sabato 30 gennaio 2016

Callianetto


La Parrocchia si estende sul territorio di tre Comuni: Castell’Alfero (127 famiglie), Asti (67 famiglie), Frinco (16 famiglie). La somma della popolazione è di 850 abitanti. I nuclei famigliari sono costituiti in prevalenza da anziani, a causa della migrazione dei giovani. Un centinaio sono gli immigrati, per lo più meridionali.
Quella di Callianetto è popolazione con pochissimi figli, il Parroco si esprime in modo più duro “popolazione senza figli”. I meridionali sono peggiori dei locali (cristianamente) e ancora più interessati al lavoro. Non frequentano la Chiesa, non assistono alla Messa, non frequentano i Sacramenti. Il sentimento religioso è fatto d’indifferentismo e ignoranza. I parrocchiani non hanno ostilità verso il Sacerdote e la Chiesa; anche i più ostinati sono deferenti. I lontani dalla Chiesa si contano di più nella zona di Valmaggiore.
Il contadinismo è diffuso come orientamento politico. Alle elezioni politiche la Democrazia Cristiana ha preso 150 voti, Partito Comunista e Partito Socialista 40 voti.
La popolazione scolastica è di 50 alunni in 5 classi. Ci sono due bar in paese e una situazione economica media.
Il Parroco non sa dare un preciso giudizio sulla morale della gioventù; sostiene che le ragazze, pur essendo frivole e leggere, non permettono dubbi sulla loro moralità.
In Azione Cattolica gli Uomini Cattolici (10) non sono sempre presenti alle adunanze, una volta al mese. Le Donne Cattoliche (62) hanno adunanze mensili per tutto l’anno, con frequenza al 50%. Per la Gioventù Maschile e Femminile non vi è nulla da fare; il pensiero va al ballo, e basta. Si potrebbe fare qualche cosa se ci fosse un Coadiutore o le Suore. La Giunta parrocchiale non è costituita.
Riflettendo sulla frequenza pasquale (uomini 55% - donne 80 %) vi è da considerare sempre la distinzione fra senso religioso e pratica religiosa. La frattura sta nel punto di mezzo, di congiunzione, di accordo fra quel che si crede e il modo di adesione a questa Fede. Qui intervengono una molteplicità di fattori umani negativi: l’ignoranza fondamentale, l’interesse, il rispetto umano, la mancanza di timor di Dio, l’adesione più comoda agli arrangiamenti di coscienza. Il dire, come si ripete comunemente, non ho fatto e non faccio nulla di male, lavoro e mi sacrifico, rispetto tutti, è un tentativo molto semplice di una giustificazione. Non bisogna credere che ciò sia solo sulla bocca e nel cuore dei più semplici, ma è anche comunemente sulla bocca di molti che non sono né semplici, né ingenui, ma che non sono mai riusciti ad affrontare, perché troppo compromettente, il problema dei limiti tra il bene e il male.
La sola frequenza alla Chiesa è un indice, un semplice segno di una religiosità non sostanziale. Ha una sua importanza, ma non soddisfa all’esigenza della Fede, non risolve il problema della vita vissuta nella Fede e per la Fede. Le percentuali e le statistiche che si riportano sia a Callianetto come altrove sono semplicemente indicative per un determinato dato di fatto. La frequenza o meno alla Chiesa nei giorni di festa e il compimento del precetto pasquale riempiono un’ora al massimo del giorno del Signore e tutte le altre ore dello stesso giorno e tutte le ore dei rimanenti sei giorni le Chiese restano vuote e il Signore resta abbandonato e solo.
Il dramma del giorno d’oggi è la Chiesa vuota e Dio solo nel suo Tabernacolo. Gran parte del popolo, la massima parte, è dedita ai propri interessi umani, al divertimento, alla ricerca affannosa della propria vita nei piaceri, nei propri comodi, nell’amore e nell’odio, nella superbia e nell’orgoglio, nelle ambizioni, nell’arrivismo e nella ricerca affannosa della propria giustificazione. Perché in ognuno c’è un rimorso e un intimo rodimento, in ognuno vi è un intimo dramma: rimorso e dramma di chi crede e vive senza Dio.  
Queste sono mie considerazioni personali che non hanno nulla a che vedere con la Parrocchia di Callianetto. In questa Parrocchia è avvenuto un fatto singolare: un Parroco vi è rimasto dal 1856 al 1906 e un altro Parroco dal 1907 al 1952. Due Parroci per cento anni, un record difficilmente superabile che può spiegare anche molte situazioni.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale, specie per l’attuazione della Campagna annuale sul tema “Il Messaggio della Salvezza”.  

giovedì 28 gennaio 2016

Portacomaro


Ogni sabato mattina, uscendo da casa, io entro nella vitalità del mercato cittadino[1]. Storicamente sempre presente e importante per la città, raccoglie banchi con ogni genere di offerte. Poco distanti dalla massa, contadini e contadine portano in piazza la loro merce: donne indebolite sia dal lavoro e sia dalle rinunce con poche uova, un canestro con verdura e qualche mazzo di aglio e cipolle; uomini con un pollo in mano in paziente attesa per tutto il tempo di un acquirente. Non solo espongono la merce, ma la propria anacronistica condizione.
Il continuo e quotidiano confronto che il contadino fa, tra le proprie condizioni e il miracolo italiano che avanza, nella persona di chi ha lasciato l’agricoltura per il commercio o è passato all’industria, li rende sempre più insofferenti delle proprie condizioni e consapevoli della propria insanabile inferiorità.
Allora la terra, che i nostri vecchi amavano in modo così viscerale da fissarvi salde radici, subisce insieme alla migrazione visibile un abbandono spirituale senza rimpianti. Non vi sono alternative perché la terra non rende, o meglio produce con dispendio di energia immane. Il contadino deve rinnovare metodi e mezzi di lavoro, investendo e rivoluzionando la sua tradizionale economia basata sul risparmio. Non è nella natura del campagnolo. Questo fa si che si perde ogni interesse per il proprio paese, dimenticando le sue usanze, i proverbi e il dialetto paesano.  
Su questo mi soffermo e rifletto avviandomi fuori città, nel mondo contadino dalle secolari tradizioni. Sono diretto a Portacomaro, a nord-est di Asti. Alla Stazione di Portacomaro mi aspetta un vecchio amico; insieme affronteremo questa tornata d’incontri, che si completeranno nella Parrocchia della Stazione.

