La Parrocchia è di bassa collina. La popolazione di
560 abitanti si divide tra concentrico (300) e le frazioni: Bricco, la più
popolata, Garelli, cascine sparse. Nel 1931 erano 1120 gli abitanti.
Le condizioni economiche sono scadenti. L’emigrazione
era un esodo in direzione America e Francia; adesso ci si trasferisce a Torino
e Genova, specie dopo il 1956, anno di una disastrosa grandinata. Nove famiglie
meridionali e due venete si sono trasferite nella nostra terra. I veneti sono
buoni; i meridionali rendono poco sul piano religioso. Vi sono stati casi senza
Prima Comunione e senza Cresima. Sono quasi tutti mezzadri.
Belveglio è Patria di “Gatto”, il partigiano che ha
fatto parlare di sé (Reggio Battista)[1]. Per
la diffusione del comunismo pare che Gatto faccia sentire il suo peso in paese.
La propaganda è fatta specialmente al Bricco, frazione dove si trovano in
maggior numero i comunisti.
Nelle elezioni del 1958 il Partito Comunista ha
preso 87 voti, il Partito Socialista Italiano 98 voti.
Belveglio è anche Patria di Calosso[2]. I
socialisti del paese sono del socialismo di prima maniera di Calosso. Quando è
sorto il fascismo se le sono prese dai fascisti; venuto il comunismo, se le
sono prese dai comunisti, così come se l’è prese anche il Parroco. Perciò la
maggior parte degli abitanti non vuole più tessere di nessun genere.
In Belveglio vi sono buone famiglie. La religiosità,
secondo il Parroco, è in forma apatica. Il suo predecessore li aveva definiti “gli
ignavi”.
Le donne in genere vanno in Chiesa. Una buona parte
della popolazione, specie gli uomini, frequenta solo saltuariamente, o nelle
maggiori solennità. Un certo numero di uomini, venti secondo il Parroco, ma
probabilmente molto più elevato, secondo altre informazioni, non frequenta mai.
Qualche volta c’è Messa al Bricco. Non tutti gli abitanti hanno sottoscritto
per un servizio religioso fisso.
Sono una cinquantina i giovani dai 15 ai 25 anni. In
genere sono indifferenti in politica. Qualcuno milita nei partiti estremisti.
Il ballo è il divertimento maggiore. Vanno fuori a
ballare, a Mombercelli e Nizza Monferrato.
La moralità delle ragazze è definita ancora buona.
Sono in 40 gli scolari delle elementari, una decina
gli studenti e 14 i bambini dell’asilo.
Il Parroco parlando di
Azione Cattolica dice che una volta era costituita la Gioventù Femminile. Poi,
per la scarsissima frequenza e per l’indifferenza, l’associazione fu sospesa.
Nessun tentativo fu fatto per gli altri rami. Il Sacerdote non vede la
possibilità di fare qualcosa per l’Azione Cattolica.
[1] Battista
Reggio, nome di battaglia Gatto, nasce a Vinchio nel 1922, ha parte attiva
nella lotta partigiana. La prima formazione in cui è inquadrato è nella brigata
Val Lanzo. Tornato da Giaveno in seguito al rastrellamento che ha messo in
crisi la brigata autonoma ha organizzato una banda a Belveglio. Assieme a
Dionigi Massimelli (Nestore) di Cortiglione, Domenico Festa (Enea) e Davide
Lajolo (Ulisse) di Vinchio, iniziano una lotta senza tregua ai nazi-fascisti.
[2] Umberto
Calosso (Belveglio 1895-Roma 1959) nel 1918 aderisce al Partito Socialista. Nel
1931 abbandona l’Italia per rientrarvi dopo la caduta del fascismo e si
stabilisce a Roma. Nel 1948 è eletto deputato nelle liste del Partito
Socialista dei Lavoratori Italiani. Egli fu sostenitore della gratuità e
dell'obbligatorietà dell'istruzione inferiore e dello sviluppo
dell'insegnamento professionale. Nel 1950 è stato Direttore del Centro Studi
Alfieriani di Asti. Nel 1951 scrive "Vini italiani" in cui parla
delle attività rurali e vitivinicole della Val Tiglione e di Belveglio.
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