martedì 29 marzo 2016

Redabue


In questa piccola frazione di Masio si trova il castello dei Marchesi Doria[1].
Il numero di abitanti è variabile secondo la presenza, o meno, delle famiglie dei salariati agricoli, alle dipendenze del Marchese. Infatti, sulle 32 famiglie che costituiscono la Parrocchia 22 sono alle dipendenze del Marchese. Sono in maggior parte veneti, tutti abbastanza religiosi. Una sola famiglia è siciliana. In complesso 12 famiglie sono buone; un po’ meno le altre, ma frequentano. Qualche famiglia è con tendenze estremiste, dove il capofamiglia non frequenta la Chiesa, ma i familiari sì.
Ci sono una decina di giovani dai 15 ai 25 anni. Le ragazze sono buone, ai maschi piace divertirsi.
L’Azione Cattolica è costituita con tutti i rami: Gioventù Maschile (1 senior e 2 junior), Gioventù Femminile (3 effettive), Uomini Cattolici (11), Donne Cattoliche (15). Tutti hanno adunanze periodiche invernali. La Giunta parrocchiale è costituita, ma non aggregata. La Lega di Perseveranza[2] è per tutti i rami.
Il Parroco di Redabue è stato nominato Parroco di Cortazzone[3]. La Parrocchia resterà per un certo tempo vacante.


[1] Anche se le prime notizie risalgono al 1200, la costruzione del castello è da attribuire a un certo Ubaldino della Garda. Nell’arco dei secoli venne acquistato prima dalla famiglia Scarampi, poi dalla contessa Ludovica della Rovere che fece costruire la Chiesa. Nel 1824 il castello e i terreni annessi furono acquistati dalla famiglia Doria Lamba, attuale proprietaria.
[2] La Lega di Perseveranza costituisce un punto di aggregazione spirituale.
[3] A Cortazzone don Guglielmo Alessio muore ucciso nel suo orto nel 1990. Furono responsabili due uomini della banda di Manolo, condannati all’ergastolo: Ivica Bajric che morì suicida in Croazia e Zordan Djodjvec, mai catturato. 

lunedì 28 marzo 2016

Montemarzo


Il paese, in collina, è frazione a 8 chilometri da Asti. In passato Montemarzo aveva raggiunto le 1200 anime, ora la popolazione è di 650 abitanti.
L’emigrazione è forte in direzione Torino e Genova, più verso quest’ultima (oltre 50 famiglie emigrate). Le famiglie immigrate sono otto, per complessivi 30-35 elementi. In genere sono veneti e meridionali che frequentano poco o niente la Chiesa.
La religiosità è formale, con indifferentismo e diffusa ignoranza, eccetto qualche famiglia. Sono in minoranza coloro che frequentano regolarmente la Chiesa la domenica. In maggioranza sono coloro che la frequentano saltuariamente. Il problema religioso non preoccupa per niente, non solleva particolari rilievi di coscienza. Molti vanno in Chiesa non per convinzione ma per pura ragione di convenienza, nei rapporti della comunità parrocchiale per evitare constatazioni o considerazioni di vario genere. Altri non vanno in Chiesa per evitare apprezzamenti di altro tipo: si fermano sul sagrato per tutto il tempo della funzione religiosa parlando dei loro interessi.
Una ventina di uomini e qualche donna sono costantemente assenti. Essi sono i comunisti più arrabbiati. Sono apparentemente deferenti verso il Parroco, in effetti, pieni di livore anticlericale nella loro propaganda spicciola. Il Parroco non capisce come a Montemarzo, come in altri paesi, i proprietari terrieri, per quanto piccoli proprietari, possano essere comunisti. Del vero comunismo nulla conoscono. Sono cocciuti nella loro ignoranza, sono settari, chiusi a ogni parola di Verbo e di ammonimento.
Sulla gioventù ci sarebbe molto da dire, sia maschile sia femminile. Pochi sono i giovani che si dedicano ai lavori dei campi; le ragazze in grande maggioranza sono sarte, maglieriste. Grande preoccupazione per il Parroco è il loro abbigliamento che accompagna frivolità e leggerezza.
Vi è una collinetta con la Cappella di San Marcello, circondata da boschetti, che è la meta della passeggiata domenicale di tutte le coppie sentimentali. Vi giungono anche macchine di altri paesi e da Asti. In questo luogo vi sono molteplici occasioni di malizia; si conoscono fatti che tutti conoscono e fatti che non tutti conoscono. Il Sacerdote è intervenuto più volte in pubblico sulle passeggiate romantiche di San Marcello, inutilmente.
La gioventù maschile frequenta poco la Chiesa. Si dedica piuttosto alle osterie e alle scampagnate.
La televisione chiama a raccolta i più nei locali pubblici, dove molti giovani si dedicano a copiose libagioni e al gioco. Questi locali sono le due osterie e il Dopolavoro.
Il giudizio del Parroco sulla televisione è negativo.
L’Azione Cattolica in pratica non esiste come organizzazione. Sono presenti le Donne con scarsa presenza e attività. Gli Uomini non sono più organizzati perché non rispondevano agli inviti per le adunanze. La Giunta parrocchiale non è costituita. Le possibilità di ripresa per l’Azione Cattolica sono scarse, per ora.
E’ stata concordata per l’autunno una serie di conversazioni per giovani e per uomini.
E’ stato riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale sull’importanza della Giunta parrocchiale funzionale e attiva, sulla necessità di “attivare” e impegnare tutti i cattolici della Parrocchia, più consci dei propri doveri e delle proprie responsabilità, sulla Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.
Uno dei pochi elementi positivi rilevabili è il persistere dell’unione famigliare e del senso della famiglia. Nota che fa pensare e sperare che tutto non sia ancora perduto.  