La Parrocchia di Portacomaro non coincide territorialmente col Comune (1800 abitanti). Sono emigrate a Torino 300 famiglie portacomaresi, questo lo deduce il Parroco dal numero di bollettini parrocchiali spediti nel capoluogo. Un centinaio sono gli immigrati, tra veneti e meridionali.
I vecchi vivono ancora nella tradizione del socialismo di Vigna[2]. In passato ci sono state parecchie sepolture civili; attualmente una o due l’anno. Sono i rappresentanti della vecchia epoca che lasciano per testamento queste volontà.
Il Parroco non ritiene che la gioventù, per quanto frivola, leggera, amante del divertimento, sia sul piano morale molto decaduta. Il giudizio è espressione della paterna comprensione del Vicario che da 40 anni è Parroco. I giovani non si sentono più legati alla tradizione di idee e costumi. In paese vi è l’organizzazione Margarino[3] che gestisce un bar, ballo e cinema. Si balla tutte le domeniche e il cinema è tre volte la settimana. Per detta organizzazione, le evasioni dei giovani in cerca di divertimenti è limitata. Vi è, piuttosto, l’apporto della gioventù di altri paesi e anche della città, per il ballo specialmente. Vi sono altri due bar, un circolo ENAL, la cantina sociale. Molte sono le televisioni private, oltre a quelle dei locali pubblici. Il Parroco dà parere negativo sulla televisione.
Esiste la scuola di avviamento locale. Molti frequentano anche le scuole medie di Castell’Alfero e molti altri studiano ad Asti.
Lo stato economico è buono. Il lavoro festivo è abbastanza diffuso a causa del bracciantato e in occasione dei periodi di punta.
L’indifferentismo religioso è diffuso; non vi è anticlericalismo deciso. I lontani permanenti dalla Chiesa sono calcolati in una percentuale del 4%. Il giudizio conclusivo sull’indifferentismo religioso locale è espresso in questi termini: 1) Il problema religioso non è più compreso o è troppo scarsamente compreso. 2) L’ignoranza religiosa sta alla base dell’indisciplina dei cattolici alle direttive della Chiesa. 3) Non vi è più il gusto della religione, e se ancora rimane qualcosa, si va smorzando.
L’Azione Cattolica è costituita in tutti i suoi rami. La Gioventù Maschile (14) ha adunanze con cadenza non precisata; alle riunioni sono invitati anche i giovani non tesserati. Buona è la frequenza della Gioventù Femminile (un ritiro il mese). Gli Uomini Cattolici e le Donne Cattoliche hanno attività invernale, con scarsa frequenza. La Giunta parrocchiale non è costituita. Il Vicario riferisce obbiezioni sul tesseramento.
I giornali non sono letti. Sulla forma di propaganda si ritiene di intrattenere i giovani sui loro problemi, verso i quali dimostrano molta sensibilità.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale per quanto riguarda la costituzione e la funzionalità della Giunta diocesana; sull’unitarietà di azione per i 4 rami; sull’impegno di lavoro e in particolare sull’attuazione della campagna annuale 1960-61 sul tema “Il Messaggio della Salvezza”.
Sono stati considerati gli elementi negativi e positivi d’incontri o riunioni zonali dei Sacerdoti della diocesi, sulla base delle caratteristiche particolari di certe zone differenti completamente da quelle di altre zone. Per questi incontri il giudizio è stato positivo. 





[1] Il dott. Gualtiero Marello, Presidente della Giunta diocesana di A.C., abitava nel palazzo Armandi, in piazza della Libertà n° 3, ora sede della Cassa di Risparmio di Asti, a due passi da piazza Alfieri e dal mercato coperto.
[2] Tradizioni ideologiche diffuse dal socialista Annibale Vigna (1862-1924). Tra Ottocento e Novecento guidò il Partito Socialista autonomo astigiano. Giurista, deputato, fu sindaco di Asti.   
[3] Attilio Margarino ha rilevato l'attività iniziata dal padre Carlo. Egli ha gestito l'albergo, il ristorante, il bar, il cinema "Italia" e il Dancing "Azzurro", dagli anni trenta fino ai primi anni ottanta. Famosi i suoi veglioni di Natale, Capodanno, Carnevale.

