giovedì 26 novembre 2015

Settime


La Parrocchia è di media collina per 580 abitanti. L’emigrazione è cospicua; centinaia di emigrati si sono trasferiti a Torino in pochi anni. Gli immigrati sono pochi, in prevalenza veneti e meridionali. Il paese ha un concentrico e frazioni.
La coltivazione preminente dopo l'uva è quella della barbabietola da zucchero. Quest'anno è ritenuto periodo di crisi perché per la barbabietola dell'ultimo raccolto è stato versato solamente il 20% dell'importo, la rimanenza è dilazionata all'anno prossimo. Si lavora nei giorni festivi.  
Si fanno ricadere sull’Azione Cattolica i “demeriti” e le insufficienze della Democrazia Cristiana sul piano politico, in particolare di politica rurale.
Le condizioni economiche della popolazione sono medie e sotto la media.  
La religiosità è tradizionale: solito alternarsi di maggiore e minore frequenza alla Chiesa collegata con i periodi di maggior o minor lavoro. La frequenza media dei parrocchiani alla Messa festiva è dichiarata dal Parroco soddisfacente; minima è la percentuale dei permanentemente assenti. Si sta accentuando l’indifferentismo religioso e i Vespri sono scarsamente frequentati.
L'Azione Cattolica non ha sede propria; tutto fa capo all'asilo. Non vi è televisione in sede. L’Azione Cattolica esistente ha scarsa attività. Non si può avviare e completare un colloquio sull'argomento dell'Azione Cattolica, oltre le varie forme dell’attività e dei doveri pastorali.
Il compito del Delegato Vescovile (con me presente in questa sequenza d’incontri) e del Presidente è stato quello di esporre le ragioni della visita e le ragioni dell’Azione Cattolica, ricordando le conclusioni dell'ultimo convegno dei Presidenti diocesani a Roma. In particolare si è insistito sulla necessità, oggi, del dovere dei cattolici in campo religioso, impegno di volontà e di lavoro, della necessità organizzativa, dell’esigenza dell'Azione Cattolica parrocchiale e dei compiti affidati all'Azione Cattolica stessa per il prossimo anno con la Campagna del “Messaggio della Salvezza”.   

martedì 24 novembre 2015

Sessant


Sessant è frazione a 5 chilometri da Asti, in zona di collina. Il concentrico, le frazioni, le case sparse, raccolgono una popolazione di 1200 abitanti. E’ un paese, finalmente, con emigrazione scarsa e immigrazione di veneti (un centinaio). Non v’è ancora terreno abbandonato, né case vuote e abbandonate.   
La religiosità è buona; solo una ventina di persone non frequenta la Chiesa. Parecchie sono le famiglie benestanti, per un complessivo stato di benessere medio; si ha tendenza al miglioramento della vita. In un anno le nascite sono una decina. In paese ci sono il Circolo Acli e un albergo; due sono i circoli nelle frazioni.
I giovani, sia maschi sia femmine, vanno a lavorare nell'industria in occupazioni varie. Molti giovani sono avviati agli studi. La gioventù non è cattiva, ma è l'ambiente in cui vive che influisce sulla personalità. L'interesse per i problemi veri inizia verso i 25 anni.
Non v’è abbandono, almeno per ora, della Parrocchia da parte dei giovani. La gioventù femminile è la vera responsabile dello stato di decadimento morale nella nuova generazione. È venuto meno il controllo della famiglia.
L’Azione Cattolica è presente con tutte le associazioni; nessun appunto all'attività del Centro.
Il problema dei giovani nell'Azione Cattolica è legato al problema dell'Oratorio, della collaborazione di un Sacerdote, dell’assistenza. L’opera del Centro è di assecondare i cattolici della Parrocchia verso l’avvicinamento del Sacerdote e la collaborazione con lui. 
Riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale, sulla costituzione e funzionalità della Giunta parrocchiale e in particolare nell’attuazione della Campagna annuale ‘60-61 con le iniziative ritenute idonee sul piano parrocchiale.     

