venerdì 2 ottobre 2015

San Damiano d'Asti - Parrocchia di San Vincenzo


La popolazione parrocchiale è di 3200 residenti di cui 1200 nel concentrico. Il resto degli abitanti sono distribuiti nelle frazioni: San Luigi, Ripalda, Serra dei Costa, Val Mulino, Val d’Olsa, Torrazza che è la maggiore delle frazioni (300 abitanti), San Rocco e cascine sparse. Ogni frazione ha la messa festiva, ad eccezione di San Rocco.  
Nella frazione Torrazza vi è nucleo di comunisti. Il dopolavoro del luogo, per quanto non voglia sembrare, è comunista ed è luogo di dubbia moralità. Convengono anche ragazze di fuori e vi è un gruppo di giovani di bassa moralità. Il Parroco si reca alla frazione Torrazza per istruzione parrocchiale.
La religiosità nelle frazioni è più che discreta se non buona; fa eccezione Ripalta, un po’ trascurata. L’Azione Cattolica è quasi tutta nelle frazioni, specie la Gioventù Maschile e gli Uomini. Anche la Lega di perseveranza è in tutte le frazioni con buona partecipazione.  
L’emigrazione è verso Torino. Gli immigrati sono un centinaio circa, tra meridionali e veneti. I meridionali sono in maggioranza (operai, garzoni, ecc.) ma piuttosto assenti. I veneti  sono migliori e più abbordabili, però tendono anch’essi ad allontanarsi.
Nel centro del paese vi è frequenza alle funzioni domenicali, ma maggiore è l’indifferenza (commercianti, artigiani) perché risentono maggiormente del ritmo della vita cittadina e dei legami degli affari e degli interessi.
Il  5% della popolazione è lontana dalla Chiesa; in parte perché “materialoni” impegnati nei loro affari e in parte per ragioni ideologiche o politiche. Nel centro, anche se più freddo, non mancano molte famiglie buone, di professionisti ed esercenti.
Il Parroco fa notare alcune contraddizioni: i padroni di un’industria locale, pur essendo di Democrazia Cristiana, pur essendo essi presenti alla Chiesa, non mandano le figlie al catechismo parrocchiale anche dopo ripetute sollecitudini.
Nessun comunista rifiuta la benedizione delle case e tutti sono deferenti al Parroco. Un comunista, professatosi decisamente tale, al Parroco dichiara esplicitamente: però la Chiesa e la religione non si tocca. Un altro è sempre il primo ad adempiere il precetto pasquale. Vi è comunismo, ma il Parroco non sa di che comunismo si tratti. I dati delle elezioni politiche del 1958 sono riportati nella relazione della Parrocchia di S. Cosma e Damiano. Non c’è comunismo attivo, almeno apparentemente, perché i 380 voti di tutta S.Damiano sono sempre un bel contributo di massa e di voti in un paese di antiche tradizioni religiose, tanto più se a questi voti si aggiungono quelli del P.S.I.
Il padrone del dancing “La Perla” è comunista e non manda la famiglia in Chiesa.
La gioventù delle frazioni per il 90%, come indice approssimativo, è nostra. La gioventù del centro frequenta meno ed è più attratta dai divertimenti, meno della metà è abbordabile. La gioventù femminile, inteso con questo termine l’insieme delle ragazze dai 15 ai 25 anni, sul piano morale non è regolata; s’intende fatte le dovute eccezioni.   
La situazione delle fabbriche, in modo particolare la Facis, per quanto riguarda la gioventù femminile impiegata induce a serie preoccupazioni. Nella Facis, industria di confezioni e abbigliamento, che conta di raddoppiare le maestranze, lavorano 500 persone di cui soltanto 80 operai. Vi sono dormitori e refettori e c’è stata la possibilità di affidare la direzione dei dormitori e dei refettori alle suore di Verzuolo[1], ma le condizioni imposte dai dirigenti erano troppo limitative e umilianti. Il problema resta tuttora aperto e urgente.