domenica 24 gennaio 2016

Pino d'Asti


E’ in zona collinare per una popolazione di 335 abitanti che vent’anni fa ne faceva 400. L’emigrazione è per Torino, anche di famiglie economicamente benestanti. Sono arrivate due famiglie venete.
Il Parroco ritiene che la vicinanza della terra di Don Bosco influisca sul sentimento religioso. I lontani dalla Chiesa sono in percentuale minima, forse 5 persone in tutto. Appartengono alle file della passata generazione. I vecchi della prima guerra mondiale dicono: ne abbiamo viste tante che ci hanno fatto perdere la Fede.
La Fede persa avvilisce il Parroco che principia una sua riflessione, tutta da condividere, con tante domande. Che ne abbiano viste molte nessun dubbio, ma che siano state sufficienti a far perdere la Fede credo di no, se la Fede era salda. Anzi, nelle vicende più tristi la Fede si ravviva e Dio appare, più che nella sua giustizia, nella misericordia e nella sua paternità. Questi i vecchi dei tempi passati (tutti abbiamo sentito ragionamenti del genere), ma i giovani dei tempi nostri quali guerre hanno deviato dal sentiero della Fede? Perché sono così facili le deviazioni? Perché così facili cedimenti, perché così tiepido è il senso e il desiderio delle cose spirituali?
La gioventù fino ai 14 anni è del Sacerdote, poi non più. In maggior numero lavora in campagna, l’altra parte alla Fiat. Le ragazze lavorano la terra; sposandosi vanno via. Il Parroco non può dire male della gioventù. Nel paese v’è la sede del dopolavoro. La popolazione scolastica è di 16 scolari per 5 classi.
Per il Parroco l’Azione Cattolica non è sorpassata. E’ tuttora valida, però la gente non ne vuole sapere. Vi è avversione alla tessera, il che può significare una scusa per non confessare repulsione a ogni impegno. Gli Uomini Cattolici sono 2, le Donne Cattoliche 24, la Gioventù Femminile 21, la Gioventù Maschile solo aspiranti. Per tutti, i ritiri sono mensili.
La situazione è questa. Si chiamano e non rispondono; s’invitano e non vengono; se vengono, dimostrano chiaramente che lo fanno per fare un piacere, solo per questo. Se si parla loro, ascoltano e se ne vanno adducendo rinvii, pretesti, ripensamenti.
Il Parroco si chiede: siamo noi Sacerdoti che non siamo sufficienti?
Molti Parroci, dico io, si chiedono ciò. E’ facile per alcuni di essi adagiarsi e adattarsi a situazioni di comodo, a routine di vita senza volontà o capacità di grandi conquiste. E’ facile anche per alcuni di essi fraintendere l’Azione Cattolica e ritenerla superata o superabile, e sostituibile da tutte quelle varie iniziative, che oggi riempiono la vita di molte Parrocchie. In realtà sono iniziative, pur buone, collaterali all’Azione Cattolica. Troppe iniziative che imbrigliano la vita stessa parrocchiale, la frazionano in parecchi settori, non raggiungono o solo in parte lo scopo, si esauriscono per via. Spesso è più facile fare molte altre cose, anche lodevoli, che fare della vera Azione Cattolica. Credo di poter pensare e di essere nel vero affermando che è nel più ricco sacerdozio la ricchezza maggiore dell’Azione Cattolica. E’ di questo sacerdozio il compito, anzi la missione, di attirare, perfezionare, portare a Dio il maggior numero possibile delle creature. L’Azione Cattolica ha precisamente questa missione.

giovedì 21 gennaio 2016

Mondonio


Il paese è in collina, in zona disagiata. E’ patria di San Domenico Savio[1] e c’è la casa, dove il Santo Giovane morì.
Mondonio venti anni fa faceva 400 abitanti; grazie all'emigrazione, soprattutto dei giovani, oggi è di 300 residenti. Si è inserita qualche famiglia veneta. Il giudizio sui veneti è piuttosto negativo.  
La religiosità è definita buona, c’è devozione per San Domenico Savio. L’indifferentismo religioso si mette in pratica anche con il lavoro festivo, che il Parroco ritiene dovuto a influenza di paesi vicini dove la vita cattolica non è troppo sentita. Sono ancora presenti le conseguenze negative dell'esperienza del suo predecessore.
I giovani per sposare devono andare altrove. La popolazione è in prevalenza anziana. Nulla è da eccepire sul piano morale della poca gioventù rimasta. Lo stato economico è discreto.
L'Azione Cattolica esiste ma non è molto attiva. La Gioventù Maschile è assente. La Gioventù Femminile frequenta abbastanza, con riunioni ogni 15 giorni nel periodo invernale. Gli Uomini Cattolici sono un piccolo nucleo; fanno obiezione per la tessera, non vogliono “nessun partito” intendendo evidentemente l'Azione Cattolica come un partito. Sono bravi uomini ma non ne vogliono sapere. Le Donne Cristiane hanno adunanze mensili, non tutte frequentano. La Giunta parrocchiale è solo sulla carta, non è aggregata. Il Parroco fa alcune osservazioni sulla Giunta parrocchiale nelle piccole Parrocchie. Appare un po' preoccupato dalla facilità con cui anche uomini o donne iscritti all'Azione Cattolica fanno osservazioni o critiche sul suo operato. Ripetono: noi lavoriamo e non ci dice niente; il Parroco fa questo o quello e non ci tiene informati.
Risalendo alle funzioni della Giunta parrocchiale il Parroco prevede un’interferenza dei laici nelle sue prerogative pastorali e ciò lo preoccupa.
Vi sono Parroci che non accettano la Giunta parrocchiale di Azione Cattolica. Pochi, pochissimi lo dichiarano decisamente e apertamente. Altri non lo dicono ma lo lasciano intendere. È chiaro che io in merito non intervengo: ascolto e penso. Penso soprattutto alla difficoltà enorme che esiste molte volte di fare la giusta distinzione dei limiti e compiti di collaborazione da parte dei laici. E’ chiaro che i laici chiamati alla collaborazione all'apostolato del Parroco devono essere preparati e consci della loro responsabilità. È chiaro che non tutte le Parrocchie, specie le piccole e le rurali, hanno elementi preparati e pronti a svolgere tale attività.
E’ provato però, e i Parroci l’hanno chiaramente affermato, che dove esistono cattolici formati, la loro collaborazione nella Giunta parrocchiale è preziosa e di grande aiuto. Con ciò non si deve concludere che le Giunte parrocchiali possano essere costituite e utilizzate solo in certe Parrocchie, dove tutte le condizioni permettenti e favorevoli esistono, e che nelle altre si debba negare la funzionalità della Giunta parrocchiale.
L’esperienza della Giunta parrocchiale è un fatto positivo. La sua costituzione è in aumento in tutta Italia. Il numero delle Giunte aggregate cresce costantemente. Non si dice: dovete costituirle per forza. Se non farete oggi … domani; se non domani quando potrete.
Sì consiglia anche una micro giunta. La collaborazione dei laici, se è ritenuta utile, si deve impostare intorno ad un organismo bene definito nella sua costituzione e nelle sue funzioni; è cosa troppo ovvia per le esigenze di qualsiasi organizzazione che abbia precisi obiettivi e finalità da raggiungere.
Vi sono Parroci che non le vogliono; nulla da osservare. Il Parroco giudica così ed è giusto così. Sono i cattolici organizzati della sua Parrocchia che devono dimostrare di volere essergli accanto in ogni modo, fedelmente, con spirito di obbedienza. Tutto matura al mondo, anche le Giunte parrocchiali matureranno.   