domenica 27 marzo 2016

Abazia di Masio


Il concentrico è di poche case: vecchia Abazia con annesso Convento e Noviziato dei Padri Pallottini[1]. Il resto della Parrocchia è costituito da cascinali sparsi, anche lontani.
Assente il Parroco Padre Spak, cordialmente mi riceve il Rettore Padre Squarci, già facente funzione di Parroco negli anni passati.
Abazia è frazione del comune di Masio con 800 abitanti. La popolazione ha atteggiamento indifferente e apparente, in campo religioso. Se non ha altro da fare va in Chiesa. Divisioni e antagonismi locali, tra gruppi e tra famiglie, qualificano la comunità.
Molti sono i comunisti ma pochi per convinzione. Il Rettore è convinto che non sono atei.
I comunisti sono completamente ignoranti del sistema dottrinario marxista. Molti sono diventati comunisti per antagonismi di famiglia, per dissidio d’interessi, per differenza di opinione. Frequentano e si accostano ai Sacramenti più a Natale che a Pasqua. Con la veglia notturna di Natale gli uomini si confessano e si comunicano; i più non ripetono la Comunione a Pasqua. I giovani si confessano raramente.
Una Messa domenicale si officia ai confini della Parrocchia, verso Masio.
La Gioventù Maschile di Azione Cattolica è solo di nome. La Gioventù Femminile e le Donne Cattoliche frequentano abbastanza: le giovani sono poche e le donne sono prevalentemente anziane. Anche gli Uomini sono tesserati, però non si riesce a realizzare, per scarsa partecipazione. La Giunta parrocchiale non esiste.
Quando Abazia fu costituita Parrocchia, vi era un bel gruppo di Uomini Cattolici (48). Il Parroco di allora aveva impostato la questione attirando gli uomini con mezzi umani, e precisamente con l’istituzione di una specie di cooperativa in cui si acquistavano generi di consumo a minor prezzo. Quell’iniziativa poi fu abolita. Tutti o quasi tutti gli uomini si allontanarono, perché non conveniva più rimanere nell’associazione. Tutto ciò sta a notare che prima c’è l’interesse materiale, poi anche l’Azione Cattolica e l’idea della religione.
A tale proposito Padre Squarci fa alcuni rilievi:
Il numero non deve considerarsi essenziale, ma è la qualità degli iscritti. Vale meglio e più un numero limitato, ma che sia veramente d’esempio.
Bisogna interessare chi ci ascolta, non disinteressandoci dei problemi del giorno. Bisogna studiare queste difficoltà, riportando sempre la trattazione alla conclusione morale.
Essere severi e rigidi e allontanare chi non è degno.
Preparare un buon gruppo di dirigenti.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale, specie sulla Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.


[1] Comunità di Sacerdoti e Fratelli (Società dell’apostolato cattolico) fondata nel 1835 da Vincenzo Pallotti (1795-1850). Padre Giuseppe Faà (1815-1888), successore di San Vincenzo Pallotti, fondò a Abazia il Collegio delle Missioni Estere presso il quale frequentavano gli anni di noviziato i Sacerdoti Pallottini di tutto il mondo. La costruzione e lo sviluppo del Collegio di San Patrizio e il volere la Chiesa parrocchiale evidenzia il ruolo del Sacerdote nella nascita del paese.

