La Parrocchia dei Valenzani è stata costituita nel
1950, separandosi dalla Comunità religiosa di Castagnole Monferrato. Territorialmente
essa appartiene a tre Comuni: Castagnole Monferrato, Refrancore, Asti.
La Parrocchia è considerata rurale per
caratteristiche fondamentali, però i veri rurali sono costituiti quasi
esclusivamente da anziani, oltre i 50 anni. Tutti i giovani vanno in città per
lavoro; anche le ragazze lavorano in prevalenza in laboratori di manufatti.
Pochissime sono le ragazze rimaste alle funzioni casalinghe.
Valenzani conta 500 abitanti, comprese le famiglie
venete e meridionali immigrate (15-20). Queste famiglie si perdono facilmente:
i veneti appaiono più privi di fondamento religioso dei piemontesi stessi; i
meridionali non frequentano la Chiesa (una sola famiglia va regolarmente). Qualche
volta gli immigrati non si presentano neppure al Parroco, e questi ha l’impressione
che siano visitati inizialmente da elementi di altre organizzazioni sindacali o
di partito.
Non c’è ostilità verso il parroco ma indifferenza.
La situazione religiosa è migliorata in questi ultimi anni. Nessuno rifiuta
l’assistenza religiosa.
I comunisti sono pochi e la propaganda comunista è
spicciola. Il lavoro è anche festivo.
Il Parroco fa rilevare l’indifferenza dei giovani;
accenna ad adolescenti che non fanno Pasqua e a quelli che non hanno fatto la
Comunione in periodo di missione[1]. In
maggioranza le ragazze sono buone moralmente, altre sono frivole, poche di
cattivi costumi. A una che faceva a periodi la Comunione giornaliera, il
Parroco ha dovuto negare l’Eucaristia, pubblicamente, e non l’ha ancora
riammessa, per vita scandalosa.
Il Sacerdote non sa definire i giovani e
classificarli. Li ritiene poco sinceri e in parte diffidenti, a volte
apparentemente ostili. Seguono le orme dei vecchi socialisti di tradizione, non
tanto come indirizzo ideologico, quanto come atteggiamento d’indifferenza, il
che è molto più facile e più idoneo alla mentalità dei giovani d’oggi.
La Chiesa non ha cimitero parrocchiale. Altro
problema importante è quello di riunire tutte le Parrocchie sotto il Comune di
Asti, e quello della scuola che dipende da due direzioni didattiche.
Il ritrovo della popolazione è nel bar caffè e davanti
alle quattro televisioni private. Il cinema parrocchiale è sempre aperto,
deliberatamente durante le feste da ballo. Il Parroco è riuscito a fare
sospendere i balli in Parrocchia e a limitare il numero dei partecipanti ai
balli di Quarto d’Asti.
L’Azione Cattolica è presente con due associazioni:
Uomini Cattolici (10), Gioventù Femminile (7). L’attività è invernale.
Il Parroco tenterà per il prossimo anno di
organizzare le Donne; il lavoro di preparazione dura da diversi anni, con
scarsi risultati. Accenna pure ad alcuni fatti di buon auspicio tra cui quello
di alcune ragazze che si recano in Chiesa a recitare compieta[2].
Il ballo è una delle maggiori difficoltà, se non la
maggiore, per l’agganciamento delle ragazze. Vogliono libertà, non vogliono
sentirsi impegnate. Vi sono alcune famiglie in cui si recitano alla sera le
preghiere e compieta: partono poi madri e figlie per il ballo. E’ un quadro
evidente di mancanza di convinzione, di preparazione, di formazione.
E’ tema difficile quello di propaganda di Azione
Cattolica. Il Parroco ha fatto un corso d’istruzione sul “Credo” ai giovani. Sono state
5-6 le presenze, con avvicendamento. Ai Vespri la frequenza è scarsissima: la
predica non è tollerata. La Lega di perseveranza è frequentata in inverno.
Il Parroco è favorevole all’incontro dei Dirigenti
con il Clero e indica una giovane che potrebbe essere utile sul piano
diocesano: Nebiolo Giacinta Valenzani.
Ho riferito sulle raccomandazioni della Presidenza
Generale in rapporto all’unità dei cattolici e all’unitarietà di azione dei
vari rami di Azione Cattolica; alla costituzione e funzionalità della Giunta
parrocchiale; all’attuazione della Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio
della Salvezza”, con le iniziative ritenute più idonee sul piano parrocchiale.
[1] Le
missioni parrocchiali, dette anche popolari, consistono in un periodo di
predicazione intensiva (in genere di 15 giorni) svolta in una Parrocchia o più
Parrocchie.
[2] E’ l’orazione
che chiude la giornata liturgica (prima di prendere riposo). Comprende la confessione
delle colpe e la recita di salmi e preghiere.
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