lunedì 28 marzo 2016

Montemarzo


Il paese, in collina, è frazione a 8 chilometri da Asti. In passato Montemarzo aveva raggiunto le 1200 anime, ora la popolazione è di 650 abitanti.
L’emigrazione è forte in direzione Torino e Genova, più verso quest’ultima (oltre 50 famiglie emigrate). Le famiglie immigrate sono otto, per complessivi 30-35 elementi. In genere sono veneti e meridionali che frequentano poco o niente la Chiesa.
La religiosità è formale, con indifferentismo e diffusa ignoranza, eccetto qualche famiglia. Sono in minoranza coloro che frequentano regolarmente la Chiesa la domenica. In maggioranza sono coloro che la frequentano saltuariamente. Il problema religioso non preoccupa per niente, non solleva particolari rilievi di coscienza. Molti vanno in Chiesa non per convinzione ma per pura ragione di convenienza, nei rapporti della comunità parrocchiale per evitare constatazioni o considerazioni di vario genere. Altri non vanno in Chiesa per evitare apprezzamenti di altro tipo: si fermano sul sagrato per tutto il tempo della funzione religiosa parlando dei loro interessi.
Una ventina di uomini e qualche donna sono costantemente assenti. Essi sono i comunisti più arrabbiati. Sono apparentemente deferenti verso il Parroco, in effetti, pieni di livore anticlericale nella loro propaganda spicciola. Il Parroco non capisce come a Montemarzo, come in altri paesi, i proprietari terrieri, per quanto piccoli proprietari, possano essere comunisti. Del vero comunismo nulla conoscono. Sono cocciuti nella loro ignoranza, sono settari, chiusi a ogni parola di Verbo e di ammonimento.
Sulla gioventù ci sarebbe molto da dire, sia maschile sia femminile. Pochi sono i giovani che si dedicano ai lavori dei campi; le ragazze in grande maggioranza sono sarte, maglieriste. Grande preoccupazione per il Parroco è il loro abbigliamento che accompagna frivolità e leggerezza.
Vi è una collinetta con la Cappella di San Marcello, circondata da boschetti, che è la meta della passeggiata domenicale di tutte le coppie sentimentali. Vi giungono anche macchine di altri paesi e da Asti. In questo luogo vi sono molteplici occasioni di malizia; si conoscono fatti che tutti conoscono e fatti che non tutti conoscono. Il Sacerdote è intervenuto più volte in pubblico sulle passeggiate romantiche di San Marcello, inutilmente.
La gioventù maschile frequenta poco la Chiesa. Si dedica piuttosto alle osterie e alle scampagnate.
La televisione chiama a raccolta i più nei locali pubblici, dove molti giovani si dedicano a copiose libagioni e al gioco. Questi locali sono le due osterie e il Dopolavoro.
Il giudizio del Parroco sulla televisione è negativo.
L’Azione Cattolica in pratica non esiste come organizzazione. Sono presenti le Donne con scarsa presenza e attività. Gli Uomini non sono più organizzati perché non rispondevano agli inviti per le adunanze. La Giunta parrocchiale non è costituita. Le possibilità di ripresa per l’Azione Cattolica sono scarse, per ora.
E’ stata concordata per l’autunno una serie di conversazioni per giovani e per uomini.
E’ stato riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale sull’importanza della Giunta parrocchiale funzionale e attiva, sulla necessità di “attivare” e impegnare tutti i cattolici della Parrocchia, più consci dei propri doveri e delle proprie responsabilità, sulla Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.
Uno dei pochi elementi positivi rilevabili è il persistere dell’unione famigliare e del senso della famiglia. Nota che fa pensare e sperare che tutto non sia ancora perduto.  

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