domenica 22 novembre 2015

Mombarone


Mombarone è frazione di Asti a oltre 5 km dalla città. La Parrocchia è di collina. Gli abitanti sono 330, divisi in concentrico (103) e cascine sparse. Le ultime case sono a un quarto d'ora a piedi.
L’emigrazione è in atto a Torino e ad Asti. Gli immigrati sono 30, tra veneti e meridionali. I veneti sono discreti sul piano religioso mentre i meridionali lo sono meno (una famiglia buona). La residenza degli immigrati è sempre temporanea. 
Riflettendo sulla religiosità della popolazione manca un fondamento vero e proprio. L'indice di frequenza alla Messa è sull’80%, una parte va a Messa alla Madonna dell'Olmetto. Il 5% dei residenti sono lontani dalla Chiesa e questo è imputabile a trascuratezza e ignoranza.
I Vespri non sono frequentati. L’istruzione è sentita da chi non ha bisogno.
Alle elezioni politiche del 1958 il Partito Comunista ha ottenuto 25 voti, probabilmente di mezzadri e residenti fuori Parrocchia. Qualche comunista in Parrocchia è presente ma non è attivo. Il Parroco dice che i comunisti, da queste parti, godono poco credito.
Dal 1938 al 1958 si sono celebrati 63 matrimoni: le famiglie senza figli sono 2, con un figlio 34, con più di un figlio 7, di due famiglie non si conoscono i dati.
I ragazzi da 15 ai 25 anni sono 7-8; le ragazze altrettanto. Il ballo è in decadenza. Le ragazze non vanno a ballare in Asti o altrove. Sono ancora buone; forse qualche episodio isolato. Il Parroco insiste con il dire che la Parrocchia appartiene a una “zona grigia”.[1] La vicinanza con la città facilita, ad ogni modo, l'esodo dei giovani, di giorno e di sera.
Il numero della popolazione scolastica è di 25 alunni in 5 classi, di cui 15 sono figli d’immigrati. La gioventù frequenta saltuariamente; dopo il catechismo si perdono.
Lo stato economico è più che discreto.
Come Azione Cattolica soltanto le donne sono organizzate. Le Donne Cattoliche (18-20) hanno adunanze invernali ma con scarsa attività, all'inizio della primavera cessa ogni attività. Da rilevare per la Gioventù Femminile una scarsa formazione; per quanto non ballino molto, non vogliono desistere dal ballo. Per la Gioventù Maschile c’è scarsità di elementi e non formazione. Negli Uomini vi è indifferenza e rispetto umano. Il Parroco accenna a un fatto: una famiglia veneta, che frequenta i Vespri, è oggetto di considerazioni ironiche. Tale fatto è dimostrativo più di ogni altra cosa.
Sono fatte presenti le molte difficoltà per l'organizzazione dell'Azione Cattolica. Io penso che dalla massa di esperienze e conoscenze acquisite in questo mio giro per tutta la Diocesi, emerga più che evidente la necessità d’incontri per rafforzare la certezza che è sempre possibile attuare, con mezzi e tattiche idonee, iniziative positive nel campo dell'Azione Cattolica in tutte le Parrocchie.   
    




[1] E’ una zona, dai contorni mal definiti, che insieme separa e congiunge il paese dalla città.   

venerdì 20 novembre 2015

Casabianca



Casabianca è frazione di Asti, in zona collinare. Sono tutte case sparse per 530 abitanti.
Per una parte della popolazione, che rappresenta la maggioranza, la frequenza alla Santa Messa è un dovere, per un’altra parte è solo consuetudine. Una decina di persone, quasi tutti uomini, è permanentemente assente dalla Chiesa.
Ci sono 30 famiglie d’immigrati in maggioranza veneti, qualche famiglia meridionale. Sono residenze a carattere di tappa e intermedie per la città. In genere frequentano la Chiesa.
Molti giovani e uomini lavorano in Asti. Le condizioni economiche sono medie, per alcuni al di sotto della media. La popolazione è fondamentalmente buona; per una certa parte un po’ arretrata. Ciò trova una ragione nelle condizioni di vita in alcune zone lontane, con terra avara e di scarso reddito.
L’Azione Cattolica è presente con tutte le associazioni. La Giunta parrocchiale è costituita. Le adunanze sono frequentate; una riunione ogni 20 giorni per associazione. In Parrocchia esistono un salone e locali per varie esigenze. Nelle associazioni degli Uomini e delle Donne di Azione Cattolica esistono anche elementi giovani. In tanti partecipano a incontri spirituali.
I giovani hanno sempre bisogno di sentire un addentellato con la vita pratica, nell’azione di propaganda. Accettano la proposizione dei principi, ma la proposizione di una promessa e la coscienza di dovere accettare un impegno può ed è un ostacolo alla loro adesione. E’ la caratteristica moderna dei giovani ed è il maggior ostacolo alla loro conquista.
Riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale e sull'attuazione della campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.  

