sabato 2 aprile 2016

Rocchetta Tanaro


Il paese è in zona di bassa collina. Il concentrico accoglie 1200 abitanti dei 2000 dell’intera popolazione. I restanti residenti sono distribuiti nelle varie frazioni: Mogliotti, a qualche chilometro, con 40 famiglie e trenta scolari; la Castagnassa con 30 famiglie è sulla stessa collina di Mogliotti; in frazione Possavina (cantina sociale) tutte le domeniche si celebra Messa; a Cornalea, 25 famiglie, c’è Messa periodica alla cappella di San Carlo; in frazione Asinara, 15 famiglie, qualche volta c'è Messa nella cappella Madonna delle Nevi; Sant'Emiliano è sparso, e una parte delle 70 famiglie gravita sui Ronchi.
L'emigrazione è scarsa; gli immigrati sono un centinaio tra veneti, marchigiani, meridionali. Il Parroco non è contento di loro sul piano religioso. Sua è questa considerazione sui veneti: immoralità e ignoranza, molta ignoranza religiosa.
In Rocchetta Tanaro c'è tanto bene e tanto male. Monsignor Rossi[1] diceva: Rocchetta Tanaro, mistero di Santità e mistero d’iniquità.
Una parte delle famiglie è, sul piano religioso, veramente buona. In alcune di queste famiglie si rileva un affievolimento della religiosità dovuto alle suddivisioni e allo smembramento delle famiglie stesse. In Chiesa vi è molta frequenza. Le donne vengono tutte, tranne poche.
Molti sono socialisti o comunisti; si rifanno al socialismo di Masio[2] che non è ateismo; è ignoranza, indifferentismo, prevenzione, su cui gioca la propaganda spicciola o di stampa, falsata sui fatti contingenti e più attuali della vita economica e della vita politica.
C’è il solito gruppo dei più convinti attorno al quale muove una massa di aderenti che molte volte hanno il timore di essere conosciuti come tali, e che portano al partito solo un contributo di massa e di voto. Un contributo che non è indifferente. Frequenti sono le visite settimanali o quindicinali dei loro dirigenti, quindi la solita “tenuta” organizzativa dei partiti marxisti, in particolare del comunista.
Nei riguardi del Parroco vi è deferenza. I comunisti accettano ed esigono la benedizione delle case, non obiettano sulla frequenza dei figli alla Chiesa e all'oratorio. Due sono stati i funerali civili in 25 anni. I figli, in genere, non seguono i padri sul terreno ideologico e politico. Sono indifferenti. Non seguono per la massima parte il comunismo.
I ragazzi sono di chi se li prende. Da 25 anni il Parroco ha sempre curato questa presa dei figli e la loro assistenza. Frequentano l'Oratorio. Ogni giovedì c’è Messa dei ragazzi. Dopo le scuole elementari cominciano a diradare la loro frequenza; dopo i 15 anni si ritengono indipendenti. Le famiglie non intervengono, perché in genere i genitori sono indifferenti al tipo di giornata vissuta dai figli. I genitori sono anche indifferenti sulla moralità dei figli. La moralità femminile desta maggiore preoccupazione.
Una maggiore intraprendenza, con diminuzione o attenuazione del sentimento di scrupolo, un rilassamento dell'autocontrollo e una maggiore facilità di giudizio sui limiti del lecito e dell'illecito morale, porta a valutare oggi accettabile ciò che anche solo una decina di anni fa non sarebbe stato neppure pensabile. Queste considerazioni valgono sia per i giovani sia per le giovani, in modo particolare per le adolescenti la cui moralità desta maggiore preoccupazione.
Il ballo è meno diffuso. In paese il circolo Enal è frequentato dai comunisti, molte sono le televisioni private ed è funzionante il cinema parrocchiale. La popolazione scolastica è di 126 alunni.
Lo stato economico della popolazione è medio. Come elemento indice il Parroco accenna al numero di 102 licenze per il commercio ambulante date ad abitanti di Rocchetta.  
Il Prete accenna alle difficoltà economiche della Parrocchia.  
Il giudizio preliminare del Parroco: l'Azione Cattolica è stanca.
La Gioventù Maschile è sulla carta, non c'è tesseramento. Per i giovani occorre molto lavoro e manca l’assistenza. Le ragazze della Gioventù Femminile lavorano e frequentano. Le Donne Cattoliche sono definite con spirito apostolico (esercizi chiusi una volta l’anno). Dalle Giovani e dalle Donne si può ottenere. Gli Uomini non sono organizzati; in essi vi è il ricordo delle bastonate subite durante il fascio, ma il Parroco non crede che sia il motivo fondante[3].
L’esperienza Legio Mariae[4] ha dato risultati appena discreti. Egli rileva che potrebbero essere tenuti presenti sul piano Diocesano il professor Francesco Quaglia, la professoressa Teresa Quaglia, Rossana Quaglia, il geometra Giovanni Battista Damiano.
Si apre una discussione sull'Azione Cattolica e sui problemi che comporta e sulle difficoltà da superare. Il Parroco espone il proprio punto di vista e fa alcuni rilievi:
Il particolare ambiente della Parrocchia, come d’altronde quello di molte Parrocchie di questa zona o di zone limitrofe, impone un maggior lavoro di “sfondamento” quindi d'attacco. Allora perché non sperare con qualche manifestazione religiosa di massa dell'Azione Cattolica? Perché non sperare con qualche raduno o con qualche altra iniziativa? L'efficacia di non nuovi metodi d’intervento in questi particolari ambienti avrebbero la loro utilità; potrà essere discussa, ma certamente potrebbe facilitare l'opera spicciola successiva di convincimento e di orientamento dei singoli. Questo richiede una maggior presenza dei Dirigenti diocesani.   
Non è necessario che i Dirigenti siano chiamati. Hanno una loro responsabilità e un loro dovere. Non discuteremo mai la loro presenza - continua il Parroco - la accetteremo sempre e volentieri, perché sarà sempre una collaborazione utile all'Azione Cattolica parrocchiale.
Il Sacerdote è apparso alquanto sfiduciato. Riconosce la responsabilità dei Parroci, anzi assume la principale responsabilità di certe insufficienze, ma desidera e chiede una maggiore e più unitaria azione sul piano diocesano.
Su tali rilievi non occorre qui fare seguito con altre discussioni. Daremo argomento alle considerazioni conclusive.





[1] Monsignor Umberto Rossi, nato a Casorzo nel 1879, è stato ordinato sacerdote nel 1902 e nel 1921 venne nominato Vescovo di Susa. Arrivò ad Asti nel 1932, succedendo a Monsignor Luigi Spandre, guidando la  Diocesi per vent’anni.
[2] La tradizione marxista si ricongiunge alla politica di Rattazzi (sinistra storica)  
[3] Nell’estate del 1931 il regime fascista fece chiudere tutti i circoli giovanili dell’Azione Cattolica. La forte tensione tra mondo cattolico e fascismo si concretizzò con le violenze delle “camicie nere” nei confronti di sedi dell’Azione Cattolica  
[4] Organizzazione cattolica laica radicata nella spiritualità mariana e nell’affidamento allo Spirito Santo

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