Il territorio di Masio è di collina. La Parrocchia è
per una popolazione di 900 abitanti (1100 nove anni fa). L’emigrazione è
continua, specie dei giovani. Il paese ospita poche famiglie immigrate del
Polesine.
La situazione in Parrocchia è caratterizzata dalla
presenza di una forte massa di aderenti ai partiti marxisti, come appare dai
risultati delle ultime elezioni politiche: Democrazia Cristiana 612 voti,
Partito Comunista 580 voti, Nenniani 300
voti, Saragattiani 250 voti[1].
La somma dei voti coinvolge tutto il comune di
Masio, incluse le frazioni di Abazia e Redabue.
I partiti marxisti hanno una lunga storia anche
prefascista, che si ricollega a quella della zona alessandrina con cui confina.
Il Parroco sostiene che la tradizione marxista si ricongiunge alla politica di
Rattazzi[2];
una qualche influenza può aver avuto, alla fine del 1800 e all’inizio del
secolo il socialismo di Vigna[3]. E’
un fatto che tuttora i partiti marxisti sono attivi e sono organizzati. I loro
aderenti sono per la massima parte fedeli nello spirito di corpo e
nell’accettazione delle direttive.
Non si può dire che esista ateismo: si ammette Dio.
Se non si parla di Dio si parla di un Supremo, però guai a parlare di Chiesa e del
suo ministro. Secondo il Parroco siamo nella logica marxista della manovra
tattica e opportunistica, per non rompere i ponti con il resto della
popolazione e per non rimanere troppo isolati.
Bisogna pensare e credo, con qualche ragione, che
essere troppo rigidi nell’interpretazione di quanto si osserva in Masio, e in
altri paesi in cui esistono situazioni analoghe di forti masse di militanti
marxisti, si rischia di sopravalutare il fenomeno e di non tener conto di altri
fattori altrettanto importanti.
C’è un comunismo duro di un certo numero di
attivisti e un comunismo paesano di un maggior numero di aderenti sulla cui
convinzione si possono mettere dei dubbi, tanto che appare evidente come in
molti di essi vi sia un certo “rispetto umano”[4] ad
apparire ed essere indicati come comunisti.
Come non si dovrebbe ammettere che in una qualche
maniera, e con maggiore o minore efficacia nel loro intimo, giochi il richiamo
delle vecchie tradizioni, delle infantili esperienze di preghiera, degli
eventuali famigliari esempi, della forza enorme della tradizione cattolica del
popolo locale e di tutto il popolo italiano? E’ assurdo pensare a ciò, anche e
soprattutto in vista di un loro eventuale recupero? E’ assurdo pensare che non
si possa, attraverso pubbliche manifestazioni e affermazioni religiose di
massa, comunque organizzate, anche da parte dell’Azione Cattolica diocesana,
influire a ripensamenti, a meditazioni, a nuovi orientamenti di alcuni o di
molti di essi?
Il punto di attacco più fragile e vulnerabile è
quello di congiunzione tra il comunismo duro degli attivisti e quello di minor
convinzione degli altri adepti. Sarebbe errato pensare che nessuno sia
recuperabile poiché ciò è contrario alla certezza della nostra Fede, che ci
dona la preghiera, la vita di Grazia, la volontà, la capacità d’iniziative, il
sacrificio e la tenacia nel bene, come i mezzi e gli strumenti del nostro
intervento. Dio se vorrà e se riterrà degni i nostri sforzi ci aiuterà, ma
bisogna agire senza timore e senza indugio.
In questa situazione il Parroco conferma il notevole
miglioramento dei giovani in confronto agli anziani, presentandosi come amico,
interessandoli con viaggi, campeggi. Il Parroco si è assicurato la loro fiducia,
se li è fatti amici.
Molti giovani studiano e ciò serve molto. Due
ragazzi sono avviati al sacerdozio, uno nel Seminario del Cottolengo e l’altro
nel Piccolo Seminario di don Orione a Voghera. Un terzo giovane quest’anno
entrerà nel Seminario diocesano.
Con tutto quanto è stato premesso, acquista maggior
significato la conoscenza statistica della situazione religiosa: in generale i
praticanti sono il 45%, gli indifferenti il 20% (presumibilmente praticanti
saltuari), i contrari militanti il 15%, i contrari passivi il 20%.
Il Parroco nello specifico indica nel 10% dei giovani i contrari
militanti e nel 15% i contrari passivi, mentre tale percentuale nelle ragazze è
rispettivamente del 10% e del 10%; per gli uomini del 25% e del 20% e per le
donne del 20% e del 15%.
Cifre queste che possono dare argomento a molte
considerazioni.
Verso il Parroco vi è deferenza, fin quando non si
toccano. Qualsiasi intervento del Parroco, orale o scritto, è commentato nei
luoghi di riunione dei comunisti. L’invito personale per la partecipazione alla
Pasqua dei vecchi è stato commentato specie in riguardo ai nomi esclusi dall’invito.
La gioventù sul piano morale non è peggiore di
quella di altri paesi, anche apparentemente più religiosi. I ragazzi sentono l’influenza
di Alessandria. Dal Parroco è rilevata la mancanza di esempio da parte dei
genitori, la sete di divertirsi talora con mancanza di autocontrollo, anche di
senso morale. Forse sono migliori i giovani che le ragazze.
L’Azione Cattolica parrocchiale è presente con tutti
i rami. Si riuniscono tutti i sabato nel periodo invernale. I tesserati delle
associazioni frequentano tutti; il Parroco si sente di segnalare Cacciabue
Maria della Gioventù Femminile. La Giunta parrocchiale è costituita e
aggregata.
La vita apostolica parrocchiale si manfesta con esercitazioni
verso un mondo migliore tenute per donne e ragazze, per giovani e uomini; con il
ritiro mensile per Donne e Gioventù Femminile (meditazione e Comunione); con la
Lega di perseveranza per Uomini e Gioventù Maschile.
Vi è stata una sola sepoltura civile in otto anni.
Tutti accettano la benedizione delle case.
In paese come luogo di ricreazione vi è un bar, il
circolo comunista e il circolo Enal (distaccatosi dal circolo comunista).
Ho riferito sulle
raccomandazioni della Presidenza Generale, specie in rapporto alla Campagna
annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.
[1] Pietro
Nenni, Partito Socialista Italiano - Giuseppe Saragat, Partito Socialista
Democratico Italiano.
[2] Urbano
Rattazzi (1808-1873) è nato a Alessandria. Fu politico italiano nelle file
della sinistra storica.
[3] Annibale
Vigna (1862-1924). Tra Ottocento e Novecento guidò il Partito Socialista
autonomo astigiano. Giurista, deputato, fu sindaco di Asti.
[4] Eccessiva
considerazione per ciò che gli altri pensano o dicono di noi, condizionando il
nostro comportamento.
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