Il concentrico è di poche case: vecchia Abazia con
annesso Convento e Noviziato dei Padri Pallottini[1]. Il
resto della Parrocchia è costituito da cascinali sparsi, anche lontani.
Assente il Parroco Padre Spak, cordialmente mi riceve
il Rettore Padre Squarci, già facente funzione di Parroco negli anni passati.
Abazia è frazione del comune di Masio con 800
abitanti. La popolazione ha atteggiamento indifferente e apparente, in campo
religioso. Se non ha altro da fare va in Chiesa. Divisioni e antagonismi
locali, tra gruppi e tra famiglie, qualificano la comunità.
Molti sono i comunisti ma pochi per convinzione. Il Rettore
è convinto che non sono atei.
I comunisti sono completamente ignoranti del sistema
dottrinario marxista. Molti sono diventati comunisti per antagonismi di
famiglia, per dissidio d’interessi, per differenza di opinione. Frequentano e
si accostano ai Sacramenti più a Natale che a Pasqua. Con la veglia notturna di
Natale gli uomini si confessano e si comunicano; i più non ripetono la
Comunione a Pasqua. I giovani si confessano raramente.
Una Messa domenicale si officia ai confini della
Parrocchia, verso Masio.
La Gioventù Maschile di Azione Cattolica è solo di
nome. La Gioventù Femminile e le Donne Cattoliche frequentano abbastanza: le
giovani sono poche e le donne sono prevalentemente anziane. Anche gli Uomini
sono tesserati, però non si riesce a realizzare, per scarsa partecipazione. La
Giunta parrocchiale non esiste.
Quando Abazia fu costituita Parrocchia, vi era un
bel gruppo di Uomini Cattolici (48). Il Parroco di allora aveva impostato la
questione attirando gli uomini con mezzi umani, e precisamente con l’istituzione
di una specie di cooperativa in cui si acquistavano generi di consumo a minor
prezzo. Quell’iniziativa poi fu abolita. Tutti o quasi tutti gli uomini si
allontanarono, perché non conveniva più rimanere nell’associazione. Tutto ciò
sta a notare che prima c’è l’interesse materiale, poi anche l’Azione Cattolica
e l’idea della religione.
A tale proposito Padre Squarci fa alcuni rilievi:
Il numero non deve considerarsi essenziale, ma è la
qualità degli iscritti. Vale meglio e più un numero limitato, ma che sia
veramente d’esempio.
Bisogna interessare chi ci ascolta, non
disinteressandoci dei problemi del giorno. Bisogna studiare queste difficoltà,
riportando sempre la trattazione alla conclusione morale.
Essere severi e rigidi e allontanare chi non è
degno.
Preparare un buon gruppo di dirigenti.
Ho riferito sulle
raccomandazioni della Presidenza Generale, specie sulla Campagna annuale
1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.
[1] Comunità
di Sacerdoti e Fratelli (Società dell’apostolato cattolico) fondata nel 1835 da
Vincenzo Pallotti (1795-1850). Padre Giuseppe Faà (1815-1888), successore di
San Vincenzo Pallotti, fondò a Abazia il Collegio delle Missioni Estere presso
il quale frequentavano gli anni di noviziato i Sacerdoti Pallottini di tutto il
mondo. La costruzione e lo sviluppo del Collegio di San Patrizio e il volere la
Chiesa parrocchiale evidenzia il ruolo del Sacerdote nella nascita del paese.
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