giovedì 19 novembre 2015

Serravalle d'Asti


Al solito, splendore di luce ad Asti. Fare il medico in questa stagione è magnifico. In campagna ogni cosa si vede rifiorire; ogni fiore si vede sbocciare; ogni filo d'erba si vede fremere, ogni vita nuova si apprezza nei primi nascosti sussulti; ogni speranza, in primavera, si sente ravvivata, stranamente nuova. La mia vita randagia, girovaga attraverso le colline, per le vie, nella campagna, è senza sosta, direi senza riposo. Sono giornate di lavoro a pressione queste; dal mattino alla sera e qualche volta anche dalla sera al mattino. Proprio questa mattina, di domenica, speravo di potermi dedicare al consueto ciclo di colloqui con i Parroci della Diocesi, che un tale in campagna cade dalla cascina ... urgente e correre e sacrificarti per il dovere. Fortuna che la Vicaria in questione è alle porte di Asti; fortuna che l’incidente del contadino si è risolto con qualche ammaccatura; tutto il tempo per passare sotto casa, caricare chi oggi mi accompagna e in pochi minuti essere alla presenza del Parroco di Serravalle.

La Parrocchia (Vicaria) è di collina, in frazione di Asti. Gli abitanti sono 725 di cui 240 nel concentrico (80 famiglie). I borghi sono numerosi: Bricco Roasio (25 famiglie a più di un’ora a piedi), Moncarantino, Tampone, Santena, Val Attilione, Val Quinto, Val Cereseto, Briualora, e tanti cascinali sparsi.
L’emigrazione è forte. Su tre famiglie due hanno i giovani fuori, ad Asti o a Torino. Anche le ragazze vanno a lavorare in Asti (S.I.S.A.[1], commesse, apprendiste sarte). Gli 80-100 immigrati (numero fluttuante) in percentuale più alta sono meridionali: mezzadri, salariati. Altri lavorano alla fornace di Chiusano. Nell’asilo su venti bambini sei sono locali. Tutti negativi sono gli adulti sul piano religioso, unica eccezione una famiglia. Qualcuno è senza Prima Comunione e senza Cresima.
La percentuale dei praticanti alla Messa festiva parrocchiale è del 50%; manca il controllo della zona periferica.
Il Bricco Roasio è la spina maggiore; per il Parroco è necessario fare una cappella locale. E’ la frazione con maggior numero di comunisti: si spiega almeno in parte, per le condizioni economiche scadenti, per l’acrimonia degli abitanti del bricco verso il paese, per l’ignoranza.
La Parrocchia è al culmine del colle che sovrasta il paese; è in posizione disagevole per essere raggiunta. La salita è lunga e molto ripida, con strada sconnessa. Per le persone un po’ anziane si richiede sforzo notevole e per i vecchi non è possibile, almeno per la maggior parte. Il Vicario ha rimesso in funzione una Chiesa a metà salita, più facilmente raggiungibile.
Come orientamento politico degli abitanti nelle elezioni del 1958 (Camera) 80 voti sono andati al Partito Comunista e 20 voti al Partito Socialista. Il Partito dei Contadini (Comunità) è forte e si pone subito dopo la Democrazia Cristiana con 320 voti.
Vi sono divisioni in paese. Una società con locale di divertimento è stata costituita di recente con il concorso del 90% della popolazione; il restante 10% fa capo al bar locale. La società è in mano a uno che fa il prepotente; da ciò il disaccordo in paese, al punto di organizzare due feste. Secondo il Parroco forse questa è occasione propizia per creare un Oratorio.
La scarsa gioventù, sia maschile sia femminile, è attirata dalla città e dai divertimenti. Vi è bassa frequenza alla Chiesa. Il 50% dei giovani è sul piano dell’idea: vive con una certa coerenza; il 25% si lascia influenzare dalle idee moderne. Discreta è la percentuale di gioventù femminile che fa comunione mensile.
In paese ci sono le Suore. La popolazione scolastica è di 45 alunni. L’asilo è privato.
L’Azione Cattolica è costituita in tutti i suoi rami. Le Donne Cattoliche (40-50) hanno adunanze mensili con presenze del 50%; aiutano per la Chiesa e per le iniziative. Il fattore della distanza influisce sulla frequenza. Gli Uomini Cattolici (10) sono tutti buoni. Anch’essi si ritrovano mensilmente. La Gioventù Femminile (30) è curata dalle Suore. Hanno adunanze mensili ma non si ottiene nulla. Partecipano ai balli. La Gioventù Maschile (15) ha adunanze saltuarie, con mancanza di formazione; il Parroco li ha soltanto di domenica. I ragazzi fino ai 12-14 anni si possono avere, oltre sfuggono. I contatti con i giovani sono difficili anche per ragioni di lavoro. Si potrebbe ottenere di più. Il Parroco sente la mancanza di un Oratorio; è già prefissato un locale, quasi in piano, per Oratorio e cinema locale a fini catechistici.
La conversazione è stata cortese; il Parroco forse un po’ riservato all’inizio, cordialissimo poi, ha tracciato un esame esauriente delle varie situazioni della Parrocchia e dell’Azione Cattolica.
Riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale e sulla Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.