mercoledì 23 marzo 2016

Masio


Il territorio di Masio è di collina. La Parrocchia è per una popolazione di 900 abitanti (1100 nove anni fa). L’emigrazione è continua, specie dei giovani. Il paese ospita poche famiglie immigrate del Polesine.
La situazione in Parrocchia è caratterizzata dalla presenza di una forte massa di aderenti ai partiti marxisti, come appare dai risultati delle ultime elezioni politiche: Democrazia Cristiana 612 voti, Partito Comunista 580 voti, Nenniani 300 voti, Saragattiani 250 voti[1].
La somma dei voti coinvolge tutto il comune di Masio, incluse le frazioni di Abazia e Redabue.
I partiti marxisti hanno una lunga storia anche prefascista, che si ricollega a quella della zona alessandrina con cui confina. Il Parroco sostiene che la tradizione marxista si ricongiunge alla politica di Rattazzi[2]; una qualche influenza può aver avuto, alla fine del 1800 e all’inizio del secolo il socialismo di Vigna[3]. E’ un fatto che tuttora i partiti marxisti sono attivi e sono organizzati. I loro aderenti sono per la massima parte fedeli nello spirito di corpo e nell’accettazione delle direttive.
Non si può dire che esista ateismo: si ammette Dio. Se non si parla di Dio si parla di un Supremo, però guai a parlare di Chiesa e del suo ministro. Secondo il Parroco siamo nella logica marxista della manovra tattica e opportunistica, per non rompere i ponti con il resto della popolazione e per non rimanere troppo isolati.
Bisogna pensare e credo, con qualche ragione, che essere troppo rigidi nell’interpretazione di quanto si osserva in Masio, e in altri paesi in cui esistono situazioni analoghe di forti masse di militanti marxisti, si rischia di sopravalutare il fenomeno e di non tener conto di altri fattori altrettanto importanti.  
C’è un comunismo duro di un certo numero di attivisti e un comunismo paesano di un maggior numero di aderenti sulla cui convinzione si possono mettere dei dubbi, tanto che appare evidente come in molti di essi vi sia un certo “rispetto umano”[4] ad apparire ed essere indicati come comunisti.
Come non si dovrebbe ammettere che in una qualche maniera, e con maggiore o minore efficacia nel loro intimo, giochi il richiamo delle vecchie tradizioni, delle infantili esperienze di preghiera, degli eventuali famigliari esempi, della forza enorme della tradizione cattolica del popolo locale e di tutto il popolo italiano? E’ assurdo pensare a ciò, anche e soprattutto in vista di un loro eventuale recupero? E’ assurdo pensare che non si possa, attraverso pubbliche manifestazioni e affermazioni religiose di massa, comunque organizzate, anche da parte dell’Azione Cattolica diocesana, influire a ripensamenti, a meditazioni, a nuovi orientamenti di alcuni o di molti di essi?  
Il punto di attacco più fragile e vulnerabile è quello di congiunzione tra il comunismo duro degli attivisti e quello di minor convinzione degli altri adepti. Sarebbe errato pensare che nessuno sia recuperabile poiché ciò è contrario alla certezza della nostra Fede, che ci dona la preghiera, la vita di Grazia, la volontà, la capacità d’iniziative, il sacrificio e la tenacia nel bene, come i mezzi e gli strumenti del nostro intervento. Dio se vorrà e se riterrà degni i nostri sforzi ci aiuterà, ma bisogna agire senza timore e senza indugio.
In questa situazione il Parroco conferma il notevole miglioramento dei giovani in confronto agli anziani, presentandosi come amico, interessandoli con viaggi, campeggi. Il Parroco si è assicurato la loro fiducia, se li è fatti amici.
Molti giovani studiano e ciò serve molto. Due ragazzi sono avviati al sacerdozio, uno nel Seminario del Cottolengo e l’altro nel Piccolo Seminario di don Orione a Voghera. Un terzo giovane quest’anno entrerà nel Seminario diocesano.
Con tutto quanto è stato premesso, acquista maggior significato la conoscenza statistica della situazione religiosa: in generale i praticanti sono il 45%, gli indifferenti il 20% (presumibilmente praticanti saltuari), i contrari militanti il 15%, i contrari passivi il 20%.
Il Parroco nello specifico indica nel 10% dei giovani i contrari militanti e nel 15% i contrari passivi, mentre tale percentuale nelle ragazze è rispettivamente del 10% e del 10%; per gli uomini del 25% e del 20% e per le donne del 20% e del 15%.
Cifre queste che possono dare argomento a molte considerazioni.
Verso il Parroco vi è deferenza, fin quando non si toccano. Qualsiasi intervento del Parroco, orale o scritto, è commentato nei luoghi di riunione dei comunisti. L’invito personale per la partecipazione alla Pasqua dei vecchi è stato commentato specie in riguardo ai nomi esclusi dall’invito.
La gioventù sul piano morale non è peggiore di quella di altri paesi, anche apparentemente più religiosi. I ragazzi sentono l’influenza di Alessandria. Dal Parroco è rilevata la mancanza di esempio da parte dei genitori, la sete di divertirsi talora con mancanza di autocontrollo, anche di senso morale. Forse sono migliori i giovani che le ragazze.
L’Azione Cattolica parrocchiale è presente con tutti i rami. Si riuniscono tutti i sabato nel periodo invernale. I tesserati delle associazioni frequentano tutti; il Parroco si sente di segnalare Cacciabue Maria della Gioventù Femminile. La Giunta parrocchiale è costituita e aggregata.
La vita apostolica parrocchiale si manfesta con esercitazioni verso un mondo migliore tenute per donne e ragazze, per giovani e uomini; con il ritiro mensile per Donne e Gioventù Femminile (meditazione e Comunione); con la Lega di perseveranza per Uomini e Gioventù Maschile.
Vi è stata una sola sepoltura civile in otto anni. Tutti accettano la benedizione delle case.
In paese come luogo di ricreazione vi è un bar, il circolo comunista e il circolo Enal (distaccatosi dal circolo comunista).
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale, specie in rapporto alla Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.  




[1] Pietro Nenni, Partito Socialista Italiano - Giuseppe Saragat, Partito Socialista Democratico Italiano.
[2] Urbano Rattazzi (1808-1873) è nato a Alessandria. Fu politico italiano nelle file della sinistra storica.
[3] Annibale Vigna (1862-1924). Tra Ottocento e Novecento guidò il Partito Socialista autonomo astigiano. Giurista, deputato, fu sindaco di Asti.
[4] Eccessiva considerazione per ciò che gli altri pensano o dicono di noi, condizionando il nostro comportamento.

