domenica 27 marzo 2016

Abazia di Masio


Il concentrico è di poche case: vecchia Abazia con annesso Convento e Noviziato dei Padri Pallottini[1]. Il resto della Parrocchia è costituito da cascinali sparsi, anche lontani.
Assente il Parroco Padre Spak, cordialmente mi riceve il Rettore Padre Squarci, già facente funzione di Parroco negli anni passati.
Abazia è frazione del comune di Masio con 800 abitanti. La popolazione ha atteggiamento indifferente e apparente, in campo religioso. Se non ha altro da fare va in Chiesa. Divisioni e antagonismi locali, tra gruppi e tra famiglie, qualificano la comunità.
Molti sono i comunisti ma pochi per convinzione. Il Rettore è convinto che non sono atei.
I comunisti sono completamente ignoranti del sistema dottrinario marxista. Molti sono diventati comunisti per antagonismi di famiglia, per dissidio d’interessi, per differenza di opinione. Frequentano e si accostano ai Sacramenti più a Natale che a Pasqua. Con la veglia notturna di Natale gli uomini si confessano e si comunicano; i più non ripetono la Comunione a Pasqua. I giovani si confessano raramente.
Una Messa domenicale si officia ai confini della Parrocchia, verso Masio.
La Gioventù Maschile di Azione Cattolica è solo di nome. La Gioventù Femminile e le Donne Cattoliche frequentano abbastanza: le giovani sono poche e le donne sono prevalentemente anziane. Anche gli Uomini sono tesserati, però non si riesce a realizzare, per scarsa partecipazione. La Giunta parrocchiale non esiste.
Quando Abazia fu costituita Parrocchia, vi era un bel gruppo di Uomini Cattolici (48). Il Parroco di allora aveva impostato la questione attirando gli uomini con mezzi umani, e precisamente con l’istituzione di una specie di cooperativa in cui si acquistavano generi di consumo a minor prezzo. Quell’iniziativa poi fu abolita. Tutti o quasi tutti gli uomini si allontanarono, perché non conveniva più rimanere nell’associazione. Tutto ciò sta a notare che prima c’è l’interesse materiale, poi anche l’Azione Cattolica e l’idea della religione.
A tale proposito Padre Squarci fa alcuni rilievi:
Il numero non deve considerarsi essenziale, ma è la qualità degli iscritti. Vale meglio e più un numero limitato, ma che sia veramente d’esempio.
Bisogna interessare chi ci ascolta, non disinteressandoci dei problemi del giorno. Bisogna studiare queste difficoltà, riportando sempre la trattazione alla conclusione morale.
Essere severi e rigidi e allontanare chi non è degno.
Preparare un buon gruppo di dirigenti.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale, specie sulla Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”.


[1] Comunità di Sacerdoti e Fratelli (Società dell’apostolato cattolico) fondata nel 1835 da Vincenzo Pallotti (1795-1850). Padre Giuseppe Faà (1815-1888), successore di San Vincenzo Pallotti, fondò a Abazia il Collegio delle Missioni Estere presso il quale frequentavano gli anni di noviziato i Sacerdoti Pallottini di tutto il mondo. La costruzione e lo sviluppo del Collegio di San Patrizio e il volere la Chiesa parrocchiale evidenzia il ruolo del Sacerdote nella nascita del paese.

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