[1] I Savio (Domenico era il secondo di dieci fratelli) si trasferirono nel 1853 da Morialdo a Mondonio, frazioni di Castelnuovo d’Asti ora Castelnuovo Don Bosco. L’anno successivo (dodicenne) conobbe  Don Bosco. Al Santo Educatore disse: “Io sono la stoffa, lei ne sia il sarto: faccia un bell’abito per il Signore!”. La sua esistenza fu piena d’amore e carità verso il prossimo, cercando in ogni occasione di dare l'esempio. Nel 1856 fondò la Compagnia dell'Immacolata e poco più tardi morì, lasciando un valido e bel ricordo della sua persona ai giovani cristiani. 

lunedì 18 gennaio 2016

Cerreto


Cerreto è paese di collina, situato in zona disagiata. Il territorio è prevalentemente rurale e di scarse risorse, oltre a quelle viti vinicole e boschive. Quasi tutto il concentrico accoglie i 400 residenti; la popolazione in passato raggiungeva gli 800 abitanti.
L’emigrazione in direzione Torino è stabile. Tutti veneti sono gli immigrati (25). Un certo numero di giovani lavora alla Fiat; altri (12) lavorano alla Cantina sociale di Gallareto, di cui il Parroco è segretario.
La religiosità è buona, per quanto riguarda la frequenza. I componenti delle famiglie (7-8) lontane dalla Chiesa, uomini e donne, non frequentano e non osservano il precetto pasquale. Il senso religioso non è di convinzione. L’indifferentismo è padrone, però vi sono famiglie buone.
Il lavoro festivo non è praticato e diffuso come in altri paesi e zone. E’ limitato ai periodi di punta dei lavori campestri: fienagione, mietitura, vendemmia. Lo stato economico è in parte sotto la media.
Non vi sono particolari correnti politiche. La Democrazia Cristiana è in maggioranza; pochi voti sono dati ai comunisti e socialisti.
La gioventù, maschile e femminile, non dà argomento a considerazioni particolari. Chi non va a lavorare fuori è dedito ai lavori della campagna. Così pure le ragazze, in gran parte sposate, si allontanano dal paese. Nulla risulta al Parroco sul piano morale.
L’Azione Cattolica composta da Gioventù Maschile (solo aspiranti), Gioventù Femminile, Donne Cristiane, Uomini Cristiani, non ha fatto particolari esperienze. Le adunanze hanno discreta e buona frequenza secondo le stagioni; l’attività invernale è la più proficua. Il Parroco riconosce che l’Azione Cattolica è attuale ed è necessaria.
L’ostacolo maggiore è l’indifferentismo, il senso diffuso di ostilità per la tessera, l’opposizione a qualsiasi legame e impegno.
La vita religiosa si esaurisce nel compimento di quelle pratiche che la tradizione e l’insegnamento indicano come essenziali per un Cristiano: Messa e precetto pasquale. Si accetta, ma soltanto in parte, l’invito del Parroco per altre pratiche religiose: primo venerdì del mese, ora di adorazione. I parrocchiani sono presenti alle grandi solennità, ma è ancora da distinguere se esse sono intese come festività completamente spirituali, o prevalentemente feste nel senso umano della parola. Anche i Vespri sono raccomandati dalla tradizione e dall’insegnamento, però sono frequentati solo da pochi.
Se v’è ragione da considerare ancora buona questa religiosità di gente ancora fondamentalmente sana, devozione che si attua nell’osservanza dei principali doveri del Cristiano, v’è d’altra parte ragione di pensare con preoccupazione a questo intiepidirsi del senso religioso, all’esaurirsi della forza della tradizione, al venir meno del senso di disciplina e di obbedienza alle direttive e alle norme della Chiesa. Tutto questo nel travaglio moderno delle coscienze, di cui s’intuiscono o si crede di intuire le ragioni, e di cui non si conoscono né si possono presumere i successivi sviluppi.
Queste sono osservazioni che non si riferiscono al caso Cerreto, ma che sono determinate dalla constatazione di situazioni ormai generalizzate. E’ molto importante considerare e puntualizzare tutto ciò, e farne eventualmente tema di discussione per più seri approfondimenti.   

domenica 17 gennaio 2016

Castelvero


Castelvero si trova a 200-300 metri dal Comune e Parrocchia di Piovà Massaia.
Tutti anziani i 60 abitanti; dieci anni fa erano il doppio. Castelvero un tempo era Comune con medico residenziale.
Mai un battesimo, mai un matrimonio.
Non v’è Azione Cattolica e non potrà esservi. 
La Parrocchia è destinata a scomparire.

Albugnano


Il paese di Albugnano è in collina tra vigneti ed estese zone boschive. La popolazione di 550 abitanti si divide tra concentrico (120-150) e sette gruppi di cascinali o piccole frazioni, distribuiti anche a notevole distanza e con strade di comunicazione disagiate.
L’Abbazia di Vezzolano[1] è meta di numerosi turisti. Ho trovato qui il Parroco intento a fare da guida a gruppi di visitatori. All’Abbazia ho avuto con lui una cordiale conversazione informativa.
Il giudizio sui pochi veneti immigrati è positivo. La religiosità della popolazione è stata definita buona, e di essa si è dimostrato soddisfatto. Questo per quanto riguarda i residenti nel concentrico e nelle piccole frazioni più vicine alla Parrocchia. Per gli altri non sa dire molto, poiché fanno capo alla Parrocchia di Primeglio. Il Parroco riconosce che il disagio della lontananza e delle cattive comunicazioni può essere un serio ostacolo alla regolare frequenza. Pochissimi sono i lontani dalla Chiesa ma non sono ostili, mostrano disinteresse. Ammette che l’indifferentismo si è diffuso e accentuato nella popolazione grazie alle difficoltà già accennate. Anche il fatto che il suo predecessore rimase in Parrocchia per 63 anni, può avere avuto la sua importanza.
V’è in paese una cospicua corrente del Partito Socialdemocratico, con sezione costituita e con attivo dirigente, nella persona del maestro Salborario. Nelle ultime elezioni: 230 voti alla Democrazia Cristiana, 14 voti al Partito Comunista, 170 voti a Saragat. La fortuna della corrente locale del partito di Saragat è dovuta a un intervento del ministro Romita per la costruzione di un muro. L’attiva propaganda su questo fatto positivo è stata premiata da un’adesione considerevole. Potrebbe essere un insegnamento, dice il Parroco, se si volessero sul serio considerare i fatti e trarne le debite conclusioni.
In parte i giovani vanno a lavorare a Chieri. Sul piano morale la condotta dei ragazzi è più discutibile rispetto alla gioventù femminile, tendenzialmente buona.
Lo stato economico dei residenti è medio.
Parlando di Azione Cattolica, la Gioventù Maschile non è organizzata, perché non vi sono giovani; la Gioventù Femminile è un gruppetto che funziona bene (Messa dialogata e comunione mensile). Le Donne Cristiane sono attive (ritiro mensile). Le conferenze sono sempre tenute con altissima competenza dalla dottoressa Maria Pavesio Pittarelli di Cantarana. Il Parroco manifesta caldamente la sua ammirazione per la signora e ne segnala la particolare capacità e preparazione. Gli Uomini Cattolici non sono organizzati ma lo saranno.
Il Sacerdote riconosce la validità attuale dell’Azione Cattolica e la sua importanza nella vita parrocchiale. Dichiara che la formula migliore per l’Azione Cattolica è quella della vita sacramentale.