domenica 20 marzo 2016

Cerro Tanaro


Cerro Tanaro, all’ingresso del Parroco 26 anni fa, riuniva 840 abitanti. Ai primi anni del ‘900 raggiungeva quota 1200. Oggi, in questo paese di pianura, i residenti sono 660.
Si ha un’emigrazione definitiva dei giovani. Poche sono le nascite (2-3 l’anno); le ragazze vanno in fabbrica; pochissimi giovani lavorano ancora la campagna, che è insufficiente economicamente (grano, fieno, ortaggi e poca vigna). La popolazione è costituita prevalentemente da anziani. Lo stato economico è basso. Gli immigrati (50-60) sono elementi veneti e calabresi.
In campo religioso c’è indifferentismo e ignoranza. I lontani dalla Chiesa sono il 50%. E’ una percentuale che in questi ultimi tempi tende ad aumentare. Il Parroco dice che v’è anche anticlericalismo; vi sono uomini e donne contrari a ogni forma di religione ma mandano e non si oppongono che i figli frequentino la Chiesa, la scuola di Catechismo. Per questa contraddizione si deve pensare che più di anticlericalismo si tratti d’ignoranza, estrema ignoranza, e che molti genitori siano dominati dal rispetto umano. Tutti accettano ed esigono la benedizione delle case. Una sola famiglia non acconsente. Finite le scuole anche i bimbi cominciano a disertare per esempio famigliare, dei più grandi, dell’ambiente.
Tutti fanno offerte alla Chiesa. Anzi, il Parroco riconosce che con le offerte del popolo ha potuto far fronte senza debiti a cospicue spese per la Chiesa (altari di marmo). Oggi sta fondando l’asilo con spesa non indifferente.
La gioventù maschile va a lavorare in fabbrica. L’ambiente della fabbrica come effetto si aggiunge a quello del territorio; perdono Messa lavorando nel proprio fondo, di festa. Il Parroco non può dire che ci sia immoralità, almeno alla luce del sole. Il ballo è ridotto solo al giorno della festa del paese. In passato c’era la televisione parrocchiale. I giovani l’hanno abbandonata per recarsi in altri locali. Il Parroco da solo, anziano e malfermo in salute, non poteva attendere ogni sera a tutto e a tutti i programmi. Molti ragazzi studiano, ma nessuna vocazione.
Vi sono molti comunisti, di cui parecchi attivi che svolgono propaganda. Alle elezioni amministrative la Democrazia Cristiana vince per pochi voti.
Tre sono state le sepolture non religiose e due i matrimoni civili (matrimoni misti fra cattolici e protestanti).
In paese esiste il circolo Enal, il circolo comunista, il locale dei Coltivatori Diretti. Poche sono le famiglie che hanno la televisione.
L’Azione Cattolica è praticamente rappresentata dalle Donne, l’unico ramo organizzato. La Presidente è giovane e competente. L’Unione Donne si regge per l’azione della Presidente Rosetta Ferraris.
Per la Gioventù Femminile vi è difficoltà di assistenza. Esisteva 25 anni fa un gruppo di Gioventù Femminile di 50-60 elementi che partecipavano a un ritiro chiuso di tre giorni. Gli Uomini non sono organizzati. Tutti, quando comprendono che si chiede da loro qualche impegno, si ritirano. La Giunta parrocchiale non è costituita.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale e sulla Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.
Il Parroco che ho trovato di sera solo sotto il pergolato, immerso nella preghiera, si è dimostrato molto addolorato e sconfortato. 

Castello di Annone


La Parrocchia è di bassa collina per 1800 abitanti (200 operai e 150 immigrati) tra concentrico e case sparse.
Per un certo numero di famiglie le condizioni economiche sono buone. Localmente ci sono alcune industrie di vino e terre refrattarie.
In paese ci sono 52 televisioni, cinque caffè, tre circoli Enal.
Un terzo della popolazione è social comunista; però sono convinte solo una ventina di persone, o poco più.
I famigliari dei social comunisti frequentano la Chiesa. Una famiglia sola, in tutta la Parrocchia, non accetta la benedizione della casa. Nel 1959 ci sono state 4 sepolture civili (tre in due mesi). I figli dei comunisti non s’impegnano nelle idee dei padri; non s’impegnano neppure in altre idee.
Il tradizionalismo del senso religioso va attenuandosi in un formalismo senza contenuto interiore. Non vi è aspirazione e desiderio di approfondire la conoscenza della dottrina o della religione: è mancanza d’impegno e di convinzione per ignoranza.
E’ in attività la “Legio Mariae”[1] con la rigidità delle norme applicate per quanto riguarda le adunanze, la loro durata, la partecipazione, il programma di preghiere obbligate. Il Sacerdote che si dedica alla Legio propone che si attui, su piano diocesano, un regolamento aggiuntivo allo statuto di Azione Cattolica, che confermi lo stesso rigore che caratterizza le riunioni della Legio. Egli non capisce come non si possa trasferire, se ci fosse volontà e impegno di tutti, uguale disciplina in campo di Azione Cattolica.
In veste di Presidente di Giunta faccio notare che l’impegno della Legio è limitata a quelle adunanze, a quella determinata forma, a quel determinato programma. E’ un lavoro più facile, di massa, di esteriorità, di apparente soddisfazione, non è lavoro d’impegno. Per l’Azione Cattolica l’impegno di lavoro continuo, interiore ed esteriore, è la condizione essenziale.
E’ opinione del Parroco che si possa arrivare alla formazione di un nucleo attivo di Azione Cattolica, ma rileva che sul piano parrocchiale l’organizzazione è troppo spezzettata.
Ho richiamato il concetto dell’unitarietà di Azione Cattolica. Non vi deve essere separazione di gruppi associati, ma comunione sul piano programmatico di azione parrocchiale. In una Giunta parrocchiale funzionante, a parte le singole attività programmatiche di ramo a carattere specifico, tutti devono trovarsi uniti nell’impegno di lavoro e nella sua attuazione. Ciò se attuato, specie se la Giunta parrocchiale è veramente funzionante, alleggerisce di molto il compito del Parroco e le attività non si frazionerebbero in un’inutile molteplicità d’iniziative.
Dal Parroco sono ritenute utili eventuali conferenze specializzate per i giovani.
Sono state esposte le direttive della Presidenza Generale sul concetto di opere collaterali non sostitutive dell’Azione Cattolica (quelle della Legio, della Lega). Sono opere utilissime ma che non possono in sé, per la natura stessa del programma e delle forme, esaurire propositi di lavoro e impegno dell’Azione Cattolica, così come ha voluto la Gerarchia Ecclesiastica.
Ho esposto, a conclusione, il problema della campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza” con le iniziative ritenute attuabili sul piano parrocchiale.




