La Parrocchia è di bassa collina per 1800 abitanti
(200 operai e 150 immigrati) tra concentrico e case sparse.
Per un certo numero di famiglie le condizioni
economiche sono buone. Localmente ci sono alcune industrie di vino e terre
refrattarie.
In paese ci sono 52 televisioni, cinque caffè, tre
circoli Enal.
Un terzo della popolazione è social comunista; però sono
convinte solo una ventina di persone, o poco più.
I famigliari dei social comunisti frequentano la
Chiesa. Una famiglia sola, in tutta la Parrocchia, non accetta la benedizione
della casa. Nel 1959 ci sono state 4 sepolture civili (tre in due mesi). I
figli dei comunisti non s’impegnano nelle idee dei padri; non s’impegnano
neppure in altre idee.
Il tradizionalismo del senso religioso va
attenuandosi in un formalismo senza contenuto interiore. Non vi è aspirazione e
desiderio di approfondire la conoscenza della dottrina o della religione: è
mancanza d’impegno e di convinzione per ignoranza.
E’ in attività la “Legio Mariae”[1] con
la rigidità delle norme applicate per quanto riguarda le adunanze, la loro
durata, la partecipazione, il programma di preghiere obbligate. Il Sacerdote
che si dedica alla Legio propone che si attui, su piano diocesano, un
regolamento aggiuntivo allo statuto di Azione Cattolica, che confermi lo stesso
rigore che caratterizza le riunioni della Legio. Egli non capisce come non si
possa trasferire, se ci fosse volontà e impegno di tutti, uguale disciplina in
campo di Azione Cattolica.
In veste di Presidente di Giunta faccio notare che l’impegno
della Legio è limitata a quelle adunanze, a quella determinata forma, a quel
determinato programma. E’ un lavoro più facile, di massa, di esteriorità, di
apparente soddisfazione, non è lavoro d’impegno. Per l’Azione Cattolica l’impegno
di lavoro continuo, interiore ed esteriore, è la condizione essenziale.
E’ opinione del Parroco che si possa arrivare alla
formazione di un nucleo attivo di Azione Cattolica, ma rileva che sul piano
parrocchiale l’organizzazione è troppo spezzettata.
Ho richiamato il concetto dell’unitarietà di Azione
Cattolica. Non vi deve essere separazione di gruppi associati, ma comunione sul
piano programmatico di azione parrocchiale. In una Giunta parrocchiale
funzionante, a parte le singole attività programmatiche di ramo a carattere
specifico, tutti devono trovarsi uniti nell’impegno di lavoro e nella sua
attuazione. Ciò se attuato, specie se la Giunta parrocchiale è veramente
funzionante, alleggerisce di molto il compito del Parroco e le attività non si
frazionerebbero in un’inutile molteplicità d’iniziative.
Dal Parroco sono ritenute utili eventuali conferenze
specializzate per i giovani.
Sono state esposte le direttive della Presidenza
Generale sul concetto di opere collaterali non sostitutive dell’Azione
Cattolica (quelle della Legio, della Lega). Sono opere utilissime ma che non
possono in sé, per la natura stessa del programma e delle forme, esaurire propositi
di lavoro e impegno dell’Azione Cattolica, così come ha voluto la Gerarchia
Ecclesiastica.
Ho esposto, a conclusione,
il problema della campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”
con le iniziative ritenute attuabili sul piano parrocchiale.
[1] Organizzazione
cattolica laica radicata nella spiritualità mariana e nell'affidamento allo
Spirito Santo.
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