[1] La Chiesa abbaziale di Vezzolano, situata nel comune di Albugnano, venne abitata da religiosi fino agli inizi dell’ottocento. L’edificio è in stile gotico-romanico, tra i più importanti monumenti medievali del Piemonte.

giovedì 14 gennaio 2016

Piovà Massaia


Sono giorni di festa a Piovà Massaia[1], s’intuisce ancor prima di entrare in paese. V’è fermento, si respira aria gioiosa e vedi felicità sui volti di chi incontri. Il paese è dei giovani che si preparano a quell’evento aspettato tutto l’anno e che a ogni anno si ripete: la festa patronale. Osservando questi ragazzi così impegnati e motivati una piccola riflessione su di loro è d’uopo.
E’ vero che prima che pensino saggiamente a cose serie oggi, per la massima parte, i giovani devono raggiungere e superare i 20 anni, e questo per le cose umane. Per una crescita spirituale nessuna maturità sembra sufficiente; ogni seria esperienza è sempre dilazionata, che non sia la solita formale, superficiale, non sentita pratica dei giorni comandati. E’ chiaro che manca di senso di Dio, perché nella città come nei paesi si esaspera il senso dell’umano; è il materiale, il visibile, che soddisfa di più sia nel bene sia nel male, che riempie i sensi, colma le giornate, da sensazione e voluttà nuova, diventa la ragione e il fine della vita.
L’incontro col Vicario nella piazza dove fervono i preparativi, poco lontano dalla Chiesa parrocchiale, è il contrasto tra allegria e accoglienza fredda quasi contrariata. Resto sull’apparenza e non giudico altro. Nell’allontanarci dallo schiamazzo, per la stradina che porta alla Chiesa, si sente dal gruppo come imprecazione una bestemmia; il Parroco non cerca la fonte e non si volge verso me, ma esclama: “E Dio resta più solo”.

Piovà Massaia è paese di collina di 650 abitanti. In frazione Gallareto, per la grossa Cantina Sociale, si sta sviluppando una zona abitata, con forte movimento industriale. Sta già sorgendo una Chiesa per le funzioni religiose domenicali. Sono 50 gli immigrati veneti e una famiglia meridionale.
La religiosità è tradizionale ma conservata. Molti sono gli indifferenti, pochissimi gli elementi lontani dalla Chiesa. Mai nessuno ha rifiutato i Sacramenti.
Nelle ultime elezioni il Partito Comunista ha avuto 27 voti (di elettori immigrati o voti di convenienza).
Il cinema parrocchiale è stato sospeso con l’aumentare delle televisioni, prima nei locali pubblici e poi nelle abitazioni private. Punto di ritrovo dei piovatesi è la Società dei Coltivatori Diretti; due alberghi portano turismo.
Per operai, commercianti, rurali (in prevalenza), lo stato economico è medio. Oltre la Cantina Sociale, con imbottigliamento, esiste anche una fornace. Il lavoro è anche festivo.
La gioventù maschile e femminile è prevalentemente buona; vi sono però anche elementi non buoni sia nell’una sia nell’altra parte. Le Suore dirigono oratorio e asilo.
Anche se l’Azione Cattolica è presente con tutte le associazioni, con buona frequenza, si nota mancanza di convinzione di fede e scarsa istruzione religiosa. Il Vicario è d’accordo su più frequenti incontri tra il Centro Diocesano e le organizzazioni parrocchiali; raccomanda di parlare con semplicità, con sincerità, senza retorica, al fine di convincere sulle cose essenziali e sulla necessità della collaborazione dei cattolici.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale per quanto riguarda il funzionamento della Giunta parrocchiale, la vita associativa e l’impegno di lavoro dei tesserati. Ho anche riferito al riguardo dell’attuazione della Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza” con le iniziative ritenute idonee nel piano parrocchiale.



[1] Il 27 gennaio 1940 il Comune di Piovà modificò la propria denominazione in Piovà Massaia. Il 9 giugno 1809 nacque il Cardinal Guglielmo Massaia (Lorenzo Antonio Massaia). Frate cappuccino, apprese nozioni di medicina e chirurgia e decise di andare missionario in Etiopia. Nel 1884 papa Leone XIII lo elevò al rango di cardinale e nel 1914 è iniziato il processo di beatificazione. 