[1] Organizzazione cattolica laica radicata nella spiritualità mariana e nell'affidamento allo Spirito Santo. 

giovedì 17 marzo 2016

Azzano


Azzano è paese in collina di 530 abitanti in concentrico, più 200 nelle frazioni. Le borgate sono in territorio di Asti e i suoi abitanti solo in parte frequentano la Parrocchia. La popolazione 25 anni fa era di 1200 residenti.
L’amministrazione comunale è social comunista. Nelle ultime amministrative la Democrazia Cristiana non si è presentata, si è votato scheda bianca.
Il socialismo è tradizionale. Azzano è Patria dei Platone (il senatore Platone è vissuto lungo tempo in Russia), tutti comunisti[1]. Anche la madre dei Platone ha fatto pubblica professione di fede.
Non vanno in Chiesa una ventina di uomini, in maggioranza vecchi, e alcune donne legate alla loro tradizione socialista. Secondo il Parroco, religiosamente sono meglio i giovani in un quadro netto d’insufficienza religiosa, di anticlericalismo, di estrema ignoranza in campo di fede. Il parere conclusivo del Sacerdote è che la popolazione manca di istruzione.
L’esodo è notevole, l’immigrazione è di 3-4 famiglie. I giovani vanno a lavorare fuori.
Dieci sono gli alunni in cinque classi. Le condizioni economiche sono buone e l’educazione famigliare è manchevole.
L’Azione Cattolica è formale oltre che parziale (Gioventù Femminile e Donne Cattoliche). La Giunta parrocchiale è morta per non partecipazione dei componenti. Non vogliono pagare la tessera.
Il Parroco ritiene necessaria la presenza del Centro Diocesano per “inculcare convinzione”.
Sono state esposte le direttive della Presidenza Generale in rapporto alla funzionalità della Giunta parrocchiale e all’attività associativa. Inoltre si raccomanda l’attuazione, con le iniziative ritenute idonee, della campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.


[1] Felice Platone (Azzano d’Asti 1899 - Roma 1955) è stato giornalista e dirigente comunista. Stretto collaboratore di Antonio Gramsci e di Palmiro Togliatti fu Senatore della Repubblica Italiana.  

mercoledì 16 marzo 2016

Rocca d'Arazzo


Il Vicario di Rocca d’Arazzo non si trova, cerco in canonica e in Chiesa. A un fedele raccolto in preghiera chiedo se ha visto il Parroco, con risposta affermativa mi manda alla fermata della corriera. E’ lì che incontro il Vicario in attesa della posta, o meglio delle riviste cattoliche. Un breve saluto e il discorso scivola sull’importanza dei giornali cattolici per la loro funzione di espressione e di formazione di un’opinione ispirata ai principi cristiani. Vi è concordanza nell’affermare che la stampa cattolica è uno strumento di comunicazione di un pensiero pubblico in seno alla Chiesa; è uno strumento del ministero pastorale, quale sussidio importante di catechesi e di evangelizzazione; è uno strumento d’influenza e testimonianza cristiana nell’opinione pubblica generale.
Faccio presente che poco si è parlato di stampa cattolica nei colloqui. In quel poco è emersa la sua incapacità di essere interprete della realtà visibile e invisibile della Chiesa e di non essere ponte tra le varie parti della Chiesa. Si attribuisce un dare tono a parole di difficile comprensione, tronfie, vuote, che esulano il lettore dal dovere morale di adoperarsi per ogni iniziativa di propaganda e di sostegno.
Ritirato il plico e rientrati in canonica, davanti a una tazza di caffè fumante, inizia un’amabile conversazione.

La Parrocchia di Rocca d’Arazzo è di collina, per una popolazione di 920 residenti. Nel concentrico ci sono 230 famiglie (578 abitanti), in frazione San Carlo 76 famiglie (222 abitanti), in frazione Sant’Anna 40 famiglie.
L’emigrazione è notevole, di nuclei familiari e di giovani sposi. L’immigrazione è scarsissima, tre o quattro famiglie in tutto.  
E’ radicato il socialismo tradizionale di Vigna[1], dalla fine dell’ottocento. Per un comunismo diffuso, i pochi marxisti convinti sono decisamente contrari a ogni forma di religione (ateismo). Quest’anno in cinque casi non è stata permessa la benedizione delle case.
I risultati delle elezioni politiche per la Camera dei Deputati del 1958 sono i seguenti: Democrazia Cristiana 509 voti, Partito Comunista 250 voti, Socialisti 81 voti, Saragat 44 voti.
La religiosità è sempre stata molto fredda. I familiari dei comunisti più accesi non vanno in Chiesa. Non fa Pasqua la metà della popolazione, anche se saltuariamente va in Chiesa. Si può calcolare con approssimazione nel 20% il totale di coloro che sono da considerare degli assenti totali o permanenti dalla Chiesa. Nelle frazioni il sentimento religioso è freddo, anche se vi è Messa festiva locale.
In frazione Sant’Anna, la più lontana, erano tutti rossi; su 40 famiglie 35 erano comuniste. Ora è un po’ migliorata la situazione e molti ardori rossi si sono calmati. San Carlo non è ardente come la frazione consorella, però neppure brilla per ardore religioso.
La gioventù è ritenuta dal Vicario fondamentalmente buona. Le giovani fanno in parte le sarte, altre lavorano in campagna.
In paese vi è un albergo e il circolo Enal, frequentato prevalentemente dai rossi. Parecchie sono le televisioni private. La televisione parrocchiale è frequentata da gruppi ristretti. Ha funzionato per qualche tempo il cinema parrocchiale, è stato chiuso perché non frequentato.
La Gioventù Maschile di Azione Cattolica non è organizzata. Con la Gioventù Femminile (7-8) si fa cultura religiosa una sera la settimana, nel periodo invernale. L’associazione Donne Cattoliche è la più attiva; vi è collaborazione apostolica. Gli Uomini non sono organizzati. Il Parroco ha svolto un corso per collaboratori parrocchiali al fine di vivificare un po’ la buona volontà, anche negli uomini. Egli ritiene che ci sarebbero uomini che non negherebbero la tessera, ma non sono formati e non sono preparati.
Il Vicario si reca nell’inverno, una sera la settimana, in frazione San Carlo, per fare un corso d’istruzione sul testo. L’invito è per tutti, specie per uomini.
Bisogna ricordare che il paese di Rocca d’Arazzo fu sempre diviso da antagonismo di gruppi, capeggiati dal farmacista Molinengo, dal segretario comunale Sacchero, dai Boido. Sono stati antagonismi feroci tali da suscitare e perpetuare rivalità, odi e divisioni insanabili.
I capi di queste fazioni paesane erano tutti anticlericali decisi. Molinengo si è suicidato. Il vecchio Sacchero aveva diretto l’amministrazione comunale per moltissimi anni con metodi e vedute tutte personali; autoritario al massimo, insofferente di ogni estraneo intervento. Intorno a questi principali gruppi c’erano altri antagonismi di gruppi minori, tutti sulla base di politica locale, di amministrazione, d’influenze.
Ormai quasi tutto è passato, ma indica l’inquietudine e la passionalità di questa gente, manovrata e suscitata sopra un piano anticlericale e per lo più in funzione anticlericale.
Il tempo e le circostanze hanno rabbonito molte cose, ma negli anziani resta ancora il ricordo e lo spirito di quei tempi.
Per i giovani cresciuti nel clima dei tempi moderni v’è un altro indirizzo: l’indifferenza per ciò che prima alimentava tanta passione. Per quanto vi sia la frattura del tempo e delle nuove concezioni della vita, rimane pur sempre un punto di contatto attraverso cui si continua una memoria o si rinnova una tradizione d’indifferenza, se non più di ostilità, di lontananza, di sordità alla voce della Chiesa. Solo in questo modo si spiegano tante cose; difficoltà e lontananze per ora non ancora accorciate, che tanto angustiano il Parroco e che gli sono causa di molte preoccupazioni.
Il Vicario si dimostra particolarmente sensibile al problema della stampa. In paese erano riusciti a far abbonare al “Popolo nuovo”[2]cinquanta parrocchiani. In 50 famiglie arrivava il giornale cattolico. Poi di colpo tutto è stato inutile. Egli ritiene il giornale uno strumento e un sussidio insostituibile di penetrazione. La mancanza di un giornale cattolico è vivamente sentito, specie dal Parroco che ha tante responsabilità pastorali.
La conversazione è stata cordiale e lunga. Il Vicario si è dimostrato molto preoccupato di non potere attuare quello che vorrebbe, e di non potere raggiungere tanti cuori e tante anime.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale (Giunta parrocchiale, unitarietà d’azione) specie sull’attuazione della Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.


