domenica 25 ottobre 2015

Dusino


La Parrocchia San Rocco di Dusino pare sia stata la prima Parrocchia della Piana di Villanova. Fu soppressa e poi ricostituita. Durante il periodo di cancellazione perse il beneficio parrocchiale a favore di Villanova.
Gli abitanti sono 368 e l’emigrazione è verso Torino. In 10 anni si sono fermati in luogo solo tre coppie di sposi. Molti sono fittavoli. Sono solo veneti e tutti buoni gli immigrati (60-70), nessun meridionale. Tra la gioventù molti operai, che lavorano a Torino. Le ragazze sono preferibilmente sarte; lavorano anche in campagna.
Nelle elezioni del 1958, 15 voti sono andati al Partito Comunista; sono voti sicuramente di operai della fornace di Villafranca che è sotto la Parrocchia di Villafranca ma nel comune di Dusino.
La religiosità, intesa come frequenza alla Chiesa, il Parroco la dichiara buona. Nelle solennità tutti sono presenti. Egli calcola il 90% le frequenze regolari e nel 10% le frequenze saltuarie. Non fanno Pasqua una decina di persone. I parrocchiani li definisce brava la gente. Lavorano di festa solo nei periodi di punta. I giovani dai 15 ai 25 anni sono 25-30; frequentano tutti. Le ragazze sono sempre presenti ai Vespri. Sono 25 le Figlie di Maria.
La popolazione scolastica conta 32 alunni in sei classi. Vocazioni religiose: un frate e un salesiano (studenti), una Suora novizia ed una nelle Stefanine. Qualche giovane continua a studiare dopo le elementari.
Sono 7 le televisioni in paese; poco entusiasmo per la televisione. Pare vi sia parecchia passione invece per il cinema comunale di Villanova; anzi si dice a Villanova che quelli di Dusino sono tra i più solerti frequentatori.
L’Azione Cattolica non è organizzata. Il Parroco ha fatto stampare delle tessere cartoncino con su scritto da un lato “Gioventù Italiana di Azione Cattolica” e dall'altro lato le generalità. Sono destinate ai giovani e alle giovani. 
Due rilievi innanzitutto da fare: 
1) Non è l'Azione Cattolica ufficiale. 
2) La gioventù di Dusino tesserata in tal modo è indicata come “Gioventù Italiana di Azione Cattolica”. Quindi oltre che organizzazione non ortodossa è organizzazione falsata nella sua definizione.
Si tratta di una iniziativa personale e originale del Parroco. Sul significato e sulla legittimità di tale iniziativa non spetta a me intervenire; ho fatto rilevare la irregolarità. Riferirò sul caso al Delegato Vescovile.  
Il Parroco ragiona in questo modo: mi sono deciso a fare ciò, avendo letto sopra una rivista del clero che è Azione Cattolica tutto quanto è fatto nelle parrocchie da individui e da sodalizi per l'azione religiosa. Con i quadri ufficiali di Azione Cattolica potrebbe avere un certo numero di elementi, tutti gli altri non sarebbero presenti e si perderebbero nell'osteria e in altri divertimenti. Con questo sistema tutta la gioventù è sempre presente alle istruzioni che fa sul Testo e su argomenti scelti dai giovani stessi. I giovani partecipano alla discussione. Così gli uomini della Compagnia del Santissimo Sacramento (40) fanno adunanza e sono istruiti sul Testo. Così le donne della Compagnia di Sant'Anna (25) con adunanze nel periodo invernale.
Il Parroco dice che potrebbe avere i quadri dell’Azione Cattolica, ma in tal caso si determinerebbe una frattura tra i tesserati e i non tesserati. In più se per l’Azione Cattolica si intende solo il tesseramento, non sarebbe Azione Cattolica e si salverebbero soltanto le apparenze. Inoltre manifesta chiaramente la sua impressione che i giornali dell'Azione Cattolica non servono a niente.
Opera un tipo di Lega di perseveranza; anche in questo caso si parla di tipo.
E’ chiaro che dell’Azione Cattolica vera è frainteso il significato, la finalità e la struttura, e si diffonde un concetto non esatto e accomodante dell'Azione Cattolica fra il parrocchiani. 
Confesso che ho durato fatica a seguire il Parroco nel suo ragionamento esposto con la naturalezza delle cose chiare e semplici. Con tutto il rispetto che ho per ogni Parroco, impegnato oggi in un duro ed estenuante e difficile lavoro pastorale, non posso non fare rilevare che iniziative ed interpretazioni così personali di una organizzazione così bene definita in ogni tempo dalle parole dei Pontefici e della Gerarchia, non possono essere esenti da attento esame e opportuni giudizi.

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