È Parrocchia della Piana di
Villanova, in provincia di Torino. Popolazione di 330 abitanti, 20 anni fa
erano 400.
L’emigrazione è
prevalentemente a Torino. Il nucleo degli immigrati è costituito da una
famiglia veneta e due famiglie meridionali, che sul piano religioso valgono
poco; analfabeti sono diversi garzoni agricoli.
La popolazione è
prevalentemente composta da anziani. Due parti di anziani sono oltre i 60, una
parte di giovani fino ai 40 anni. I ragazzi sono migliori della ragazze; mentre
i primi starebbero in Parrocchia anche dopo il matrimonio, le giovani si
sposano solo a condizione di andare via. Quindi molti giovani da sposare. La
religiosità è buona, in gran parte sono convinti. Il Parroco dice che c'è fede;
rari sono i casi di lontananza dai Sacramenti.
Il Parroco dice che i
giovani sono tutti suoi. Con la gioventù insiste in particolar modo con la
scuola catechistica. Fino ai 20 anni fa catechismo due volte alla settimana;
oltre i 20 anni anche quattro volte alla settimana per qualche settimana. Con
questi ultimi riprende parte del catechismo e approfondisce. Ora di adorazione
tutti i giovedì.
I divertimenti locali sono
la televisione e il ballo alla festa. Il Parroco dice che i giovani e le
giovani non vanno fuori a ballare; non può lamentarsi della gioventù.
Non si lavora di festa. Non
si bestemmia. Il comunismo non esiste: 2 voti al Partito Comunista nelle
elezioni per la Camera; 2 voti al partito dei divorziati (provincia di Torino).
Si tratta probabilmente di voti di gente che prende la residenza a Isolabella
per poter andare a lavorare a Torino.
C’è una trattoria, un
dopolavoro. La popolazione scolastica è di 27 alunni in 5 classi.
L’Azione Cattolica è
formale. Il Presidente degli Uomini (buona persona) non si è mai interessato
per il tesseramento; quindi gli uomini non sono tesserati. Le Donne Cattoliche
hanno un'attività solo nel periodo invernale: istruzione. La Gioventù Femminile
ha pure attività invernale, frequentano ma non troppo. La Gioventù Maschile non
è tesserata. L'Azione Cattolica è quindi presente solo con le Donne e la
Gioventù Femminile, anch’esse sono associazioni di scarsa attività.
Il Parroco fa obiezioni sul
testo di cultura, troppo elaborato. La stessa obiezione solleva per i giornali
di Azione Cattolica che hanno un tono troppo elevato e che non vengono letti.
Egli fa alcuni rilievi sulla validità dell'Azione Cattolica in parrocchie
piccole di fede, che devono considerarsi come una sola famiglia. Ritiene che
sotto certi punti di vista potrebbe anche essere controproducente, determinando
differenziazioni tra gruppi della stessa comunità, differenziazioni che
potrebbero portare ad una maggiore difficoltà di agganciamento di quelli che
non partecipano all'organizzazione.
Fermarsi su queste obiezioni
che sono già state avanzate in altre sedi non è opportuno. Potrebbe essere
utile ritornare su queste considerazioni in riunioni zonali del clero, che
ritengo personalmente utili, e sulle quali però dovrà decidere Sua Eccellenza
Monsignor Vescovo, per porre sopra un piano di unitarietà organizzativa e di
azione l'Azione Cattolica della stessa zona.
Occorre ricordare che le
iniziative isolate oggi tendono ad esaurirsi presto e hanno scarso effetto o
falliscono. Bisogna scegliere, tra le iniziative, le migliori o la migliore e
farne il tema di programma comune. Solo allora l'Azione Cattolica, che può
essere ritenuta di scarsa validità o anche controproducente in certe
parrocchie, riacquista automaticamente validità e prestigio. D’altra parte
occorre anche osservare che la via della perfezione individuale o di gruppo è
lunghissima e che l'Azione Cattolica potrebbe ed è l'ambiente più adatto per
compiere questa via, se effettivamente si cerca di operare in questo senso e in
questo senso si desidera ispirare il lavoro degli altri.
Il Parroco sostiene che se
gli si chiede di organizzare l'Azione Cattolica al completo lo farà, ma con le
eccezioni e le conseguenze sopra dette. Il Parroco fa le stesse obiezioni anche
sul piano politico, ritenendo non necessarie o controproducenti sezioni
politiche di partito nel paese.
In Parrocchia è diffusa la
“Voce del Popolo”, giornale molto ben fatto della diocesi di Torino.
La conversazione è stata
molto cordiale e schietta.
Non con tutti i rilievi del
Parroco posso essere personalmente d'accordo. Ad ogni modo i punti di vista
sono stati in un certo limite approfonditi e potranno, anzi dovranno, essere
argomento di più profonde e conclusive discussioni.
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