domenica 1 novembre 2015

Solbrito


La Parrocchia è rurale, di bassa collina. Gli abitanti sono 240, pare fossero 500 in passato.
L’emigrazione è a Torino e l’immigrazione conta qualche famiglia veneta.
A Messa, quotidianamente, solo poche frequenze; non ci sono assenti permanenti. E’ presente qualche buona famiglia, una minoranza frequenta saltuariamente; formalismo religioso nella quasi totalità. Un gruppo della Parrocchia gravita su San Paolo (su 240 abitanti in Parrocchia solo 170 biglietti pasquali).
La popolazione scolastica: 15 alunni per 5 classi. Il Catechismo è fatto in Chiesa. 
Nulla da eccepire sulla moralità dei pochi giovani che rimangono in paese; frequentano il cinema a Villanova. Quattro sono le televisioni in paese.
Nelle elezioni per la Camera 5 voti sono andati al Partito Comunista.
L’Azione Cattolica è presente in nessuno dei rami. Il Parroco ritiene la gente di Solbrito non adatta alla vita associativa, sia gli uomini sia le donne. Il Parroco ha tentato con proiezioni e spiegazioni, ma loro non vanno volentieri alle conferenze, non vogliono tessere. Egli ritiene che l’Azione Cattolica non sia per parrocchie piccole, ma debba attuarsi in comunità religiose più popolate.
Nessuna vocazione religiosa, attualmente. 
Accoglienza cortese. Conversazione breve per premesse che non lasciavano possibilità di discussione. Il giudicare non attuabile l’Azione Cattolica in parrocchie piccole, anche se è un giudizio personale di un Parroco, parere quindi rispettabilissimo, non manca però di essere un modo di giudicare assai facile e tale comunque da essere oggetto di più utile discussione. Non ho contestato tale punto di vista perché ritengo che non spetti a me giudicare nei riguardi di un Parroco.  

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