mercoledì 23 marzo 2016

Masio


Il territorio di Masio è di collina. La Parrocchia è per una popolazione di 900 abitanti (1100 nove anni fa). L’emigrazione è continua, specie dei giovani. Il paese ospita poche famiglie immigrate del Polesine.
La situazione in Parrocchia è caratterizzata dalla presenza di una forte massa di aderenti ai partiti marxisti, come appare dai risultati delle ultime elezioni politiche: Democrazia Cristiana 612 voti, Partito Comunista 580 voti, Nenniani 300 voti, Saragattiani 250 voti[1].
La somma dei voti coinvolge tutto il comune di Masio, incluse le frazioni di Abazia e Redabue.
I partiti marxisti hanno una lunga storia anche prefascista, che si ricollega a quella della zona alessandrina con cui confina. Il Parroco sostiene che la tradizione marxista si ricongiunge alla politica di Rattazzi[2]; una qualche influenza può aver avuto, alla fine del 1800 e all’inizio del secolo il socialismo di Vigna[3]. E’ un fatto che tuttora i partiti marxisti sono attivi e sono organizzati. I loro aderenti sono per la massima parte fedeli nello spirito di corpo e nell’accettazione delle direttive.
Non si può dire che esista ateismo: si ammette Dio. Se non si parla di Dio si parla di un Supremo, però guai a parlare di Chiesa e del suo ministro. Secondo il Parroco siamo nella logica marxista della manovra tattica e opportunistica, per non rompere i ponti con il resto della popolazione e per non rimanere troppo isolati.
Bisogna pensare e credo, con qualche ragione, che essere troppo rigidi nell’interpretazione di quanto si osserva in Masio, e in altri paesi in cui esistono situazioni analoghe di forti masse di militanti marxisti, si rischia di sopravalutare il fenomeno e di non tener conto di altri fattori altrettanto importanti.  
C’è un comunismo duro di un certo numero di attivisti e un comunismo paesano di un maggior numero di aderenti sulla cui convinzione si possono mettere dei dubbi, tanto che appare evidente come in molti di essi vi sia un certo “rispetto umano”[4] ad apparire ed essere indicati come comunisti.
Come non si dovrebbe ammettere che in una qualche maniera, e con maggiore o minore efficacia nel loro intimo, giochi il richiamo delle vecchie tradizioni, delle infantili esperienze di preghiera, degli eventuali famigliari esempi, della forza enorme della tradizione cattolica del popolo locale e di tutto il popolo italiano? E’ assurdo pensare a ciò, anche e soprattutto in vista di un loro eventuale recupero? E’ assurdo pensare che non si possa, attraverso pubbliche manifestazioni e affermazioni religiose di massa, comunque organizzate, anche da parte dell’Azione Cattolica diocesana, influire a ripensamenti, a meditazioni, a nuovi orientamenti di alcuni o di molti di essi?  
Il punto di attacco più fragile e vulnerabile è quello di congiunzione tra il comunismo duro degli attivisti e quello di minor convinzione degli altri adepti. Sarebbe errato pensare che nessuno sia recuperabile poiché ciò è contrario alla certezza della nostra Fede, che ci dona la preghiera, la vita di Grazia, la volontà, la capacità d’iniziative, il sacrificio e la tenacia nel bene, come i mezzi e gli strumenti del nostro intervento. Dio se vorrà e se riterrà degni i nostri sforzi ci aiuterà, ma bisogna agire senza timore e senza indugio.
In questa situazione il Parroco conferma il notevole miglioramento dei giovani in confronto agli anziani, presentandosi come amico, interessandoli con viaggi, campeggi. Il Parroco si è assicurato la loro fiducia, se li è fatti amici.
Molti giovani studiano e ciò serve molto. Due ragazzi sono avviati al sacerdozio, uno nel Seminario del Cottolengo e l’altro nel Piccolo Seminario di don Orione a Voghera. Un terzo giovane quest’anno entrerà nel Seminario diocesano.
Con tutto quanto è stato premesso, acquista maggior significato la conoscenza statistica della situazione religiosa: in generale i praticanti sono il 45%, gli indifferenti il 20% (presumibilmente praticanti saltuari), i contrari militanti il 15%, i contrari passivi il 20%.
Il Parroco nello specifico indica nel 10% dei giovani i contrari militanti e nel 15% i contrari passivi, mentre tale percentuale nelle ragazze è rispettivamente del 10% e del 10%; per gli uomini del 25% e del 20% e per le donne del 20% e del 15%.
Cifre queste che possono dare argomento a molte considerazioni.
Verso il Parroco vi è deferenza, fin quando non si toccano. Qualsiasi intervento del Parroco, orale o scritto, è commentato nei luoghi di riunione dei comunisti. L’invito personale per la partecipazione alla Pasqua dei vecchi è stato commentato specie in riguardo ai nomi esclusi dall’invito.
La gioventù sul piano morale non è peggiore di quella di altri paesi, anche apparentemente più religiosi. I ragazzi sentono l’influenza di Alessandria. Dal Parroco è rilevata la mancanza di esempio da parte dei genitori, la sete di divertirsi talora con mancanza di autocontrollo, anche di senso morale. Forse sono migliori i giovani che le ragazze.
L’Azione Cattolica parrocchiale è presente con tutti i rami. Si riuniscono tutti i sabato nel periodo invernale. I tesserati delle associazioni frequentano tutti; il Parroco si sente di segnalare Cacciabue Maria della Gioventù Femminile. La Giunta parrocchiale è costituita e aggregata.
La vita apostolica parrocchiale si manfesta con esercitazioni verso un mondo migliore tenute per donne e ragazze, per giovani e uomini; con il ritiro mensile per Donne e Gioventù Femminile (meditazione e Comunione); con la Lega di perseveranza per Uomini e Gioventù Maschile.
Vi è stata una sola sepoltura civile in otto anni. Tutti accettano la benedizione delle case.
In paese come luogo di ricreazione vi è un bar, il circolo comunista e il circolo Enal (distaccatosi dal circolo comunista).
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale, specie in rapporto alla Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.  




[1] Pietro Nenni, Partito Socialista Italiano - Giuseppe Saragat, Partito Socialista Democratico Italiano.
[2] Urbano Rattazzi (1808-1873) è nato a Alessandria. Fu politico italiano nelle file della sinistra storica.
[3] Annibale Vigna (1862-1924). Tra Ottocento e Novecento guidò il Partito Socialista autonomo astigiano. Giurista, deputato, fu sindaco di Asti.
[4] Eccessiva considerazione per ciò che gli altri pensano o dicono di noi, condizionando il nostro comportamento.

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