L’imprevedibile è capitato per due volte, sì perché
era ed è mia intenzione farmi accompagnare nelle parrocchie di San Damiano e
circoscrizione dal Parroco e Vicario, nonché mio amico.
Al terzo tentativo (ero già stato avvisato che non
vi era alcun impedimento) arrivo in auto al mattino di buon ora, parcheggio sul
sagrato, vedo già un discreto movimento all'ingresso della Chiesa per cui vi
entro.
E’ appena terminata la funzione delle otto ed il
prete ancora coi paramenti sta discorrendo con due donne dall'aria “bigotta”.
Il Parroco mi nota e mi fa segno di sedere nei banchi; approfitto del momento e
mi raccolgo in preghiera.
Mezz'ora d’attesa e poi il don s’avvicina: sono
tutto per te, Marello. Alle cinque, stamani, mi sono alzato e la prima cosa che
sempre faccio, estate e inverno, è leggere il breviario, la mia preghiera
mattutina, per un’ora, un’ora e mezza. Poi le confessioni, con grande calma, di
uomini, donne, ragazzi; stamane erano nove. La messa delle otto, dopodiché la
mia disponibilità è completa e continua fino a sera verso i miei parrocchiani.
Dobbiamo conoscere, servire, amare Iddio, non solo,
ma farlo conoscere, farlo amare, farlo servire … godere Dio e farlo godere, con
lo studio e con la vita. Anzi la nostra vita dovrebbe essere uno specchio
perché potesse il popolo specchiarsi in essa.[1]
Anche questa volta il buon prete ha ripreso una
frase che ama e che senz’altro sente sua.
Finalmente è il momento del saluto e lì, in quei
primi banchi davanti all’altare, inizia la conversazione.
S. Cosma e Damiano è considerata Parrocchia di collina, rurale, per una popolazione di 2800 abitanti divisi in varie frazioni e contando solo 850 abitanti nel concentrico. Le frazioni sono: Verneglio - San Giulio - Stizzo - San Giacomo - San Grato – Lovezzoni. Tutte distano oltre 3 Km. A San Giulio vi è un cappellano, residente.
L’emigrazione verso Torino non è molta. Gli immigrati
meridionali (un centinaio circa) in Chiesa sono presenti solo nelle solennità
principali. Manca la base catechistica ed il senso dell’appartenenza alla
comunità cristiana. Qualcuno non ha fatto la prima comunione.
La religiosità della popolazione è buona. Buona nel
senso che c’è una percentuale di convinzione che è, almeno in parte e forse
grande parte, frutto dell’Azione Cattolica. I lontani dalla Chiesa, calcolati
su uomini, donne e qualche giovane, sono tra il 4-5%.
Con tante frazioni il lavoro Pastorale e Apostolico
è sempre triplicato.
Il comunismo, come parte organizzata, è poca cosa.
La propaganda si fa tutta attraverso la fabbrica Facis. Pare che tale
propaganda non faccia pressione, ma negli operai fa presa per motivi vari. Alle
ultime elezioni il P.C.I ha avuto 380 voti, il P.S.I 300 voti. Il partito dei
contadini è conosciuto più come idea che come organizzazione; c’era l’A.C.A.
(associazione contadini astigiani - comunista), rientrata poi grazie alla
Coltivatori Diretti.
Le industrie locali sono: Facis (abbigliamento) 500
operai; due fornaci (100 operai); una distilleria con 20-60 operai, secondo le
stagioni; altre piccole industrie.
La Facis è uno stabilimento dove non c’è direzione
cristiana di coscienza, esiste mentalità da caserma. Le retribuzioni sono basse,
per questo gli operai locali preferiscono trovare lavoro a Torino. Ad essi subentrano
operai immigrati. In fabbrica fanno tutto quel che possono per ostacolare l’intervento
delle A.C.L.I[2].
Vi è un controllo severo sulle uscite dal dormitorio di operaie e operai alla
sera: si pretende di sapere chi si allontana dal dormitorio.
