Refrancore ebbe in passato 3000 abitanti,
attualmente sono 1650 i residenti. Si dividono fra concentrico (600) e sette
frazioni, di cui tre possono essere controllate dal Parroco sul piano
religioso.
In 100 emigrano ogni anno. Sono 1100 le famiglie ora
residenti a Torino. Pochi sono gli immigrati, per lo più meridionali che non
frequentano la Chiesa (50 unità).
La religiosità è mediocre. Il concentrico è buono,
le borgate danno la percentuale più bassa di frequenza. I buoni osservanti sono
il 25%, quelli formali e saltuari il 50%, il resto se non ostile è indifferente
e assente. In questi ultimi anni la situazione è un po’ migliorata.
E’ diffuso il comunismo e il socialismo. Nelle
ultime elezioni la Democrazia Cristiana ha preso 500 voti, il Partito Comunista
200. I comunisti, dimoranti fuori dal concentrico, sono economicamente in buone
se non in ottime condizioni, specie in questi ultimi anni con la coltura dei
pescheti. Gli attivisti sono un piccolo numero, perché la massa è costituita di
comunisti che non vogliono apparire tali; non partecipano alle loro riunioni,
non fanno propaganda, mancano ai loro comizi.
E’ difficile comprendere come pochi attivisti
possano, in Refrancore, tenere rimorchiati al carro del partito una massa così
copiosa di elementi che giovano al partito solo per il voto, lo strumento
indispensabile per la loro affermazione. O li accomuna la mancanza di ogni
principio religioso, e vedere nella Chiesa la forza che tutela determinati
privilegi di classi o di persone; o li accomuna la carica ideologica trasmessa
per tradizione, carica che è destinata a smorzarsi nel tempo per dare inizio a
nuovi orientamenti.
La gioventù che emigra va tutta dal signor Maggiora di
Torino[1] ma
originario di Refrancore. Maggiora li accoglie tutti come primo impiego. Poi
cercheranno con pazienza altre sistemazioni. Gli sposi, in maggioranza, se ne
vanno dal paese perché la natura sabbiosa del terreno non si addice a molte
colture. Altri lavorano a Quattordio.
Lo stato economico è medio, anche sotto la media.
Il Parroco dice che i giovani sono un guaio. Nella
gioventù maschile vi è delusione per lo stato di decadenza civile e morale. I
giovani, che vengono dall’oratorio, iniziando la vita di fabbrica, si guastano
per non dire si pervertono. La gioventù femminile tiene meglio; vi sono buoni e
attivi elementi.
La popolazione scolastica è di 140 studenti. Le
Suore coordinano asilo e orfanotrofio.
In paese si trovano il Circolo Combattenti,
apolitico, il Circolo Contadini, monarchico, due trattorie. Il Parroco non
espone giudizio sulla televisione.
In questi ultimi cinque anni non vi sono state
sepolture civili. La benedizione delle case è accettata da tutti, anche
comunisti, nessuno escluso.
L’Azione Cattolica è presente in tutti i rami con
sede nell’oratorio parrocchiale. Per le associazioni l’attività è unicamente
invernale. Le 71 Donne Cattoliche sono le più attive. Gli Uomini Cattolici
(18), la Gioventù Femminile (12), la Gioventù Maschile che non ha seniores,
hanno ritiro mensile. La Giunta parrocchiale è costituita formalmente, non è
aggregata. Sarà resa funzionante il prossimo anno.
Ho riferito sulle
raccomandazioni della Presidenza Generale (Giunta parrocchiale e sua
importanza, impegno di lavoro per i tesserati) e sulla campagna annuale 1960-61
sul tema “Messaggio della Salvezza”.
[1] Ermenegildo
Maggiora nasce a Barcara, frazione di Refrancore, nel 1903. E’ conosciuto per la produzione dei
Finocchini, i biscotti tipici di Refrancore. Nel 1939 riesce a spostare l’intera
produzione a Torino, prima in affitto e poi comprando lo stabilimento. Dopo la
guerra nuove macchine e nuove tecnologie lanciano il biscottificio Maggiora
verso il boom economico.
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