Vicaria


domenica 10 gennaio 2016

San Carlo di Villa San Secondo


La Parrocchia è stata costituita nel 1924, separandosi da Villa San Secondo. Sulla Parrocchia di San Carlo, in zona collinare, gravitano i Lovisoni di Callianetto e alcune famiglie di Cossombrato.
Lo stato economico dei 120 abitanti è sotto la media. Nessun immigrato.
La religiosità è tradizionale, su base di indifferenza. Gli uomini non si vedono alla Comunione se non a Natale e Pasqua. Anche le donne si avvicinano con riluttanza ai Sacramenti. Per tutti, o quasi tutti, la frequenza è saltuaria.
Il 60% della popolazione ha superato i 60 anni di età. Chi può si allontana (un matrimonio in 12 anni) e rimane gente anziana che poco aiuta il Parroco. Due sono le ragazze da sposare e 4 sono i giovani, due di questi lavorano ad Asti.
Politicamente prevale il Partito dei Contadini di una corrente, come sempre, personalista e locale (Ferrero). Attualmente pare che la corrente Ferrero sia entrata nella Coltivatori Diretti.
La popolazione scolastica conta 10 bambini in 5 classi.
L’Azione Cattolica non esiste. Il Parroco ha provato con le donne (15), non andavano alle adunanze. Gli uomini non si possono agganciare a qualsiasi iniziativa, che non sia quella tradizionale. Si è provato con la Lega di perseveranza: presenza di due persone. Alle missioni[1] v’è partecipazione perché è tradizione che le missioni si facciano.



[1] Le missioni parrocchiali, dette anche popolari, consistono in un periodo di predicazione intensiva (in genere di 15 giorni) svolta in una Parrocchia o più Parrocchie.

sabato 9 gennaio 2016

Villa San Secondo


Nel paese, in fascia collinare, i residenti sono 350. All’epoca dell’ingresso del Parroco, 63 anni fa, la popolazione era di 1250 abitanti.
Il Parroco ha favorito la costituzione della Parrocchia di Val Barrere, perché gli abitanti di quella zona gravitavano su Parrocchie finitime e non potevano essere seguiti.
Monsignor Schierano ha 95 anni. E’ vegeto e pieno di vitalità. Ogni domenica fa tre prediche; accudisce personalmente a tutte le necessità della Parrocchia, ed è solo.
L’emigrazione è cospicua a Torino, e continueranno a emigrare. L’ultima grandinata di questi giorni, con danni enormi, sarà una ragione in più per l’esodo. Due sono le famiglie d’immigrati.
La religiosità dei fedeli, in senso molto generale, è discreta. Non v’è senso religioso di convinzione. La popolazione frequenta la Messa, sono 9-10 coloro che non fanno Pasqua. Ai Vespri partecipa più nessuno, neppure gli Uomini di Azione Cattolica.
I comunisti sono pochi, mentre attivo e molto rappresentato è il Partito dei Contadini. Quando è arrivato in paese il Parroco vi erano due partiti, delle famiglie Biancardi e Pellerino. Le rivalità politiche di oggi risentono delle vecchie beghe paesane e portano disorientamento e antagonismo locale.
All’inizio della vita pastorale il Parroco aveva fondato la sede del circolo giovanile. Aveva costituito il gruppo (la cosa più difficile fu il lavorare con i giovani) arricchendo il sito dei sussidi necessari per il divertimento. Poi venne il fascismo[1]. Ha riorganizzato in seguito il circolo giovanile, ma ha dovuto lasciarlo per mancanza di collaboratori e di assistenza. Gli bruciavano fino le sedie, dice il Parroco.
In paese ci sono una ventina di ragazze: 16-17 sono di Azione Cattolica. Le Donne Cattoliche sono una cinquantina e collabora con l’associazione la Delegata di zona, Amerio Teresa. Alle adunanze sono 25-30 le presenze. Gli Uomini Cattolici quest’anno sono stati trascurati per malattia del Parroco. Egli non è contento del nuovo Presidente degli Uomini. La Giunta parrocchiale è pro forma; l’anno scorso era aggregata (rincresce sempre pagare l’aggregazione).
L’asilo è gestito da Suore Salesiane. La popolazione scolastica è di 18-20 alunni. Per il paese luogo di ritrovo è il dopolavoro.
Non ho riferito per ragioni evidenti sulle raccomandazioni della Presidenza Generale.



[1] Nell’estate del 1931 il regime fascista fece chiudere tutti i circoli giovanili dell’Azione Cattolica con il chiaro scopo di eliminare l’unica concorrenza  rimasta per l’ottenimento del monopolio dell’educazione.   