Le maestranze sono formate in gran parte da donne
giovani e sposate; occorrerebbe un’assistenza maggiore. Quest’anno, richiesto
dalle maestranze, si è celebrata in fabbrica la Pasqua con l’intervento del
Vescovo; solo trenta operai su 500 non hanno fatto Pasqua.
La gioventù è in diminuzione, perché in gran parte
emigrata. Al corso di esercizi un 30-40% dei giovani è presente con assiduità.
Al ritiro mensile dei giovani sono presenti 60-80 giovani (Lega di perseveranza).
Tra la Gioventù Femminile molte ragazze da sposare sono
del ceto operaio. Tra la Gioventù Maschile molti giovani da sposare sono del
ceto contadini. Per la differenza di lavoro vi è difficoltà di incontro sul
piano matrimoniale, così come c’è un forte squilibrio tra il numero delle donne
impiegate in fabbrica e il numero degli uomini (80 su 500 operai).
Sul piano morale i giovani (maschi e femmine) non si
può dire che siano futili; per molti vi
è un sodo fondamento religioso ed è ancora valida la saldezza della famiglia.
Le ragazze (40-50) fanno la comunione settimanale e non vanno a ballare. Vi
sono ragazze che lottano contro i genitori per vivere il loro ideale.
Il Parroco ritiene che vi sia un’evoluzione del
senso religioso, nel senso di un distacco dalla pratica fatta per pura
tradizione; occorre un intervento che operi un approfondimento del senso
religioso. Ad una “Sei sere” d’inverno, 60-80 giovani erano presenti anche se
pioveva. Cento uomini erano presenti ad un corso di esercizi spirituali per tre
giorni.
Preoccupa un po’ la diminuzione del senso di
giustizia in tutte le classi, anche tra i contadini. Non preoccupano tanto le
ragazze più alte, ma impensieriscono le ragazze dagli 11 ai 15 anni quando
finite le scuole perdono più facilmente i controlli ed i contatti, iniziando la
loro vita di apprendistato o di lavoro. La difficoltà più grave è per le
delegate aspiranti.
Il Parroco ritiene che nei giovani vi sia più
serietà di quel che si pensa e di quanto appaia.
Vi è in S. Damiano una sala da ballo, il cui padrone
è un comunista: “la Perla”. E’ un locale non raccomandabile. I balli a
palchetto “fioriscono” nelle frazioni.
In San Damiano c’è la Chiesa dei Padri Dottrinari[3] e
un asilo interparrocchiale. La popolazione scolastica elementare è di 190 unità.
In paese vi è pure la scuola di avviamento e la scuola media statale.
Per gli Uomini Cattolici e per la Gioventù Maschile il
ritiro è mensile (anche per i non iscritti) con buona presenza. Le Donne
Cattoliche e la Gioventù Femminile hanno adunanze quindicinali. La Giunta
Parrocchiale è costituita e aggregata in tutti i rami. Occorre prolificare le
iniziative in Azione Cattolica.
I Vespri sono ancora frequentati: anzi si nota un
miglioramento delle frequenze.
Per quanto riguarda le operaie della Facis
provenienti dalle altre parrocchie finitime, ho interessato tutti i parroci
informandoli sul comportamento delle stesse in fabbrica e informandoli delle
iniziative religiose prese a favore delle operaie.
Per la stampa è stato sollevato il problema del
giornale cattolico di cui si sente la necessità assoluta. Vi erano in
parrocchia 86 abbonamenti al Popolo Nuovo, cioè 86 famiglie con il giornale
cattolico. Tra i giornali di Azione Cattolica: 6 abbonamenti a “Italia”, 20 abbonamenti a “Osservatore Romano” (della
domenica), 300 abbonamenti a “Famiglia Cristiana”, 40 abbonamenti a “Gazzetta d’Asti”.
E’ stata una conversazione di oltre un’ora, vivace,
interessante. Il Parroco ha concordato sull’utilità di queste prese di contatto
diretto che permettono oltre allo scambio di idee, sempre utile, una più
diretta conoscenza della reale vita delle Parrocchie e della Azione Cattolica
parrocchiale.
E’ stato riferito sulle raccomandazioni della
Presidenza Generale e sulla Campagna annuale 1960-61 dal tema “Messaggio della
salvezza”.
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