Il paese è in collina, in zona disagiata. E’ patria
di San Domenico Savio[1] e
c’è la casa, dove il Santo Giovane morì.
Mondonio venti anni fa faceva 400 abitanti; grazie
all'emigrazione, soprattutto dei giovani, oggi è di 300 residenti. Si è
inserita qualche famiglia veneta. Il giudizio sui veneti è piuttosto negativo.
La religiosità è definita buona, c’è devozione per
San Domenico Savio. L’indifferentismo religioso si mette in pratica anche con
il lavoro festivo, che il Parroco ritiene dovuto a influenza di paesi vicini
dove la vita cattolica non è troppo sentita. Sono ancora presenti le
conseguenze negative dell'esperienza del suo predecessore.
I giovani per sposare devono andare altrove. La popolazione
è in prevalenza anziana. Nulla è da eccepire sul piano morale della poca gioventù
rimasta. Lo stato economico è discreto.
L'Azione Cattolica esiste ma non è molto attiva. La Gioventù
Maschile è assente. La Gioventù Femminile frequenta abbastanza, con riunioni
ogni 15 giorni nel periodo invernale. Gli Uomini Cattolici sono un piccolo nucleo;
fanno obiezione per la tessera, non vogliono “nessun partito” intendendo
evidentemente l'Azione Cattolica come un partito. Sono bravi uomini ma non ne
vogliono sapere. Le Donne Cristiane hanno adunanze mensili, non tutte
frequentano. La Giunta parrocchiale è solo sulla carta, non è aggregata. Il
Parroco fa alcune osservazioni sulla Giunta parrocchiale nelle piccole
Parrocchie. Appare un po' preoccupato dalla facilità con cui anche uomini o
donne iscritti all'Azione Cattolica fanno osservazioni o critiche sul suo
operato. Ripetono: noi lavoriamo e non ci dice niente; il Parroco fa questo o quello
e non ci tiene informati.
Risalendo alle funzioni della Giunta parrocchiale il
Parroco prevede un’interferenza dei laici nelle sue prerogative pastorali e ciò
lo preoccupa.
Vi sono Parroci che non accettano la Giunta
parrocchiale di Azione Cattolica. Pochi, pochissimi lo dichiarano decisamente e
apertamente. Altri non lo dicono ma lo lasciano intendere. È chiaro che io in
merito non intervengo: ascolto e penso. Penso soprattutto alla difficoltà
enorme che esiste molte volte di fare la giusta distinzione dei limiti e compiti
di collaborazione da parte dei laici. E’ chiaro che i laici chiamati alla
collaborazione all'apostolato del Parroco devono essere preparati e consci
della loro responsabilità. È chiaro che non tutte le Parrocchie, specie le
piccole e le rurali, hanno elementi preparati e pronti a svolgere tale
attività.
E’ provato però, e i Parroci l’hanno chiaramente
affermato, che dove esistono cattolici formati, la loro collaborazione nella Giunta
parrocchiale è preziosa e di grande aiuto. Con ciò non si deve concludere che le
Giunte parrocchiali possano essere costituite e utilizzate solo in certe Parrocchie,
dove tutte le condizioni permettenti e favorevoli esistono, e che nelle altre
si debba negare la funzionalità della Giunta parrocchiale.
L’esperienza della Giunta parrocchiale è un fatto
positivo. La sua costituzione è in aumento in tutta Italia. Il numero delle Giunte
aggregate cresce costantemente. Non si dice: dovete costituirle per forza. Se non
farete oggi … domani; se non domani quando potrete.
Sì consiglia anche una micro giunta. La
collaborazione dei laici, se è ritenuta utile, si deve impostare intorno ad un
organismo bene definito nella sua costituzione e nelle sue funzioni; è cosa
troppo ovvia per le esigenze di qualsiasi organizzazione che abbia precisi
obiettivi e finalità da raggiungere.
Vi sono Parroci che non le vogliono; nulla da
osservare. Il Parroco giudica così ed è giusto così. Sono i cattolici
organizzati della sua Parrocchia che devono dimostrare di volere essergli accanto
in ogni modo, fedelmente, con spirito di obbedienza. Tutto matura al mondo,
anche le Giunte parrocchiali matureranno.
[1] I Savio
(Domenico era il secondo di dieci fratelli) si trasferirono nel 1853 da
Morialdo a Mondonio, frazioni di Castelnuovo d’Asti ora Castelnuovo Don Bosco.
L’anno successivo (dodicenne) conobbe Don
Bosco. Al Santo Educatore disse: “Io sono la stoffa, lei ne sia il sarto:
faccia un bell’abito per il Signore!”. La sua esistenza fu piena d’amore e
carità verso il prossimo, cercando in ogni occasione di dare l'esempio. Nel
1856 fondò la Compagnia dell'Immacolata e poco più tardi morì, lasciando un
valido e bel ricordo della sua persona ai giovani cristiani.
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