giovedì 7 gennaio 2016

Piea


Piea è paese in collina di 740 abitanti (concentrico 350). Due sono le frazioni: San Grato e Vallunga, rispettivamente di un'ora e tre quarti d'ora di cammino.  
La prima frazione, San Grato, è tradizionalmente marxista. Su trenta famiglie 16-17 sono “rosse” e fedelissime. 
In Piea vi è un certo numero di attivisti. Il più attivo fra gli attivisti, cellula del paese, è un maestro elementare, Ottaviano, nativo di Vigliano. Lavora per il Partito notte e giorno; tutti gli altri sono passivi. Alla scuola del maestro Ottaviano i risultati di studio della religione sono ottimi. Non si è mai riusciti a trovarlo in fallo nell'insegnamento della religione; fa studiare a memoria, ed è dichiaratamente ateo. Se gli scolari non sanno, sono inviati al Parroco stesso. Ottaviano è elemento subdolo e pericoloso per la propaganda spicciola e continua che svolge.
La frazione di Vallunga (50 famiglie) ha un'altra caratteristica. Se v'è da decidere qualcosa, ad esempio in tempo di votazione, si riuniscono in “Consiglio di frazione” e decidono quale orientamento prendere. Una volta deciso, per il 99% seguono quella via e nessuno può loro far mutare idea. Nelle ultime elezioni amministrative hanno ascoltato il parere del Parroco sul nome del candidato sindaco. Le elezioni sono state vinte dalla Democrazia Cristiana. La frazione di Vallunga è decisiva sui risultati delle elezioni di Piea.
Nelle elezioni 40 voti sono andati al Partito Comunista, 40 voti ai nenniani, 80 voti al Partito dei Contadini. Da rilevare che ai locali si associano gli oriundi di Piea, nei saltuari ritorni da Torino, per una propaganda combattente attinente a correnti estremiste. E’ chiaro che tutto serve.
L'emigrazione è notevole, verso Torino; fanno prova i 150 bollettini parrocchiali che il Parroco spedisce nel capoluogo piemontese. Gli immigrati (veneti) si vedono il primo anno, poi sono assimilati dall'ambiente e forse dalla propaganda. Sono tutti rossi.
La religiosità in merito alla Messa domenicale del mattino è buona; nel pomeriggio le funzioni non sono frequentate. Il Parroco calcola nel 10% gli assenti dalla Chiesa, forse qualcuno in più, quasi tutti uomini. Un centinaio di uomini e giovani non soddisfa il precetto pasquale. Però tutti esigono la benedizione delle case.
I bimbi sono del Parroco fino ai 12 anni. Nel concentrico ci sono 7-8 giovani dai 16 ai 25 anni; dalle borgate non vengono, non per adunanze, non per comizi, neppure verrebbero per pranzi e feste.
Sul piano morale il Parroco non ha da dire molto. Egli definisce la nuova generazione di Piea, gioventù comune. In parte concorda con l'opinione di qualche Parroco che la gioventù femminile è sul piano morale “più provata”. Ritiene che il concetto di famiglia sia molto decaduto. I genitori si disinteressano dei figli e delle figlie. Riferisce di mamme che raccomandano ai figli più piccoli, invitati dal Parroco alla Confessione e Comunione, di non ascoltare e non fare tutto quello che dice il Prete. Non v’è convinzione, vanno in Chiesa solo per fare piacere al Parroco.
Se si parla di Azione Cattolica, è la tessera quella che spaventa tutti. Non si ottiene nulla. Soltanto le Donne Cattoliche sono tesserate. Gli Uomini Cattolici sono stati sciolti nel 1956 per beghe sorte per questioni elettorali. La Gioventù Femminile non riesce a inquadrare. Non vi sono giovani da poter costituire la Gioventù Maschile. Alle Figlie di Maria fa istruzione una volta al mese nel periodo invernale. Per giovani e uomini (15-20) fa una dozzina di riunioni nell'inverno, ma non parlare loro di tessera.
Manca di collaboratori laici, non ci sono suore. Le condizioni economiche sono sotto la media. Quest'anno la grandine ha distrutto tutto. Gli alunni sono 46 in sei classi. Di vocazioni uno, in collegio dai salesiani, ma il Parroco non crede che continui. 
La difficoltà del tesseramento si sente anche in seno al Partito Comunista. Proprio ieri l’ex sindaco comunista diceva al Parroco che era stanco di pagare la tessera ai suoi assistiti. 

domenica 3 gennaio 2016

Frinco


Il paese è unito da un buon collegamento stradale tra concentrico e le diverse frazioni (San Defendente con 200 abitanti, Val Marchese, Molinasso, San Rocco, Bricco a non più di ¾ d’ora a piedi).
La popolazione, di 950 abitanti, sessant’anni fa raggiungeva quota 2000. Il concentrico accoglie 300 residenti. L’emigrazione è alta, principalmente a Torino, Asti, e altre città del Piemonte. Parecchie famiglie si sono allontanate fino a Genova. Gli immigrati sono un’ottantina: veneti e meridionali. Tra i veneti, in maggior numero, ci sono alcuni buoni elementi, gli altri si perdono facilmente, specie gli uomini. Molti bestemmiano, anche le donne, imparano e assimilano più facilmente il male che il bene. Un altro loro difetto è che spendono tutto quello che guadagnano e vi sono famiglie in cui entrano parecchie migliaia di lire al giorno.
La religiosità il Parroco la descrive con questo rilievo fondamentale: quando non hanno lavoro vanno in Chiesa. Alla Messa festiva assistono 400 persone; gli altri non frequentano in Parrocchia, forse alcuni andranno a Messa altrove. E’ da tenere presente che in frazione San Defendente c’è Celebrazione festiva.
La vita religiosa va peggiorando; dunque indifferentismo, religiosità formale e condizionata dagli interessi del lavoro, dai divertimenti, dalle altre esigenze anche non essenziali della vita. Una causa di questo peggioramento è dovuta al fatto che tra le famiglie allontanatesi dalla Parrocchia alcune erano tra le più buone e sono state sostituite da famiglie meno religiose. Altro motivo, non è più sentita la morale, non sono più sentiti i problemi di giustizia, di ordine. Morale matrimoniale e coniugale in ribasso. Era nei propositi del Parroco selezionare un’elite campione di Vita Cristiana. Fra uomini e giovani 250 fanno Pasqua; un centinaio non la fa. La gioventù maschile e femminile adempie quasi tutta al precetto.
Della gioventù femminile la maggioranza è ancora sana; vi sono però ragazze più libere. Le ragazzine tendono a essere peggiori; precoci nella vita non si accostano più ai Sacramenti come le più anziane. Sono frivole e vane, in testa hanno sempre il ballo.
Il divertimento è il principale scopo nei giorni di festa. Ragazzi e ragazze si allontanano il pomeriggio festivo rendendo compromessa ogni iniziativa (adunanze, incontri). Quest’anno per la festa del paese i giovani hanno impegnato un giovane cantante che è costato 60.000 lire. Il Parroco riconosce però che vi sono tra i giovani alcuni elementi buoni. A loro aveva affidato il cinema parrocchiale. L’esperienza è durata un mese e poi terminata per risultati passivi e negativi.
Non ci sono ostilità verso il Parroco, anzi massima deferenza. Cospicue sono le offerte per la Chiesa, con le quali il Parroco ha fatto pronte e ingenti spese.
In paese la politica entra come orientamento politico elettorale, occasionale. Nelle elezioni provinciali, essendovi un candidato missino nel paese, il Movimento Sociale Italiano ha avuto 102 voti. Essendovi, pure del paese, un candidato comunista, il Partito Comunista Italiano ha avuto 121 voti. Nelle elezioni politiche sia il P.C.I. e sia il M.S.I. hanno avuto complessivamente 70-80 voti. Per la propaganda comunista nessuno del paese è attivo, il più dinamico è un elemento che viene da fuori. Vi sono in maggior numero dei socialisti nenniani (in pratica sono comunisti). V’è stato un periodo in cui il Partito dei Contadini ha disturbato parecchio. Votano comunismo gli operai che lavorano alle fornaci di Montechiaro e Castell’Alfero e molti veneti.
Sono in 70 come popolazione scolastica. E’ presente il Circolo Combattenti, il Circolo ACLI è sia in paese sia in frazione San Defendente, il Circolo ENAL al Bricco.
Come Azione Cattolica sono 60 le donne tesserate, la Gioventù Femminile ha due effettive. Come attività è molto scarsa, non hanno dato esami. Le domande per l’esame sono state distribuite, in parte sono state ritornate. Alle adunanze sono 15-20 le donne presenti, non s’interessano, sono passive, non sembrano D.C. Le giovani non sono curate dal Parroco, le lascia alle Suore. La Presidente della Gioventù Femminile che era attiva si è fidanzata: ha lasciato oltre l’associazione anche l’assiduità della vita cristiana. Riguardo ai giovani e agli uomini tutti i Parroci che l’hanno preceduto hanno tentato di organizzarli, non sono riusciti.
Le cause sono varie di questi insuccessi. Indifferentismo e timore per la tessera da una parte, responsabilità del Parroco dall’altra (si riferisce a se stesso). Per riuscire con gli uomini bisogna essere fatti ad hoc; Il Parroco non ha questi particolari requisiti. I giovani sono più difficili da organizzare, ci vorrebbe un coadiutore. Il Reverendo accenna al guaio maggiore della Parrocchia che è quello di essere molto sparsa, per cui ogni iniziativa riesce solo parzialmente o fallisce. La Lega di perseveranza ha avuto scarsissimi risultati ed è stata sospesa (10-12 presenze).
Il Parroco accenna a questi due ultimi anni come a un periodo di stasi; il primo anno perché impegnato nella costruzione del salone, il secondo perché impegnato nei lavori della Chiesa. Manifesta l’intenzione di riprendere i tentativi per migliorare i quadri dell’A.C. parrocchiale. Ritiene utile questa visita del Presidente della Giunta e augura e si ripromette, sinceramente, che nascano iniziative e promesse nuove.
La conversazione è stata cordiale ed efficace. E’ stato molto sincero e obiettivo, anche nei propri riguardi. Conosce bene la situazione e le molte difficoltà. Non esita a indicare le proprie insufficienze. E’ stata una conversazione molto utile. 
E’ stato riferito sulle raccomandazioni della Presidenza generale (Giunta parrocchiale, unitarietà di azione) e attuazione della Campagna Annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”. 

