sabato 10 ottobre 2015

Valfenera


Un acquazzone temporalesco e una breve scappata a Vaglierano e al Palucco per ammalati urgenti hanno ritardato il programma di questo sabato pomeriggio.
La piccola Vicaria consente la visita in mezza giornata e speriamo che questo contrattempo non guasti i piani prefissati.
Chi mi accompagna è stata di molta pazienza ad attendere ai miei doveri professionali, ma su questo non dubitavo essendo mia moglie. Ebbene sì, a seguito dell’indisponibilità di chi doveva e della possibilità di lasciare i bambini a mia sorella, questa volta è toccato a lei. Forse è per questo che l’auto oggi va a sussulti, sussulti gioiosi.
Decidiamo di lasciare la statale e deviare per Villafranca. Superato il paese, sulla strada iniziata, incontriamo e passiamo il vecchio Parroco di Cantarana, in bicicletta, che probabilmente rientrava dal visitare una famiglia. Poco dopo l’avremmo incontrato nella sua canonica. Il discorrere, da quel momento si sposta sull’età del Parroco, se ha superato o no gli ottant’anni. L’età e un’analisi iniziale sull’invecchiamento del clero ci porta dritti a Valfenera dove il Vicario già aspetta sull’uscio della sua canonica.

La Parrocchia, vicaria foranea, è di pianura e mezza collina per una popolazione di 1300 abitanti, poco meno della metà nel concentrico. Le frazioni sono: Spano, Bricco, San Sebastiano, Cascine sparse sulla piana. C’era una filanda (chiusa), vi è ora un allevamento di polli; una fornace in territorio comunale di Valfenera; in Parrocchia di San Michele è in costruzione una fabbrica.
La popolazione 8-10 anni fa era di 1500 residenti. Sono partiti circa 500 parrocchiani, sostituiti da 250 immigrati. Gli immigrati sono prevalentemente veneti e calabresi (Palmi); lavorano alla fornace, lavorano la terra come mezzadri e fittavoli, vanno a lavorare a Torino. I veneti frequentano abbastanza. I calabresi sono più ignoranti, non sanno scrivere, non frequentano. Qualcuno è senza Prima Comunione, qualche adulto è senza Cresima. Sono indifferenti e bestemmiano. Come moralità lasciano a desiderare, fatte le debite esclusioni. I bambini però frequentano il Catechismo e la Chiesa.
La religiosità è buona, per convinzione. Religiosamente i parrocchiani sono ben preparati, almeno nella gran parte. Prima della guerra 15-18 e fino al 1935 la scuola catechistica si protraeva fino all’età di 16 anni; ciò ha lasciato buone fondamenta. Le famiglie giovani sono ancora buone, ma risentono già dell’influenza e dei contatti con la vita moderna delle grandi città. Ci può essere qualcuno che non fa Pasqua, ma frequenta anche saltuariamente. In generale, nulla da eccepire sulla moralità.
Sono 65 i maschi dai 15 ai 30 anni; le femmine, nello stesso intervallo d’età, sono 90. Molti giovani vanno a lavorare a Torino. C’è leggerezza e superficialità tra le ragazze, e un gruppo di ragazzi le battono come serietà e fervore di vita cristiana. I divertimenti sono il ballo, le letture, il cinema.
Nelle ultime elezioni, per la Camera, il Partito Comunista ebbe 30 voti dati dagli importati e da operai di Torino. Il Partito dei Contadini nei primi tempi era forte, ora è quasi liquidato. E’ mancato l’animatore del partito: Lanfranco.
La popolazione scolastica conta 94 alunni in 5 classi più le post elementari. Parecchi sono i ragazzi che vanno a studiare fuori. Vocazioni religiose: 1 in seminario; 2 in Istituto Missioni Consolata[1] e Signori delle Missioni[2].
In paese è stabile il Luna Park; il cinema è a gestione industriale. Prima c’era il cinema parrocchiale, poi sospeso. Molte sono le televisioni private: una ventina.
L’Azione Cattolica è in tutti i suoi rami. La Giunta Parrocchiale è costituita ma non aggregata e non funzionante. I parrocchiani non sentono molto l’Azione Cattolica anche se tra le Donne e la Gioventù Femminile qualche cosa si può fare. Tra i giovani c’era qualche buon elemento, ma si è sposato. Con gli uomini è più difficile: l’Azione Cattolica passa in secondo ordine. Gli Uomini Cattolici sono 18: tengono due adunanze al mese fino ad aprile; pochi sono i presenti. Le Donne Cattoliche sono 30: c’è chi s’interessa di qualche iniziativa come l’apostolato della preghiera; qualche attività c’è in campo caritativo, ma sono lontane dal piano del vero apostolato. Gli iscritti alla Gioventù Maschile sono 20: nell’inverno c’è un discreto numero alle adunanze, d’estate nessuna attività. Molti di loro frequentano i ritiri a Chieri e sono diversi anni che ritornano. Le iscritte alla Gioventù Femminile, 30 in tutto, frequentano abbastanza le adunanze; curano l’assistenza alla Messa dialogata. All’asilo si tengono 3-4 volte all’anno i ritiri di plaga; a settembre il ritiro è di 4 giorni. Nome da ricordare: De Marchi Piera.
La Lega di perseveranza è frequentata. Sono molto diradati i contatti con il Centro Diocesano.
Sono stati spediti 400 bollettini parrocchiali in sede e altrettanti a Torino, dove si può calcolare risiedano da 200 a 250 famiglie oriunde di Valfenera. I giornali letti sono, prevalentemente, la Gazzetta del Popolo e Stampa, l’Unità in 2 copie. Famiglia Cristiana 100 copie, poche copie della Gazzetta d’Asti.
In riassunto: moralità un po’ in declino. Il senso della famiglia è conservato. E’ più vivo il senso di indipendenza dei giovani dall’autorità dei genitori. Non si può dire che religiosamente si vada indietro, perché la popolazione nella sua grande maggioranza non è estranea alla vita religiosa. Però questo senso religioso, questa vita religiosa, non si traduce nella pratica in un’efficace opera di apostolato.
Conversazione di circa un’ora, molto precisa ed esauriente. Il Vicario ha compreso appieno lo scopo di questa iniziativa di visite e di informazioni. E’ preoccupato, perché solo, di non potere fare di più.
Riferito sulle raccomandazioni della Presidenza Generale e sulla Campagna annuale 1960-61 sul tema “Messaggio della Salvezza”. 





[1] I missionari della Consolata, sacerdoti e laici consacrati di voti perpetui, si dedicano essenzialmente all'evangelizzazione dei popoli.
[2] Sono i membri della Congregazione della Missione (Congregatio Missionis). Fu fondata da San Vincenzo De’ Paoli per la predicazione delle missioni tra la gente di campagna. All'apostolato tra la popolazione rurale, nel corso dei secoli la congregazione ha aggiunto la predicazione dei ritiri, la direzione dei seminari, le missioni estere, l'istruzione della gioventù, la direzione delle figlie della carità.

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