[1] Annibale Vigna (1862-1924). Tra Ottocento e Novecento guidò il Partito Socialista autonomo astigiano. Giurista, deputato, fu sindaco di Asti.
[2]  Quotidiano della Democrazia Cristiana torinese 1948-1960

mercoledì 9 marzo 2016

San Carlo di Viarigi


La frazione di 132 abitanti in passato comprendeva 700 residenti. Emigrazione e smembramento sono causa della riduzione alla cifra attuale. La Parrocchia è stata soppressa nel 1897 e ricostituita nel 1915.
Emigrazione e immigrazione attualmente sono nulle. Le famiglie che ci vivono si potrebbero dire buone. Sul piano morale dei giovani non c’è nulla da dire. Il socialismo è radicato nei vecchi.
Lo stato economico è buono.
Nella gente vive l’indifferentismo religioso. La presenza media alla Messa festiva è di 45-60 persone. Prima si celebravano due Messe festive, poi una sola per “castigo” dovuto alla scarsa frequenza. Tra uomini e giovani sono 10-12 le Comunioni la domenica; raggiungono un massimo di 30 ostie consacrate quelle distribuite a Pasqua.
Come iniziative il Parroco accenna all’ora di adorazione, ai tridui[1]. I fedeli frequentano.
L’Azione Cattolica non è presente.
Lungo e cordiale è stato il colloquio sul tema dell’organizzazione dell’Azione Cattolica parrocchiale e sulle difficoltà in attuazione, sia sul piano organizzativo sia su quello formativo.
Nel clima “della mentalità pagana della gente d’oggi” la conclusione è stata quella, concordata e accettata, di preparare una riunione dopo la vendemmia con la partecipazione del Presidente di Giunta diocesano.     



[1] Ciclo di preghiere della durata di tre giorni, in preparazione di una particolare festa, o per richiesta di grazie.