La Facis è dei Rivetti. E’ diretta da C., che dopo lunga malattia si è avvicinato un po’alla Chiesa; frequenta di più, ma non si sa se per opportunismo. Il fratello è buon praticante e la famiglia appoggia opere e iniziative parrocchiali. Però la legge di una fabbrica è quella del maggiore lavoro e del maggior reddito possibile; tutti gli altri problemi passano in secondo piano, anche l’onestà che dovrebbe essere il presupposto fondamentale della fortuna della fabbrica stessa. Risulta che nella fabbrica vi sono ragazze e coniugate immorali sul parlare e nell’agire.
Alla “Laus”, altra impresa pure di confezioni, la situazione è migliore: 60-65 operaie. Il padrone è cattolico e vi lavorano la maggior parte delle ragazze di Azione Cattolica della Parrocchia. E’ come una famiglia.
Sussiste il problema del dancing “La Perla”, dei due o tre cinema, degli altri locali da ballo e di divertimenti. Si fanno balli anche a luci spente, presenti le famiglie, i carabinieri; balli ai quali non si fanno scrupoli di partecipare molti giovani dei due sessi.
In conclusione, i giovani di ambo i sessi, fino ai 12-14 anni possono essere controllati quasi da tutti, frequentando le scuole di avviamento o medie, cominciano a cambiare, in senso di leggerezza.
La gioventù di Azione Cattolica da garanzia di serietà morale. La restante gioventù non è molto seria, inoltre è difficile da agganciare.
Sul piano della gioventù il Parroco ritiene doversi preferire la Gioventù Maschile alla Femminile. Questo giudizio, molto vasto e vago, è senz’altro personale e può essere legato a ragioni varie, ma è sempre un giudizio con il suo valore indicativo e orientativo.
I laureati sono una ventina, i diplomati una settantina, in tutto il paese. In complesso sono religiosamente buoni e si studia la possibilità di giungere anche a loro attraverso il Movimento Laureati di Azione Cattolica.
Gli Uomini Cattolici si radunano tutte le domeniche in inverno con frequenza del 30%. Bisogna tener conto della lontananza, essendo quasi tutti delle frazioni. Sono ottimi elementi, ma di scarso spirito organizzativo. Le Donne Cattoliche hanno adunanze quindicinali con frequenza del 68%. Gli incontri della Gioventù Femminile sono anch’essi quindicinali con il 70% di frequenza, ma vi è scarsità di dirigenti attive. La Gioventù Maschile si ritrova tutti i giovedì (70%). Per gli aspiranti ragazzi, beniamini ed effettive, si tengono tre giorni di ritiro semichiuso; buoni risultati per le sezioni minori, per le effettive non si riesce ad avere tutte le ragazze per la ragione delle fabbriche (sono presenti in una quindicina).  
E’ in costruzione la casa delle opere cattoliche che comprenderà anche un grande salone da adibire a teatro e cinema. Sono previsti 20 milioni di spese. Il Parroco spera molto da questa realizzazione.
La Giunta Parrocchiale è costituita, aggregata e funzionante.
La popolazione scolastica elementare conta 170 unità, le scuole d’avviamento 130, le scuole medie 90. Un Asilo interparrocchiale e 60 suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.
I Vespri sono ancora frequentati  e la Messa Vespertina[2] è molto seguita. Il Parroco ha fatto, durante la Messa Vespertina, un corso sulla famiglia ed è d’accordo sulla Campagna per il “Messaggio della Salvezza”. Viene rilevato che mai istruzione e mai iniziativa è pervenuta  dal Centro Diocesano. Le iniziative devono essere imposte dal Centro; poche iniziative, ma valide, e condotte sul piano unitario con fermezza e decisione per il tempo che occorre.  
Viene considerata utilissima l’indagine in corso e utili gli incontri zonali intervicariali dei Parroci.
La conversazione è stata cortesissima ed ampia, per oltre due ore. Per me è stato utilissima ed efficace.




[1] Appartengono alla congregazione delle Suore di San Giuseppe. Verzuolo è un paese della bassa Val Varaita (CN)
[2] Messa pomeridiana

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