domenica 10 aprile 2016

Belveglio


La Parrocchia è di bassa collina. La popolazione di 560 abitanti si divide tra concentrico (300) e le frazioni: Bricco, la più popolata, Garelli, cascine sparse. Nel 1931 erano 1120 gli abitanti.
Le condizioni economiche sono scadenti. L’emigrazione era un esodo in direzione America e Francia; adesso ci si trasferisce a Torino e Genova, specie dopo il 1956, anno di una disastrosa grandinata. Nove famiglie meridionali e due venete si sono trasferite nella nostra terra. I veneti sono buoni; i meridionali rendono poco sul piano religioso. Vi sono stati casi senza Prima Comunione e senza Cresima. Sono quasi tutti mezzadri.
Belveglio è Patria di “Gatto”, il partigiano che ha fatto parlare di sé (Reggio Battista)[1]. Per la diffusione del comunismo pare che Gatto faccia sentire il suo peso in paese. La propaganda è fatta specialmente al Bricco, frazione dove si trovano in maggior numero i comunisti.
Nelle elezioni del 1958 il Partito Comunista ha preso 87 voti, il Partito Socialista Italiano 98 voti.
Belveglio è anche Patria di Calosso[2]. I socialisti del paese sono del socialismo di prima maniera di Calosso. Quando è sorto il fascismo se le sono prese dai fascisti; venuto il comunismo, se le sono prese dai comunisti, così come se l’è prese anche il Parroco. Perciò la maggior parte degli abitanti non vuole più tessere di nessun genere.
In Belveglio vi sono buone famiglie. La religiosità, secondo il Parroco, è in forma apatica. Il suo predecessore li aveva definiti “gli ignavi”.
Le donne in genere vanno in Chiesa. Una buona parte della popolazione, specie gli uomini, frequenta solo saltuariamente, o nelle maggiori solennità. Un certo numero di uomini, venti secondo il Parroco, ma probabilmente molto più elevato, secondo altre informazioni, non frequenta mai. Qualche volta c’è Messa al Bricco. Non tutti gli abitanti hanno sottoscritto per un servizio religioso fisso.
Sono una cinquantina i giovani dai 15 ai 25 anni. In genere sono indifferenti in politica. Qualcuno milita nei partiti estremisti.
Il ballo è il divertimento maggiore. Vanno fuori a ballare, a Mombercelli e Nizza Monferrato.
La moralità delle ragazze è definita ancora buona.
Sono in 40 gli scolari delle elementari, una decina gli studenti e 14 i bambini dell’asilo.
Il Parroco parlando di Azione Cattolica dice che una volta era costituita la Gioventù Femminile. Poi, per la scarsissima frequenza e per l’indifferenza, l’associazione fu sospesa. Nessun tentativo fu fatto per gli altri rami. Il Sacerdote non vede la possibilità di fare qualcosa per l’Azione Cattolica.


[1] Battista Reggio, nome di battaglia Gatto, nasce a Vinchio nel 1922, ha parte attiva nella lotta partigiana. La prima formazione in cui è inquadrato è nella brigata Val Lanzo. Tornato da Giaveno in seguito al rastrellamento che ha messo in crisi la brigata autonoma ha organizzato una banda a Belveglio. Assieme a Dionigi Massimelli (Nestore) di Cortiglione, Domenico Festa (Enea) e Davide Lajolo (Ulisse) di Vinchio, iniziano una lotta senza tregua ai nazi-fascisti.
[2] Umberto Calosso (Belveglio 1895-Roma 1959) nel 1918 aderisce al Partito Socialista. Nel 1931 abbandona l’Italia per rientrarvi dopo la caduta del fascismo e si stabilisce a Roma. Nel 1948 è eletto deputato nelle liste del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani. Egli fu sostenitore della gratuità e dell'obbligatorietà dell'istruzione inferiore e dello sviluppo dell'insegnamento professionale. Nel 1950 è stato Direttore del Centro Studi Alfieriani di Asti. Nel 1951 scrive "Vini italiani" in cui parla delle attività rurali e vitivinicole della Val Tiglione e di Belveglio. 

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