domenica 6 marzo 2016

Viarigi


La Parrocchia di Viarigi, in zona collinare, è di 1330 anime.
Quaranta famiglie sono emigrate a Torino e continua l’esodo verso la grande città. I giovani non lavorano più la terra preferendo la fabbrica a Quattordio e a Felizzano alla Cavis[1]. Consegue una mancanza di lavoratori in campagna, una delle ragioni del lavoro festivo. Le famiglie d’immigrati in paese sono venete (12), siciliane (4), napoletane (2). I veneti sono devoti, meno religiosi i meridionali e qualcuno bestemmia. Hanno tutti assimilato del luogo la diminuita prolificità.
La religiosità è discreta, tradizionalista per la massima parte. Il 60-70% frequenta regolarmente; il resto o non va in Chiesa o si reca pochissimo. Ha natale una diminuzione della religiosità.
Comunisti e socialisti costituiscono un importante gruppo. Qualcuno è veramente convinto ed è attivista, fa propaganda spicciola. Tre famiglie hanno rifiutato la benedizione della casa. Non fanno offerte alla Chiesa. Anche la restante popolazione non fa molte offerte, dice il Parroco, perché non ha molto denaro.
Da quando il Parroco è sul posto (35 anni) ci sono state tre sepolture civili. Non tutti i figli oggi seguono la tradizione dei padri, che avevano assimilato direttamente da Vigna[2] il patrimonio ideologico del socialismo di allora. Non vi sono atti di ostilità. Qualche volta sono ancora più pronti dei cattolici a fare qualche servizio al Parroco. Fanno propaganda presso gli immigrati.
Il Parroco ricorda l’episodio di Mons. Colli e del Parroco don Ercole[3], spretato e deputato in seguito: “Abbiamo bevuto nello stesso calice”.
Gioventù maschile e femminile cerca il divertimento. I maschi sono più sinceri, la gioventù femminile è di moralità più discutibile e intraprendente. La televisione parrocchiale serve per trattenere i giovani che seguono preferibilmente programmi sportivi.
Le nascite sono diminuite; una media di 8 nascite l’anno. La popolazione scolastica è di 45-50 scolari. L’asilo ospita 26 bambini.
In paese ci sono 30 televisioni private, un bar caffè, il circolo Enal (comunista).
L’Azione Cattolica è organizzata come Gioventù Maschile (40) e Gioventù Femminile (20). I tesserati frequentano a sufficienza le riunioni di associazione. Gli Uomini e le Donne non sono organizzati. Sono tutti ex allievi salesiani e non si vuole fare doppioni, anche per non “guastare” i buoni rapporti con le Suore[4]. Quest’inverno il Parroco ospiterà e sistemerà in Parrocchia il Circolo Acli, con un programma d’istruzione. E’ sentito il problema della molteplicità delle tessere. La Giunta parrocchiale non è costituita e non lo sarà perché è contrario alle interferenze nella Chiesa di altri: “In Chiesa comando io”.
Molteplici sono state le iniziative sul culto della Madonna. Ogni tre anni le missioni[5]. In campo di Azione Cattolica non ci sono particolari esperienze. Il Parroco non è soddisfatto perché il senso religioso del popolo è in declino e le iniziative non hanno dato i risultati sperati.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale e sulla Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.



[1] Cavis - cavetti isolati - Nello stabilimento vengono prodotti elementi per impianti elettrici e componenti sagomati.
[2] Annibale Vigna (1862-1924). Tra Ottocento e Novecento guidò il Partito Socialista autonomo astigiano. Giurista, deputato, fu sindaco di Asti.   
[3] Evasio Colli (Lu Monferrato 1883 - Parma 1971) è stato ordinato sacerdote nel 1905, Vescovo di Acireale (1927), Vescovo di Parma (1932). Nel 1939 è stato nominato Assistente ecclesiastico generale di Azione Cattolica Italiana da Papa Pio XII. Paolo Ercole (1822-1895), laureato in Giurisprudenza e Teologia, fu avvocato, ecclesiastico, deputato del Parlamento dell’Unità d’Italia.
[4] Istituto delle Suore Figlie dei sacri Cuori di Gesù e Maria fondato dal Beato Luigi Variara, sacerdote salesiano (Viarigi 1875 - Cucuta, Colombia, 1923)
[5] Le missioni parrocchiali, dette anche popolari, consistono in un periodo di predicazione intensiva (in genere di 15 giorni) svolta in una Parrocchia o più Parrocchie.   

giovedì 3 marzo 2016

Valenzani


La Parrocchia dei Valenzani è stata costituita nel 1950, separandosi dalla Comunità religiosa di Castagnole Monferrato. Territorialmente essa appartiene a tre Comuni: Castagnole Monferrato, Refrancore, Asti.
La Parrocchia è considerata rurale per caratteristiche fondamentali, però i veri rurali sono costituiti quasi esclusivamente da anziani, oltre i 50 anni. Tutti i giovani vanno in città per lavoro; anche le ragazze lavorano in prevalenza in laboratori di manufatti. Pochissime sono le ragazze rimaste alle funzioni casalinghe.
Valenzani conta 500 abitanti, comprese le famiglie venete e meridionali immigrate (15-20). Queste famiglie si perdono facilmente: i veneti appaiono più privi di fondamento religioso dei piemontesi stessi; i meridionali non frequentano la Chiesa (una sola famiglia va regolarmente). Qualche volta gli immigrati non si presentano neppure al Parroco, e questi ha l’impressione che siano visitati inizialmente da elementi di altre organizzazioni sindacali o di partito.
Non c’è ostilità verso il parroco ma indifferenza. La situazione religiosa è migliorata in questi ultimi anni. Nessuno rifiuta l’assistenza religiosa.
I comunisti sono pochi e la propaganda comunista è spicciola. Il lavoro è anche festivo.
Il Parroco fa rilevare l’indifferenza dei giovani; accenna ad adolescenti che non fanno Pasqua e a quelli che non hanno fatto la Comunione in periodo di missione[1]. In maggioranza le ragazze sono buone moralmente, altre sono frivole, poche di cattivi costumi. A una che faceva a periodi la Comunione giornaliera, il Parroco ha dovuto negare l’Eucaristia, pubblicamente, e non l’ha ancora riammessa, per vita scandalosa.
Il Sacerdote non sa definire i giovani e classificarli. Li ritiene poco sinceri e in parte diffidenti, a volte apparentemente ostili. Seguono le orme dei vecchi socialisti di tradizione, non tanto come indirizzo ideologico, quanto come atteggiamento d’indifferenza, il che è molto più facile e più idoneo alla mentalità dei giovani d’oggi.
La Chiesa non ha cimitero parrocchiale. Altro problema importante è quello di riunire tutte le Parrocchie sotto il Comune di Asti, e quello della scuola che dipende da due direzioni didattiche.
Il ritrovo della popolazione è nel bar caffè e davanti alle quattro televisioni private. Il cinema parrocchiale è sempre aperto, deliberatamente durante le feste da ballo. Il Parroco è riuscito a fare sospendere i balli in Parrocchia e a limitare il numero dei partecipanti ai balli di Quarto d’Asti.
L’Azione Cattolica è presente con due associazioni: Uomini Cattolici (10), Gioventù Femminile (7). L’attività è invernale.
Il Parroco tenterà per il prossimo anno di organizzare le Donne; il lavoro di preparazione dura da diversi anni, con scarsi risultati. Accenna pure ad alcuni fatti di buon auspicio tra cui quello di alcune ragazze che si recano in Chiesa a recitare compieta[2].
Il ballo è una delle maggiori difficoltà, se non la maggiore, per l’agganciamento delle ragazze. Vogliono libertà, non vogliono sentirsi impegnate. Vi sono alcune famiglie in cui si recitano alla sera le preghiere e compieta: partono poi madri e figlie per il ballo. E’ un quadro evidente di mancanza di convinzione, di preparazione, di formazione.
E’ tema difficile quello di propaganda di Azione Cattolica. Il Parroco ha fatto un corso d’istruzione sul “Credo” ai giovani. Sono state 5-6 le presenze, con avvicendamento. Ai Vespri la frequenza è scarsissima: la predica non è tollerata. La Lega di perseveranza è frequentata in inverno.
Il Parroco è favorevole all’incontro dei Dirigenti con il Clero e indica una giovane che potrebbe essere utile sul piano diocesano: Nebiolo Giacinta Valenzani.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale in rapporto all’unità dei cattolici e all’unitarietà di azione dei vari rami di Azione Cattolica; alla costituzione e funzionalità della Giunta parrocchiale; all’attuazione della Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”, con le iniziative ritenute più idonee sul piano parrocchiale.