[1] Fabbrica specializzata nella produzione di cartoni di imballaggio

venerdì 13 novembre 2015

Viale


E’ paese collinare di 378 abitanti.
La Parrocchia è vacante, la Chiesa vuota. Alla Messa della domenica pochissime presenze (10-12) sono partecipi. L’entrata del nuovo Parroco è prevista entro fine mese. 
Queste minime notizie mi sono state riferite dal reverendo Vicario. 

giovedì 12 novembre 2015

Roatto



La Parrocchia è di collina, per una popolazione di 402 abitanti (120 nel concentrico). In 20 anni è diminuita della metà. Complessivamente sono 125 famiglie di cui, dice il Parroco, 24 hanno la possibilità di sussistere perché hanno un figlio; le altre sono costituite da persone anziane, i cui figli sono emigrati nelle grandi città.
Vi è un certo numero di uomini da sposare perché non hanno aderito alla condizione di sposarsi in città. Le nascite sono scarsissime. La popolazione scolastica è di 14 alunni in 5 classi.
Gli immigrati arrivano e partono. Sono 5 o 6 le famiglie che fanno rotazione. Religiosamente valgono poco.
Sussiste un tradizionalismo religioso; molta indifferenza ma nessuno è ostile. Dai 50 anni in giù sono più preoccupati della vigna che della loro anima. Il 50% degli abitanti frequenta la Chiesa regolarmente, il 25% va saltuariamente, l’altro 25% mai o solo poche volte. E’ questione di trascuratezza che, a sua volta, è manifestazione di grande ignoranza. Hanno cominciato col non andarvi un anno, poi diventa più difficile per tante remore che s’impongono: rispetto umano, abitudine, quietismo. Un quarto della popolazione non fa Pasqua, specie gli uomini; le donne fanno tutte Pasqua.
La gioventù maschile e femminile è trascinata dai divertimenti. Vi è qualche brava figlia. In genere frequentano il ballo ma nulla da dire sui ragazzi (senza note scandalistiche).  
Il comunismo è nullo: 6-7 voti che non si sa da che parte vengano. Il Partito dei Contadini ha avuto la maggioranza; sì e faticato molto per far cambiare idea.
In complesso il sentimento religioso è conservato, però bisogna continuamente richiamare alla vita religiosa. Le madri senza convinzione non inculcano nei figli il senso religioso e di riflesso vi è indifferenza dei genitori per la condotta dei figli. Non sono presenti vocazioni religiose.
L’Azione Cattolica è costituita in tutti i rami. Gli Uomini ci vuole molto a muoverli; le Donne hanno rispetto umano a vivere l'Azione Cattolica e fare apostolato cristiano. La Gioventù assomma 3 seniores maschi a 7-8 effettive femmine; le adunanze sono invernali.
Nota il Parroco che con l’Azione Cattolica vi è un miglioramento dei singoli. Se non vi fosse l'Azione Cattolica, anche queste piccole conquiste non vi sarebbero. Gli iscritti ci tengono ad avere la tessera e il giornale.
Il Giornale letto è “La Stampa”, ma leggono poco. Il giornale cattolico potrebbe fare molto se fosse ben fatto.
Accoglienza cordiale e amichevole conversazione. Il Parroco appare molto interessato alle questioni trattate e ritiene utile l’iniziativa di questo scambio d’idee. 
Riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale e sull'attuazione della campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”. 

