sabato 3 ottobre 2015

San Matteo di Cisterna


La Parrocchia di recente costituzione (1942) è considerata rurale e di media collina per una popolazione di 380 abitanti.
I giovani vanno via, l’ultima grandinata accelererà l’esodo. Tanti vanno a lavorare a Torino e ritornano al sabato. Non vi sono immigrati.
Il sentimento religioso ha un fondo ancora buono; l’assiduità del praticante è quasi totale. Forse uno solo non mette piede in Chiesa e pochi altri frequentano molto raramente.
Qualche comunista è presente in parrocchia; uno è attivo e lavora particolarmente tra i giovani.
La gioventù (non tutta) va ancora a messa, ma passivamente subisce la tradizione. Il fondo morale è ancora sano.  
Molti, troppi scapoli. Il ballo è ancora frequentato.
Il parroco crede il ballo dannoso e cattivo, specie per i giovani di campagna. Per i coscritti non dice messa perché sul programma dei festeggiamenti c’è il ballo.  
Azione Cattolica è costituita in tutti i suoi rami.  
Della Gioventù Maschile il parroco ha lasciato i più alti perché non riusciva a tenerli. Cura in particolare i più piccoli. Gli Uomini Cattolici (9) sono freddi e non partecipano quasi mai. Le Donne Cattoliche (40) partecipano per il 50% alle adunanze quindicinali (ritiri mensili). Le ragazze della Gioventù femminile (15) occorre sforzarle per farle venire alle adunanze. Il parroco non riesce a farle andare agli esercizi. La lega di perseveranza è positiva.  
I parrocchiani non sentono l’Azione Cattolica né comprendono l’apostolato: «Siamo già cristiani, a Messa andiamo, cosa volete ancora?». Poi antagonismi e dissidi tra famiglie: «se c’è quel tale nell’Azione Cattolica io non mi iscrivo …». Tali antagonismi rovinano.
Il parroco vorrebbe provare, come esperienza, una pubblica discussione.
Riferite sulle raccomandazioni della Presidenza Generale e sulla campagna annuale 1960-61, sul tema “Messaggio della Salvezza”.

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