venerdì 1 gennaio 2016

Cunico


Cunico è paese di collina, benservito da comode vie di comunicazione, di 736 abitanti, tra concentrico e stazione. Trent’anni fa i residenti erano 1120, all’ingresso del Parroco.
L’emigrazione è dei giovani. Il giovane desidera cambiar lavoro, non vuole più il paese ma la città. Le ragazze non vanno via perché si possono sistemare a lavorare presso la distilleria Bosso del Piano.
Il Comunismo è diffuso. Dalla nostra parte non c’è uomo che possa scendere in piazza a contrastare la parte avversa efficacemente. Il segretario della Democrazia Cristiana non è ben visto.
L’anticlericalismo radicato si collega con la propaganda antireligiosa del dottor Tanino Augusto di Cinaglio che, in urto con il Parroco, aveva svolto per anni una propaganda feroce contro la religione, al punto di mettere per condizione la rimozione di crocefisso e immagini dalla camera del malato, altrimenti non visitava l’infermo. Il dottore è morto ad Asti rinnegando quanto aveva fatto e donando al Parroco la sua biblioteca.
L’ingegner Mercato era l’attivista comunista più deciso: al presente è gravemente ammalato. I veri attivisti comunisti sono 6-7, gli altri militanti sono clientela, seguaci di una tradizione: fanno massa, danno il voto e sono per lo più fedeli. Discreto è anche il gruppo dei liberali.
Dalla tasca del vestito talare del Parroco esce un prospetto delle ultime elezioni del 1958:
Senato:  D.C. 222 – P.C.I. 126 – P.S.I. 34 – P.N.M[1]41 – P.L.I. 16
Camera: D.C. 219 – P.C.I. 128 – P.S.I. 48 – P.N.M. 42 – P.L.I. 25
Nonostante questo eccessivo numero di voti comunisti non si hanno sepolture civili, matrimoni civili, e nessuno rifiuta i sacramenti in punto di morte. L’ultimo acceso comunista morto quest’anno non era mai venuto in Chiesa. Ha accettato i conforti religiosi. All’invito di fare il segno della croce, ha chiesto se si faceva il segno giungendo le mani. In punto di morte gli fu insegnato, per la prima volta, come si faceva il segno del Cristiano. Ha avuto sepoltura religiosa.
Si può giudicare che il 70% della popolazione frequenta in parte regolarmente, in parte saltuariamente. Il 30 % non frequenta la Chiesa. L’ignoranza religiosa è diffusa, l’indifferenza è tanta.
La gioventù è migliore. Sul piano morale non ci sono scandali conosciuti, anche fra i coniugati. Alla gioventù di Cunico piace divertirsi: televisione, balli, scampagnate in motoretta da soli o in compagnia. Il senso di famiglia è in diminuzione com’è diminuito il senso dell’autorità dei genitori. Ci sono famiglie e figlioli buoni sia sul piano religioso che morale; i buoni sono veramente retti.
In paese c’è un dopolavoro; la popolazione scolastica conta 50 alunni in 6 classi; nessuna vocazione religiosa.
L’Azione Cattolica è organizzata solo per 10 donne, per altri rami nulla per ora e nulla da fare. Il Parroco non ha coadiutori, non ha giovani che lo aiutano neppure in Chiesa, non ha elementi preparati. Se ci fosse qualcuno ad aiutarlo si potrebbe fare qualcosa in più. Il Parroco ha 70 anni. Anche l’oratorio, fin quando vi era un sacerdote la domenica, era più attivo. Oggi anche l’oratorio è scaduto.
Non ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale. Con le premesse fatte, qualche possibilità d’incremento dell’Azione Cattolica, per ora, non è possibile.        




[1] Partito Nazionale Monarchico