mercoledì 11 novembre 2015

Maretto


La Parrocchia è di collina, rurale. Gli abitanti sono 350 e il concentrico è di 60-70 case. Si trovano molte case sparse e 4 borgate distanti da mezz'ora a un'ora, in parte spopolate. Vent'anni fa Maretto contava 700 abitanti.
L’emigrazione è notevole, 200 famiglie si sono trasferite a Torino. In generale gli emigrati hanno fatto buona fortuna. Si contano 3 famiglie d’immigrati.
Lo stato economico è buono; vi sono trattori e macchine agricole. L’esodo così imponente delle famiglie è dovuto in gran parte alle grandinate che, per 6-7 anni di seguito, hanno flagellato la zona e inoltre alla mancanza di previdenza sociale per la tutela dei colpiti da tale calamità. Nella popolazione vi è prevalenza di vecchi.
La gioventù è scarsa: per ragazzi (10 -12) e ragazze (10 -11) si prevede il trasferimento altrove. I terreni sono già in parte trasformati in pioppeti e alberi di acacia.
La popolazione scolastica è di 23 elementi in 5 classi.
I marettesi non sono antireligiosi ma freddi e indifferenti. E’ gente fondamentalmente buona. La frequenza saltuaria alla Messa è quasi generale; qualcuno non fa Pasqua e le funzioni dei Vespri sono scarsamente frequentate.  
Il rispetto umano e più spiccato nei giovani che negli adulti; purtroppo i giovani sono difficilmente avvicinabili perché caratterialmente chiusi. Il Parroco non può dire molto sulla moralità della gioventù: la ritiene buona. Qualche riserva maggiore è per le ragazze che vanno a lavorare a Torino.
Se Villafranca fosse più fervente, risentirebbero in bene anche le parrocchie finitime.
Non vi sono comunisti attivi locali. Un pensionato, ritiratosi a Maretto, è l’esponente più in vista: “Ho sempre avuto queste idee” risponde a chi gli osserva qualche cosa. Nelle ultime elezioni politiche il Partito Comunista Italiano ha avuto 23 voti, il Partito Socialista Italiano 15.
L’Azione Cattolica è presente in tutti i rami, ma attivarsi è un problema. Manca il vero spirito e ciò che si fa non corrisponde ad adesione spontanea, ma a sollecitazione e invito. Le Donne Cattoliche non rispondono e non s’impegnano, neppure nell'assistenza ai bambini, frequentano scarsamente; gli Uomini Cattolici iscritti sono 12; la Gioventù Maschile un nucleo e la Gioventù Femminile 4-5 di effettive. Il Parroco rileva che le grandi direttive per l'Azione Cattolica non hanno né valore, né senso, per le piccole parrocchie; bisogna cercare qualche attività che sia più adatta al piccolo ambiente parrocchiale. Al tesseramento non è mossa obiezione per la tessera. L’istruzione sul Testo avviene tutti i venerdì dopo la Santa Messa.
Molti leggono “La Stampa”, l'indifferentismo può nascere dalla lettura di tale giornale. In passato vi erano parecchi abbonati al “Popolo Nuovo”, vi è assoluta necessità del giornale cattolico.
Parliamo di cinema cattolico: perché non fare film cattolici per la rifornitura dei tre o quattromila cine parrocchiali? E’ cosa inevitabile, ma oggigiorno, nei cinema parrocchiali, si deve venire a qualche compromesso e accettare la proiezione di film moralmente non ortodossi. Anche in Maretto vi è il salone, non il cinema.
E’ importante affrontare il problema di preparare e attuare gli strumenti indispensabili per l’insegnamento dell’idea cristiana, tenendo conto che la gente, contrariamente a molte apparenze, è ancora fondamentalmente cristiana.
Conversazione cortese, cordiale, ampia. Il Parroco appare vivamente interessato ai vari argomenti e per me la chiacchierata è stata utile. 
Riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale (unità di azione) e sull’attuazione della campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”. 