[1] Le missioni parrocchiali, dette anche popolari, consistono in un periodo di predicazione intensiva (in genere di 15 giorni) svolta in una Parrocchia o più Parrocchie.
[2] E’ l’orazione che chiude la giornata liturgica (prima di prendere riposo). Comprende la confessione delle colpe e la recita di salmi e preghiere.

martedì 1 marzo 2016

Refrancore


Refrancore ebbe in passato 3000 abitanti, attualmente sono 1650 i residenti. Si dividono fra concentrico (600) e sette frazioni, di cui tre possono essere controllate dal Parroco sul piano religioso.
In 100 emigrano ogni anno. Sono 1100 le famiglie ora residenti a Torino. Pochi sono gli immigrati, per lo più meridionali che non frequentano la Chiesa (50 unità).
La religiosità è mediocre. Il concentrico è buono, le borgate danno la percentuale più bassa di frequenza. I buoni osservanti sono il 25%, quelli formali e saltuari il 50%, il resto se non ostile è indifferente e assente. In questi ultimi anni la situazione è un po’ migliorata.
E’ diffuso il comunismo e il socialismo. Nelle ultime elezioni la Democrazia Cristiana ha preso 500 voti, il Partito Comunista 200. I comunisti, dimoranti fuori dal concentrico, sono economicamente in buone se non in ottime condizioni, specie in questi ultimi anni con la coltura dei pescheti. Gli attivisti sono un piccolo numero, perché la massa è costituita di comunisti che non vogliono apparire tali; non partecipano alle loro riunioni, non fanno propaganda, mancano ai loro comizi.
E’ difficile comprendere come pochi attivisti possano, in Refrancore, tenere rimorchiati al carro del partito una massa così copiosa di elementi che giovano al partito solo per il voto, lo strumento indispensabile per la loro affermazione. O li accomuna la mancanza di ogni principio religioso, e vedere nella Chiesa la forza che tutela determinati privilegi di classi o di persone; o li accomuna la carica ideologica trasmessa per tradizione, carica che è destinata a smorzarsi nel tempo per dare inizio a nuovi orientamenti.
La gioventù che emigra va tutta dal signor Maggiora di Torino[1] ma originario di Refrancore. Maggiora li accoglie tutti come primo impiego. Poi cercheranno con pazienza altre sistemazioni. Gli sposi, in maggioranza, se ne vanno dal paese perché la natura sabbiosa del terreno non si addice a molte colture. Altri lavorano a Quattordio.
Lo stato economico è medio, anche sotto la media.
Il Parroco dice che i giovani sono un guaio. Nella gioventù maschile vi è delusione per lo stato di decadenza civile e morale. I giovani, che vengono dall’oratorio, iniziando la vita di fabbrica, si guastano per non dire si pervertono. La gioventù femminile tiene meglio; vi sono buoni e attivi elementi.
La popolazione scolastica è di 140 studenti. Le Suore coordinano asilo e orfanotrofio.
In paese si trovano il Circolo Combattenti, apolitico, il Circolo Contadini, monarchico, due trattorie. Il Parroco non espone giudizio sulla televisione.
In questi ultimi cinque anni non vi sono state sepolture civili. La benedizione delle case è accettata da tutti, anche comunisti, nessuno escluso.
L’Azione Cattolica è presente in tutti i rami con sede nell’oratorio parrocchiale. Per le associazioni l’attività è unicamente invernale. Le 71 Donne Cattoliche sono le più attive. Gli Uomini Cattolici (18), la Gioventù Femminile (12), la Gioventù Maschile che non ha seniores, hanno ritiro mensile. La Giunta parrocchiale è costituita formalmente, non è aggregata. Sarà resa funzionante il prossimo anno.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale (Giunta parrocchiale e sua importanza, impegno di lavoro per i tesserati) e sulla campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.


[1] Ermenegildo Maggiora nasce a Barcara, frazione di Refrancore, nel 1903.  E’ conosciuto per la produzione dei Finocchini, i biscotti tipici di Refrancore. Nel 1939 riesce a spostare l’intera produzione a Torino, prima in affitto e poi comprando lo stabilimento. Dopo la guerra nuove macchine e nuove tecnologie lanciano il biscottificio Maggiora verso il boom economico.