivono le poche famiglie sane.
Nel 1938, anno in cui l’attuale Parroco fece il suo ingresso, quasi nessuno andava in Chiesa. Oggi, circa 100 uomini fanno Pasqua, su 400 individui.
In questi ultimi anni, per l’estendersi della coltura della terra a orto, coltivazione di maggior rendimento economico, la frequenza degli uomini alla Chiesa è diminuita. L’interesse e il desiderio di guadagni sono il male principale, oltre il rispetto umano[1], fondato sulla quasi completa mancanza d’istruzione.
Il social comunismo è diffuso; alle ultime elezioni politiche ha ottenuto 600 voti contro i 400 dei democratici cristiani. Quarto era la roccaforte di Vigna[2]. Tutti o quasi tutti, in parte anche in campo cattolico, rispettano la memoria del socialista Vigna.
Il Parroco parla di un convinto social comunismo: sono prova le 4-5 sepolture civili l’anno e l’impossibilità di convincerli ad accettare la sepoltura religiosa.
Il comunismo in Quarto fu attivo anche sotto il fascismo: anticlericalismo oltre che indifferentismo. I famigliari dei comunisti non frequentano la Chiesa, però non vi sono casi di matrimoni civili, essendo tutti celebrati con rito religioso. I figli sono battezzati, fanno la Prima Comunione e ricevono la Cresima; poi rompono la frequenza alla Chiesa, immettendosi nella scia tradizionale dei padri.
Prima della venuta di questo Parroco vi furono bimbi non battezzati, che divenuti padri hanno fatto battezzare i propri figli. Non si è mai riusciti a convincere questi non battezzati a ricevere il Sacramento; il rifiuto è stato giustificato con il richiamo alla volontà, che doveva e deve essere rispettata, dei vecchi.
Una statistica approssimativa del Parroco stabilisce che il 15-20% della popolazione frequenta regolarmente la Chiesa, il 30% la frequenta solo nelle solennità principali, il rimanente non frequenta. Tutti sono deferenti con il Parroco, ma indifferenti completamente a ogni sua preoccupazione e sollecitazione.
Sempre in maggior numero ragazzi e ragazze vanno a lavorare fuori. Tre corriere al mattino li trasportano in città, al lavoro. Ritornano alla sera e si distribuiscono nei locali pubblici. Nei giorni di festa si applicano a eventuali lavori in campagna o negli orti. Il lavoro è anche festivo.
Il ballo è il divertimento più diffuso e frequente. A quanto pare il cinema parrocchiale resta chiuso durante le feste da ballo.
Il Parroco, con preghiera paterna, ha chiesto alle ragazze di uscire e andare con proprietà di vestire; le ragazze hanno reagito allontanandosi. Poi v’è la questione dei più piccoli: se si sospende la televisione in canonica, vanno all’albergo, piccoli e grandi. Della gioventù, in genere, la morale è bassa; per certi aspetti il livello più basso è delle ragazze.
Le condizioni economiche sono medie, vi sono però numerose famiglie benestanti.  
L’Azione Cattolica ha le quattro associazioni parrocchiali. Gli Uomini Cattolici (10) e le Donne Cattoliche (27) hanno adunanze nel periodo invernale, ma con scarsa assiduità; frequenza discreta per la Gioventù Maschile (9 seniores) e Gioventù Femminile (15). La Giunta parrocchiale, costituita e aggregata, è scarsamente funzionante. L’indifferentismo e l’ostilità ad accettare impegni da parte dei giovani sono questioni rilevanti, oltre al problema del ballo (incompatibilità tra ballo e tessera).
Dal Parroco è giudicata utile una maggior frequenza d’incontri; è utile soprattutto una riunione dei Parroci delle ventine di Asti, perché hanno, nel campo dell’Azione Cattolica, particolari problemi da discutere, differenti da quelli delle Parrocchie della Diocesi.
Sono state riferite le raccomandazioni della Presidenza Generale sulla necessità dello spirito unitario dell’Azione Cattolica, sulla funzionalità della Giunta parrocchiale e sull’attuazione della Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”, con le iniziative che saranno ritenute più utili sul piano parrocchiale.


[1] Eccessiva considerazione per ciò che gli altri pensano o dicono di noi, condizionando il nostro comportamento.
[2] Annibale Vigna (1862-1924). Tra Ottocento e Novecento guidò il Partito Socialista autonomo astigiano. Giurista, deputato, fu sindaco di Asti.      

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