lunedì 9 novembre 2015

Capriglio


La Parrocchia è di collina, rurale. La Chiesa è al centro del territorio parrocchiale. Entro 2 km ci sono diversi ammassi di case in forma di piccole borgate o case sparse. Economicamente sono piccole proprietà con scarse risorse. Gli abitanti, in precedenza fino a 800, sono 320 (dieci anni fa erano 500).
Elementi isolati emigrano a Torino. L’esodo degli isolati precede, normalmente, il trasferimento della famiglia e dei vecchi. La gioventù per il 90% cerca di abbandonare il paese. Le famiglie che abbandonano il paese non sono sostituite perché non c’è immigrazione. I terreni sono destinati a nuove colture (pioppeti); le case restano chiuse e a esse ritornano, saltuariamente, i proprietari inurbati.
La religiosità ha buona tradizione perché Capriglio è il paese di mamma Margherita[1]. Il 95% della popolazione frequenta e adempie al precetto pasquale. C'è qualche elemento che non frequenta, ma non è ostile e vuole essere cristiano alla sua maniera. Gli uomini frequentano meno delle donne; fra essi vi è un maggiore indifferentismo. La funzione dei Vespri è difficile per scarsità di presenti.
Il comunismo ha una piccola corrente, molto unita, che risale al dopoguerra per iniziativa di elementi venuti da fuori. Dieci anni fa il Partito Comunista italiano aveva vinto le amministrative per l'appoggio avuto dagli indipendenti, appoggio dato per questioni locali. La Democrazia Cristiana è sempre in maggioranza (60% dei voti). Il Partito dei Contadini ha poca influenza.
Il sindaco del paese è la maestra, indipendente e simpatizzante della Democrazia Cristiana; non si può dire che sia D.C.
La gioventù è scarsa: oltre i 10 anni una quarantina di giovani frequenta la Chiesa. Incomincia a sentirsi l'influenza della città e dei ritrovi che arieggiano l'ambiente cittadino. La fonte di acqua solforosa di Montafia, con i suoi due balli permanenti, rappresenta un richiamo discreto anche per la gioventù di Capriglio.
La popolazione scolastica conta 25 alunni per 5 classi.
Tutti i rami di Azione Cattolica sono costituiti: Gioventù Maschile 12 iscritti, Gioventù Femminile 20 iscritte, Donne Cattoliche 15 iscritte, Uomini Cattolici 20 iscritti. Le adunanze per i giovani si tengono il sabato; per gli altri rami la domenica, dopo i Vespri. Le presenze sono al 70% e l'istruzione non è fatta soltanto sul testo. Le compagnie religiose sono diverse: Figlie di Maria n.20, compagnie donne n.2 (delle “Madri Cristiane” e della “Beata Vergine”), compagnie Uomini n.2 (“Corpus Domini” e “San Rocco”); sono forme tradizionali.
Riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale.  




[1] Margherita Occhiena è conosciuta come Mamma Margherita (Capriglio, 1º aprile 1788 – Torino, 25 novembre 1856). Sposa Francesco Bosco il 6 giugno 1812 nella Chiesa parrocchiale di Capriglio, il 16 agosto 1815 viene al mondo il secondogenito Giovanni, fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice.   

domenica 8 novembre 2015

Bagnasco


La Parrocchia è di collina con piccolo concentrico e cascinali sparsi, per 130 abitanti. La popolazione raggiungeva quota 400 cinquant’anni fa. Il Parroco è operante da oltre 40 anni.
L’emigrazione è verso Torino; prima partono i giovani, poi anche i vecchi. A Torino gli emigrati se la passano discretamente. Ritornando, saltuariamente, fanno da richiamo ai rimasti. Non ci sono immigrati.
Il territorio comprende piccole proprietà e lo stato economico è al di sotto la media. Le terre abbandonate o sono affittate o trasformate in pioppeti se al piano, in noccioleti se in collina. L’impressione è di un paese con terre incolte e case vuote.
La gioventù è scarsa; sopra i 20 anni ci sono 4 giovani e 12 ragazze. Non si sposano più in paese. Come divertimento è in voga il ballo; frequentano la festa di Montafia. Sul piano morale, ai ragazzi, nulla da dire in particolare; non si conoscono scandali.
Il sentimento religioso ha come nota fondamentale l’indifferenza; forse qualche uomo non frequenta mai. Il precetto pasquale è soddisfatto in totalità dalle donne e dalle giovani; dagli uomini solo il 30% e si lavora anche al dì di festa.
Nelle elezioni passate sono stati dati 6-7 voti ai comunisti; nessuno al Partito dei Contadini.
Come Azione Cattolica sono presenti solo le Donne (9) ma con scarsa o nulla attività. Per gli Uomini è tempo perso, non vengono neppure a sentire. I giovani preferiscono andare a ballare. Il Parroco è stanco.
La popolazione scolastica è di 10 bambini per 5 classi. Le Figlie di Maria sono nel numero di 6.
In paese ci sono un circolo agricolo e 4 televisioni. Si legge preferibilmente “La Stampa”.
Non mi sono indugiato sulle raccomandazioni della Presidenza Generale. Il problema dell’Azione Cattolica di Bagnasco rimane un problema dell’avvenire, se vi sarà ancora gioventù.   

