domenica 20 marzo 2016

Castello di Annone


La Parrocchia è di bassa collina per 1800 abitanti (200 operai e 150 immigrati) tra concentrico e case sparse.
Per un certo numero di famiglie le condizioni economiche sono buone. Localmente ci sono alcune industrie di vino e terre refrattarie.
In paese ci sono 52 televisioni, cinque caffè, tre circoli Enal.
Un terzo della popolazione è social comunista; però sono convinte solo una ventina di persone, o poco più.
I famigliari dei social comunisti frequentano la Chiesa. Una famiglia sola, in tutta la Parrocchia, non accetta la benedizione della casa. Nel 1959 ci sono state 4 sepolture civili (tre in due mesi). I figli dei comunisti non s’impegnano nelle idee dei padri; non s’impegnano neppure in altre idee.
Il tradizionalismo del senso religioso va attenuandosi in un formalismo senza contenuto interiore. Non vi è aspirazione e desiderio di approfondire la conoscenza della dottrina o della religione: è mancanza d’impegno e di convinzione per ignoranza.
E’ in attività la “Legio Mariae”[1] con la rigidità delle norme applicate per quanto riguarda le adunanze, la loro durata, la partecipazione, il programma di preghiere obbligate. Il Sacerdote che si dedica alla Legio propone che si attui, su piano diocesano, un regolamento aggiuntivo allo statuto di Azione Cattolica, che confermi lo stesso rigore che caratterizza le riunioni della Legio. Egli non capisce come non si possa trasferire, se ci fosse volontà e impegno di tutti, uguale disciplina in campo di Azione Cattolica.
In veste di Presidente di Giunta faccio notare che l’impegno della Legio è limitata a quelle adunanze, a quella determinata forma, a quel determinato programma. E’ un lavoro più facile, di massa, di esteriorità, di apparente soddisfazione, non è lavoro d’impegno. Per l’Azione Cattolica l’impegno di lavoro continuo, interiore ed esteriore, è la condizione essenziale.
E’ opinione del Parroco che si possa arrivare alla formazione di un nucleo attivo di Azione Cattolica, ma rileva che sul piano parrocchiale l’organizzazione è troppo spezzettata.
Ho richiamato il concetto dell’unitarietà di Azione Cattolica. Non vi deve essere separazione di gruppi associati, ma comunione sul piano programmatico di azione parrocchiale. In una Giunta parrocchiale funzionante, a parte le singole attività programmatiche di ramo a carattere specifico, tutti devono trovarsi uniti nell’impegno di lavoro e nella sua attuazione. Ciò se attuato, specie se la Giunta parrocchiale è veramente funzionante, alleggerisce di molto il compito del Parroco e le attività non si frazionerebbero in un’inutile molteplicità d’iniziative.
Dal Parroco sono ritenute utili eventuali conferenze specializzate per i giovani.
Sono state esposte le direttive della Presidenza Generale sul concetto di opere collaterali non sostitutive dell’Azione Cattolica (quelle della Legio, della Lega). Sono opere utilissime ma che non possono in sé, per la natura stessa del programma e delle forme, esaurire propositi di lavoro e impegno dell’Azione Cattolica, così come ha voluto la Gerarchia Ecclesiastica.
Ho esposto, a conclusione, il problema della campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza” con le iniziative ritenute attuabili sul piano parrocchiale.




[1] Organizzazione cattolica laica radicata nella spiritualità mariana e nell'affidamento allo Spirito Santo. 

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