giovedì 3 marzo 2016

Valenzani


La Parrocchia dei Valenzani è stata costituita nel 1950, separandosi dalla Comunità religiosa di Castagnole Monferrato. Territorialmente essa appartiene a tre Comuni: Castagnole Monferrato, Refrancore, Asti.
La Parrocchia è considerata rurale per caratteristiche fondamentali, però i veri rurali sono costituiti quasi esclusivamente da anziani, oltre i 50 anni. Tutti i giovani vanno in città per lavoro; anche le ragazze lavorano in prevalenza in laboratori di manufatti. Pochissime sono le ragazze rimaste alle funzioni casalinghe.
Valenzani conta 500 abitanti, comprese le famiglie venete e meridionali immigrate (15-20). Queste famiglie si perdono facilmente: i veneti appaiono più privi di fondamento religioso dei piemontesi stessi; i meridionali non frequentano la Chiesa (una sola famiglia va regolarmente). Qualche volta gli immigrati non si presentano neppure al Parroco, e questi ha l’impressione che siano visitati inizialmente da elementi di altre organizzazioni sindacali o di partito.
Non c’è ostilità verso il parroco ma indifferenza. La situazione religiosa è migliorata in questi ultimi anni. Nessuno rifiuta l’assistenza religiosa.
I comunisti sono pochi e la propaganda comunista è spicciola. Il lavoro è anche festivo.
Il Parroco fa rilevare l’indifferenza dei giovani; accenna ad adolescenti che non fanno Pasqua e a quelli che non hanno fatto la Comunione in periodo di missione[1]. In maggioranza le ragazze sono buone moralmente, altre sono frivole, poche di cattivi costumi. A una che faceva a periodi la Comunione giornaliera, il Parroco ha dovuto negare l’Eucaristia, pubblicamente, e non l’ha ancora riammessa, per vita scandalosa.
Il Sacerdote non sa definire i giovani e classificarli. Li ritiene poco sinceri e in parte diffidenti, a volte apparentemente ostili. Seguono le orme dei vecchi socialisti di tradizione, non tanto come indirizzo ideologico, quanto come atteggiamento d’indifferenza, il che è molto più facile e più idoneo alla mentalità dei giovani d’oggi.
La Chiesa non ha cimitero parrocchiale. Altro problema importante è quello di riunire tutte le Parrocchie sotto il Comune di Asti, e quello della scuola che dipende da due direzioni didattiche.
Il ritrovo della popolazione è nel bar caffè e davanti alle quattro televisioni private. Il cinema parrocchiale è sempre aperto, deliberatamente durante le feste da ballo. Il Parroco è riuscito a fare sospendere i balli in Parrocchia e a limitare il numero dei partecipanti ai balli di Quarto d’Asti.
L’Azione Cattolica è presente con due associazioni: Uomini Cattolici (10), Gioventù Femminile (7). L’attività è invernale.
Il Parroco tenterà per il prossimo anno di organizzare le Donne; il lavoro di preparazione dura da diversi anni, con scarsi risultati. Accenna pure ad alcuni fatti di buon auspicio tra cui quello di alcune ragazze che si recano in Chiesa a recitare compieta[2].
Il ballo è una delle maggiori difficoltà, se non la maggiore, per l’agganciamento delle ragazze. Vogliono libertà, non vogliono sentirsi impegnate. Vi sono alcune famiglie in cui si recitano alla sera le preghiere e compieta: partono poi madri e figlie per il ballo. E’ un quadro evidente di mancanza di convinzione, di preparazione, di formazione.
E’ tema difficile quello di propaganda di Azione Cattolica. Il Parroco ha fatto un corso d’istruzione sul “Credo” ai giovani. Sono state 5-6 le presenze, con avvicendamento. Ai Vespri la frequenza è scarsissima: la predica non è tollerata. La Lega di perseveranza è frequentata in inverno.
Il Parroco è favorevole all’incontro dei Dirigenti con il Clero e indica una giovane che potrebbe essere utile sul piano diocesano: Nebiolo Giacinta Valenzani.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale in rapporto all’unità dei cattolici e all’unitarietà di azione dei vari rami di Azione Cattolica; alla costituzione e funzionalità della Giunta parrocchiale; all’attuazione della Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”, con le iniziative ritenute più idonee sul piano parrocchiale.





[1] Le missioni parrocchiali, dette anche popolari, consistono in un periodo di predicazione intensiva (in genere di 15 giorni) svolta in una Parrocchia o più Parrocchie.
[2] E’ l’orazione che chiude la giornata liturgica (prima di prendere riposo). Comprende la confessione delle colpe e la recita di salmi e preghiere.

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