sabato 7 novembre 2015

Montafia


Oggi, sabato 30 aprile, è il quindicesimo anniversario dell’eccidio di Grugliasco[1]. Su invito del Parroco di Capriglio ho accettato volentieri di assistere alla funzione religiosa in memoria di don Mario Caustico[2], il cappellano dei partigiani, vittima con altri della barbarie nazista.
La forza del pensiero mi porta però su un qualcosa di ameno.
Sono sul sagrato della Chiesa, in anticipo per la funzione, e osservando verso valle mi viene in mente la benedizione delle mucche, il giorno della festa di San Rocco. Mi ricordo quello che vidi una decina di anni fa e quello che mi stupì: il colpo d’occhio dei tanti animali, la campanella delle undici, e la festa come richiesta di annata feconda. Devo domandare al Parroco se ancora oggi si usa, visto l’abbandono della terra, della vita contadina e l’emigrazione verso la città.
Non sono più solo, arriva gente, mi accorgo che l’anniversario è ricorrenza molto sentita e tra i fedeli due hanno la talare: il Parroco, Vicario, di Montafia e il Parroco di Bagnasco.
Fortuna mia, oggi non ho molto da girare. Dopo Messa il primo colloquio è con il Vicario di Montafia.

La Parrocchia di Montafia è in zona collinosa per 850 abitanti; trenta anni fa erano 1250.
L’emigrazione è cospicua, l’immigrazione è solo di transito. La popolazione gravita su Torino. Il benessere è inferiore alla media, in parte è dovuto alla crisi delle colture: i terreni sono rinnovati a pioppeti. Due sono gli alberghi.
In paese sono pochi i comunisti dichiarati. La religiosità è tradizionale.
Secondo il parere del Parroco la televisione rovina (sono 10-12 quelle in paese). Egli riferisce il ragionare di un anziano Parroco che indirizzava la sua gioventù alla TV di un Parrocchia finitima: “Ho spinto la gioventù alla televisione di una Parrocchia vicina e l’ho perduta”. I programmi televisivi, secondo il Parroco, dissipano più del ballo, creano una mentalità.
L’insubordinazione dei cattolici alle direttive della Chiesa dipende, secondo il Vicario, da una mancanza di capacità a distinguere tra bene e male (ignoranza, distrazioni moderne).
E’ più morale nella mentalità la gioventù maschile che quella femminile. Nel campo femminile vi è più iniziativa rispetto a qualche anno fa; la ragazza è più frivola e meno di carattere.
Bisogna parlare col cuore e in modo semplice agli uomini e ai giovani: informare dell’esistenza di Dio. Le giovani gradiscono temi di attualità che tocchino i loro problemi. Alle femmine bisogna parlare della missione della Donna.
L’Azione Cattolica è presente con tutte le associazioni e rami. La Giunta parrocchiale è costituita e aggregata. Il Vicario ritiene utili più frequenti incontri tra Centro diocesano e organizzazioni parrocchiali e ritiene altresì utili giornate del Clero per Azione Cattolica e incontri del Clero con il Centro diocesano di Azione Cattolica.
Sono state riferite le conclusioni e le raccomandazioni della Presidenza Generale specie per quanto riguarda l’attuazione della campagna annuale 1960-61 col tema “Messaggio della Salvezza”.






[1] La strage di Grugliasco e Collegno fu un eccidio commesso dai nazisti in ritirata verso civili e partigiani di queste cittadine. I responsabili della strage facevano parte della 34ª Panzer Division del generale Hans Schlemmer, divisione che operava prevalentemente in Liguria.
[2] Don Mario Caustico appartiene alla lista dei 66 Martiri. Astigiano di Capriglio, nato in Frazione Gaià il 14 settembre 1913 dal padre Giorgio, mezzadro, e dalla madre Vigna Giovanna, era il più giovane di tre fratelli. 

domenica 1 novembre 2015

Solbrito


La Parrocchia è rurale, di bassa collina. Gli abitanti sono 240, pare fossero 500 in passato.
L’emigrazione è a Torino e l’immigrazione conta qualche famiglia veneta.
A Messa, quotidianamente, solo poche frequenze; non ci sono assenti permanenti. E’ presente qualche buona famiglia, una minoranza frequenta saltuariamente; formalismo religioso nella quasi totalità. Un gruppo della Parrocchia gravita su San Paolo (su 240 abitanti in Parrocchia solo 170 biglietti pasquali).
La popolazione scolastica: 15 alunni per 5 classi. Il Catechismo è fatto in Chiesa. 
Nulla da eccepire sulla moralità dei pochi giovani che rimangono in paese; frequentano il cinema a Villanova. Quattro sono le televisioni in paese.
Nelle elezioni per la Camera 5 voti sono andati al Partito Comunista.
L’Azione Cattolica è presente in nessuno dei rami. Il Parroco ritiene la gente di Solbrito non adatta alla vita associativa, sia gli uomini sia le donne. Il Parroco ha tentato con proiezioni e spiegazioni, ma loro non vanno volentieri alle conferenze, non vogliono tessere. Egli ritiene che l’Azione Cattolica non sia per parrocchie piccole, ma debba attuarsi in comunità religiose più popolate.
Nessuna vocazione religiosa, attualmente. 
Accoglienza cortese. Conversazione breve per premesse che non lasciavano possibilità di discussione. Il giudicare non attuabile l’Azione Cattolica in parrocchie piccole, anche se è un giudizio personale di un Parroco, parere quindi rispettabilissimo, non manca però di essere un modo di giudicare assai facile e tale comunque da essere oggetto di più utile discussione. Non ho contestato tale punto di vista perché ritengo che non spetti a me giudicare nei riguardi di un Parroco.  

San Paolo Solbrito


La Parrocchia è della piana di Villanova, con popolazione di 800 abitanti. Il paese è prevalentemente rurale; vi sono 70 operai che lavorano a Torino. Nel gioco dell'emigrazione e immigrazione il numero degli abitanti rimane invariato. Gli immigrati (150) in parte lavorano la terra o vanno a Torino. Frequentano poco, qualcuno però ritorna alla Chiesa, altri si perdono e bestemmiano.
La religiosità è descritta secondo i parametri dell’obbedienza pasquale: 300 fra bambine e donne e 200 fra uomini e giovani adempiono il precetto. Ammesso che qualcuno realizzi altrove, circa il 30% è assente e non osserva il dettame. Del 70% che frequenta la Messa, parte va regolarmente, parte saltuariamente. C’è indifferentismo e formalismo ma non ostilità.
Il Partito Socialista è di vecchia tradizione. Può avere influito il precedente di un Parroco rimasto in Parrocchia 50 anni e per 20 anni afono, questo però non è causa e non può determinare una tradizione socialista. I voti comunisti sono per la maggior parte locali. Per 5 anni dopo la guerra l’amministrazione comunale era d’indirizzo comunista; attualmente vi è un’amministrazione mista, d’ispirazione democratico cristiana.
I giovani sono scarsi di numero. Non vogliono più lavorare la terra. I maggiori possidenti per trattenere i figlioli hanno comprato trattore e macchine agricole. Le ragazze non vogliono più andare nei campi, né sposarsi in campagna.
Televisione, cinema (Villanova) e ballo sono le maggiori attrattive per la gioventù. Tra i giovani e le giovani girano giornali e pubblicazioni d’intimità e altro genere. Questi sono i difetti della gioventù d'oggi: non sono dei santi, ma non sono cattivi.
La popolazione scolastica conta 50 alunni in 5 classi.
Esistono il circolo E.N.A.L. e una trattoria. Si legge la “Stampa”, ma si legge poco. Anche i comunisti leggono poco.
E’ in costruzione l'oratorio maschile, con grandi preoccupazioni finanziarie.
L'Azione Cattolica è presente in tutti i suoi rami. Gli Uomini Cattolici (12) hanno adunanze quindicinali, quando vengono; le  Donne Cattoliche (20), la Gioventù Femminile (7-8), la Gioventù Maschile (10), frequentano abbastanza. Istruzione sul testo: le ragazze hanno fatto l'esame, gli uomini no. Il Parroco cura gli uomini e i ragazzi, Il Priore gli altri. La Giunta parrocchiale è sulla carta, non è funzionante.
Dovrebbero essere più frequenti i rapporti tra Centro Diocesano e Parrocchie. Bisogna che sentano parlare della Fede da laici; sono più impressionati ed anche edificati.
Il Parroco riconosce che la religiosità e la moralità sono in declino per l'accentuarsi del senso di indifferenza nell'uno e nell'altro campo.
Accoglienza cordiale e conversazione altrettanto cortese. Non si è parlato di piani di recupero; la chiacchierata è stata la constatazione di una situazione. Il Parroco appare stanco e preoccupato; spera con l’oratorio in costruzione di poter avere con sé più giovani e uomini. 
Accennato alle raccomandazioni della Presidenza Generale (Giunta parrocchiale, unitarietà di azione) sulla campagna annuale 1960-61 e sul tema  “Messaggio della Salvezza”.